Vico Equense. Il 31 Gennaio è la Festa dei Santi Patroni Ciro e Giovanni: ecco la Storia del patrocinio

Vico Equense. Subirono il martirio in Egitto il 31 gennaio dell’anno 303 nono del consolato dell’imperatore romano Dioclaziano – la devozione per S. Ciro e per S. Giovanni si diffuse in tutto il territorio aequano dal VII secolo d.C. Due le feste: una invernale e l’altra estiva per ricordare l’arrivo delle Reliquie dei Santi, via mare da Napoli, domenica 5 maggio 1686.                                                                     

Una grande partecipazione di fedeli farà da corona, Giovedì 31 gennaio, alla bella giornata di festa in occasione della ricorrenza del martirio dei SS. Ciro e Giovanni patroni della città. Il parroco don Ciro Esposito e il comitato organizzatore hanno allestito, come ogni anno un nutrito programma di festeggiamenti religiosi e civili. Tutta Vico Equense è partecipe e rivive l’attesa festività, ricordando che la devozione per S. Ciro risale agli ultimi anni del IX sec. d.C., quando la fede cristiana crebbe e si diffuse sempre più sulle nostre coste. Nella prima chiesa dedicata a San Luca (medico),  edificata sulla spiaggia di “Aequa”, i nostri marinai e i pescatori introdussero il culto, anche per San Ciro, stimatissimo medico, nato da una ricca famiglia ad Alessandria d’Egitto che, si convertì al Cristianesimo e non volendo rinunciare alla sua fede, subì il martirio, con il taglio della testa il 31 gennaio 303, insieme al suo discepolo San Giovanni, un soldato nativo della città di Edessa, in Asia Minore. 

In una bolla del 1 aprile 1500 del Vescovo di Vico Equense Tolomeo Pentangelo (1494 – 1520), che si conserva nell’archivio arcivescovile di Sorrento i SS. Ciro e Giovanni già sono nominati come protettori e patroni della città, (“vacanti parrocchiali ecclesia sanctorum Cirii et Ioannis patrono rum et protectorum Civitatis Vici”). Prima dell’anno 1686, anno in cui avvenne la traslazione da Napoli delle reliquie dei SS. Martiri a Vico, di cui parleremo più innanzi, la festa che si celebrava in Loro onore, era nel solo giorno della ricorrenza del loro Martirio, ossia il 31 Gennaio. 

I festeggiamenti si svolgevano sempre a spesa dell’Università (cioè del Comune) e con sole funzioni interne alla chiesa, essendo i costi per addobbo, consumo di cera e polvere da sparo per i mortaretti già esorbitanti, così risulta da molti documenti, vedi gli atti del Parlamento dell’Università di Vico Equense (il Consiglio Comunale) del 1 maggio 1665, quando il sindaco Tommaso Spasiano propose l’approvazione della spesa fatta per la festa dei santi Protettori del passato gennaio per 25 ducati. Così come risulta dagli atti del parlamento del 10 agosto 1666, quando viene approvata la spesa per la festa di quell’anno, e cioè carlini 26 per affitto panni, carlini 10 per spago e candele, carlini 24 per polvere da sparo, in tutto ducati 17. 

Dopo la traslazione delle reliquie si hanno le prime notizie dell’organizzazione di due feste con relative due processioni che, si portavano fino alla chiesa di S. Maria del Toro, la prima il 31 Gennaio e l’altra la prima domenica di Maggio, giorno dell’anniversario dell’arrivo a Vico delle reliquie. Negli anni la festa estiva è stata prima spostata al mese di Luglio e poi all’ultima domenica di Agosto, come avviene attualmente, tutte e due le ricorrenze erano però sempre a spese dell’Università. Nella discussione circa il bilancio comunale del 1753, allegato all’istrumento del 10 luglio 1753 fol.133 t, del protocollo del notaio Nicola Spasiano, si legge la seguente partita: “Per le DUE feste dei SS. Ciro e Giovanni principali protettori di questa città ducati 70”. Inoltre nei documenti del Catasto Storico di Vico del 1754, nella seguente partita si legge: “Per festività SS. Ciro e Giovanni ducati 110”. 

Tutti questi documenti dimostrano innanzitutto che da sempre le due ricorrenze si svolgevano a totale carico del Comune, con Vico Equense, centro e i Casali rappresentati dai loro particolari cittadini (i consiglieri) nei Parlamenti dell’Università (Consiglio Comunale attuale). Così tanta, era allora la fede, la devozione e il rispetto che le pubbliche autorità avevano per i loro Santi Protettori che, nel 1735 presentarono domanda al Vescovo Cosenza per essere autorizzati all’uso del Cerimoniale per i Governanti della città, durante la festività di S. Ciro e Giovanni, assumendosene le spese. 

Le reliquie dei SS. Ciro e Giovanni che, si venerano nella nostra città, sono un preziosissimo dono che i padri Gesuiti della Casa di Napoli, vollero fare a Mons. Giovan Battista Repucci, Vescovo di Vico Equense. Nei giorni precedenti la loro traslazione nella nostra città, il Vescovo inviò a Napoli come suoi rappresentanti il Canonico Don Antonio Ianniello e il Diacono Gaetano Cioffi, i quali nella chiesa del Gesù Nuovo, con il vicario capitolare della cattedrale di Napoli Don Francesco Verde che, successe poi al Repucci come Vescovo di Vico Equense, e alla presenza di tutti i padri Gesuiti di Napoli, tra i quali S. Francesco de Geronimo, il giorno 30 aprile 1686, aperti i reliquiari ne estrassero alcune reliquie, da quello di S. Giovanni una parte di mascella con tre molari e alcuni denti e piccole ossa, mentre da quella di S. Ciro furono prelevate la parte superiore della bocca con l’intera mascella con cinque molari e quattro denti; parte dell’osso del cranio e due altre piccole ossa. 

Queste reliquie furono poste in una cassetta di legno ornata di fiori d’argento, di un palmo e mezzo circa di larghezza e di un palmo di altezza, legata con nastro di seta rossa in forma di croce e sigillata con cera rossa di Spagna in varie parti con il sigillo dei Gesuiti. La domenica successiva il 5 maggio 1686, queste reliquie furono portate via mare da Napoli alla Marina di Vico e qui giunte furono accolte con una grandiosa cerimonia religiosa e trasportate a spalle dai nostri pescatori a piedi nudi, in trionfo per tutta la città, sino alla chiesa cattedrale, ove furono conservate almeno fino al 1772, anche perché, si sa di certo che nel 1773 la chiesa  possiede  sia  il Busto in Argento di S. Ciro, che i due reliquari.

Il Vescovo Repucci per ricordare questo avvenimento, ottenne dalla Santa Sede di celebrare ogni anno l’anniversario, con i festeggiamenti estivi. Ogni anno, il comitato organizzatore e don Ciro Esposito, Parroco della Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni, con grande passione e entusiasmo rinverdiscono  la secolare tradizione delle due processioni per onorare degnamente i Santi Protettori della città di Vico Equense.

di Giuseppe Maffucci

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