Intervista alla giornalista e scrittrice Annella Prisco, a cura di Maurizio Vitiello.

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    Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde la giornalista e scrittrice Annella Prisco.

    D – Puoi segnalare ai nostri lettori il tuo percorso di studi?
    R – Ho fatto gli studi classici, liceo e poi alla Federico II, dove mi sono laureata in lettere moderne. Serbo un bel ricordo degli anni universitari, con un corso di studi articolato in vari seminari con illustri docenti, che hanno contribuito in modo significativo alla mia formazione, anche se in quella stagione della mia vita ancora non si era sviluppata in me la passione per la scrittura.

    D – Puoi raccontarmi i tuoi iniziali desideri e i tuoi sogni?
    R – Sono sempre stata un’inguaribile romantica dando all’amore una particolare importanza, ma in generale ai rapporti interpersonali, e purtroppo talvolta le delusioni non sono mancate, per aver dato fiducia a persone e figure doppie e poco leali, ma per fortuna ho sempre guardato oltre perché l’ottimismo è una componente essenziale del mio temperamento.

    D – Quando è iniziata la voglia di scrivere e la passione per la letteratura?
    R – La voglia di scrivere è iniziata alla fine degli anni ‘90, con un primo romanzo “Ricordi senza memoria” scritto a quattro mani con Monica Avanzini e, contemporaneamente, con un percorso di collaborazioni giornalistiche per “La Voce” di Indro Montanelli, esperienza quest’ultima indimenticabile per il bellissimo rapporto che si creò con il grande Maestro del giornalismo e col suo vice Federico Orlando, figure che mi accordarono da subito una fiducia incondizionata dandomi ampio spazio sulle pagine del quotidiano da loro diretto.

    D – Puoi precisare i temi e i motivi dei tuoi libri?
    R – In genere prediligo tematiche intimiste e storie segnate da particolari risvolti del destino, a cui cerco di affiancare un attento scandaglio psicologico dei personaggi.

    D – Ora, puoi motivare il percorso di gestazione e l’esito del tuo ultimo libro?
    R – Il mio ultimo libro “Girasoli al vento” (Guida editore) nasce come riedizione attualizzata dei Chiaroscuri d’inverno, un memoir autobiografico che scrissi pochi mesi dopo la scomparsa di mio padre. Ma è anche molto altro, una riflessione sul cambiamento veloce del modo di comunicare, con una serie di riflessioni che puntano l’attenzione su comportamenti di costume attraverso brevi bozzetti e ritratti di figure. Devo ammettere che il libro sta riscontrando bei consensi e credo che il segreto stia proprio nella capacità di arrivare al cuore dei lettori, perché in molti mi hanno detto che sono pagine che risvegliano emozioni … cosa di cui forse c’è bisogno in contrasto con la diffusa aridità dei tempi di oggi.

    D – Dentro c’è Napoli, ma quanto e perché?
    R – Napoli è la mia città, dove sono nata e ho sempre vissuto, quindi inevitabilmente è lo scenario che accompagna le mie narrazioni.

    D – Napoli è una città sorgiva per gli scrittori?
    R – E’ una città che ispira ogni autore, proprio per quel suo bagaglio di contraddizioni e di vivacità che la rende unica al mondo.

    D – Quali pagine di un autore napoletano, di uno italiano e di uno straniero che si sono espressi su Napoli ti hanno colpito?
    R – Non mi sento di relegare ai napoletani gli autori per me più significativi … C’è stata una ricca fioritura di narratori napoletani nel Novecento, ma nel mio percorso sono stati importanti anche altri grandi scrittori, come Carlo Cassola, Mario Soldati e una passione particolare Pirandello, soprattutto per il suo pensiero così attuale ed universale.

    D – Pensi di avere una visibilità congrua?
    R – Ritengo di avere una buona visibilità, che si rafforza giorno dopo giorno, ampliando contatti e cercando di uscire dal perimetro prettamente regionale, per far arrivare il mio messaggio anche altrove.

    D – Pensi che sia difficile riuscire a penetrare nel mercato del libro?
    R – Si pubblicano tantissimi libri, e per quanto riguarda il mercato del libro, ritengo che non ci siano regole fisse. L’importante è creare un buon rapporto col proprio editore perché nei grossi gruppi editoriali del Nord, ritengo che si rischia di rimanere un numero tra i tanti.

    D – I “social” ti appoggiano?
    R – I “social” mi appoggiano discretamente, ma vanno anche usati in modo discreto, perché martellare troppo per raggiungere un’eccessiva visibilità, secondo me non funzione e rischia addirittura di sortire l’effetto contrario.

    D – Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare libri in ambito scolastico?
    R – Ritengo molto utile ed importante il rapporto con gli studenti e devo dire che tutte le volte che ho presentato un libro in un istituto scolastico, sono state esperienze stimolanti! …

    D – Prossimo libro?
    R – Sto ultimando un romanzo che conto di pubblicare nei primi mesi del 2020.

    D – Tue prossime attività?
    R – Le altre attività che ho in programma riguardano sempre il piano culturale, con presentazioni di libri, partecipazione a Convegni e giurie di Premi letterari.

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