Pensieri: Il piccolo Giuseppe di Cardito, ucciso da un mostro.

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Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di un lettore.

La Finestra sul cortile

Questa mattina,come sempre, apro la finestra e…maledizione vedo un uomo prendere a calci un bambino.Scusate un minuto ma devo scendere.

Ecco ho fatto,appena mi ha visto il bruto ha smesso ma io comunque lo conoscevo di vista e sono andato in Polizia a denunciarlo.

Già da questa mia ideale finestra a volte vedo quello che mi sarebbe piaciuto vedere da altre finestre.

Sto parlando  del piccolo Giuseppe di Cardito e del suo patrigno Tony, quel  mostro che lo ha massacrato di botte. Eppure paradossalmente non è il Mostro Tony che mi fa veramente paura. Sono troppo vecchio per negarmi una verità assoluta. il male esiste. E’ sempre esistito e sempre esisterà un Mostro Tony e purtroppo ci sarà sempre un piccolo Giuseppe a farne le terribili spese. Quell’orribile scarto d’umanità in sè, dicevo, non mi fa paura,non più. Adesso è in carcere e con l’aggravante dei futili motivi sono sicuro e spero che avrà la condanna più esemplare prevista dalle nostre leggi: l’ergastolo. Quello che mi fa veramente paura è l’altro Mostro,quello che ha migliaia di teste e che ancora è libero di fare danni all’umanità: è il Mostro dell’Indifferenza Sociale. Avrete letto come me che tanta gente sapeva delle condizioni in cui questo Angelo viveva, testimoni lo hanno visto mentre per strada veniva preso a calci. Le maestre lo hanno visto andare a scuola pieno di lividi, qualcuno lo ha visto picchiato fuori scuola,certamente quei lvidi non saranno sfuggiti alla madre,ai parenti, agli amici della famiglia e persino ai vicini. Eppure il Mostro con tante teste ma con una sola lingua,ha taciuto. Si è voltato dall’altra parte e ha pensato:non mi riguarda,non sono fatti miei,è meglio che non mi impiccio. E così ha lasciato al Mostro Tony la possibilità di compiere la sua schifosa aggressione a dei bambini inermi. Questo mostro con tante teste credetemi mi fa più paura di quell’altro che è un abominio di natura ma statisticamente ahimè comprensibile.Fuori da noi stessi, o dalla nostra strettissima cerchia di affetti, non riusciamo più a vedere il prossimo, sono tutti altri. E degli altri cosa vuoi che importi

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