Benevento a quattro passi dalla A
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BENEVENTO Sarà un caso, ma ogni qualvolta si commemora Carmelo Imbriani, l’ex attaccante del Napoli e dei giallorossi scomparso per un male incurabile a 37 anni il 15 febbraio 2013, il Benevento non fallisce l’appuntamento con la vittoria. La squadra batteno per la terza volta il Cittadella con l’identico punteggio (1-0, due volte in campionato, una in Tim Cup) e consolida il terzo posto riducendo il distacco da Brescia e Palermo rispettivamente a 4 e 3 punti (con una gara in meno). L’adagio è più o meno sempre lo stesso: Coda segna, la difesa (solo 3 reti incassate nelle ultime 10 partite) è imperforabile con Antei e Caldirola super e la saracinesca Montipò. Bucchi (ottavo risultato utile e terza vittoria di fila), archiviato il momento-no, col passaggio al 3-5-2 ha creato una macchina perfetta.
LA PARTENZA
Insigne debilitato dall’influenza non è al top e si accomoda in panchina, per cui tocca a Ricci fare da partner di Coda. Buonaiuto e Bandinelli affiancano Crisetig in cabina di regia, panca per Tello e Viola. Il vento condiziona non poco la contesa, che parte in slow-motion. Al 10′ Improta prova a sbrinare il destro, liftato fuori misura. Il Cittadella risponde con un insidioso cross di Benedetti che attraversa l’area piccola senza che nessuno ci arrivi. Sono i giallorossi di rimessa ad essere più pericolosi. Al 18′ Bandinelli riceve da Improta, si gira e calcia debole, fiacco anche il successivo sinistro di Letizia. Il coraggio del Benevento viene premiato al 39′, quando Buonaiuto su punizione dalla sinistra mette una palla tesa solo da spingere in rete. Coda svetta di testa, la prende tra tempia, collo e spalla e beffa Paleari.
L’ASSALTO
Bucchi perde Volta, toccato duro in precedenza (dentro Tuia). La ripresa vede il Cittadella cercare il pari senza troppa convinzione con Moncini e Siega. Quando i veneti si sbilanciano, il Benevento non ne approfitta (Improta spreca una superiorità col diagonale da distanza siderale). Brividi in area giallorossa sul tiro di Maniero che accarezza il palo, poi Paleari e Ghirighelli non s’intendono sul tiro-cross di Buonaiuto e per poco non regalano il raddoppio ai sanniti. Lo stesso Paleari si oppone coi pugni al solito Buonaiuto, a tempo scaduto la prodezza salva-risultato di Montipò sull’inzuccata di Diaw. Luigi Trusio , Il Mattino