Amalfi dice addio a Maria Amendola. La sua trattoria testimonial di accoglienza. Il ricordo di Nastri

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Amalfi. Maria Amendola, 83 anni, ci ha lasciato questa mattina . Quando veniamo ad Amalfi e pensiamo a qualche posto accogliente, caldo, simpatico e tradizionale pensiamo a “Da Maria”.  Per noi, ma anche per tutti, ad Amalfi era il simbolo dell’accoglienza turistica.

Qui ci si sentiva davvero a casa e in un luogo che faceva respirare l’aria del territorio, dagli inserti di pomodoro, ai piatti tipici del territorio, alle proposte del pesce fresco pescato nel mare della Costiera amalfitana, al vino locale da bere in allegria.

Maria Amendola rappresenta quella “amalfitaneità”, se possiamo chiamarla così, bella e vera, fatta di lavoro umile e continuo.  Prima nel panificio del marito Luigi, poi nel ristorante, ha sempre dedicato la vita al lavoro . Qui , oltre mezzo secolo fa, rilevò una vecchia bottega e ha fondato questo ristorante – trattoria che è una istituzione che continua con Enzo, Colombina e Mario.

I funerali di Maria Amendola si svolgeranno domani, 30 gennaio nel duomo di Amalfi alle ore 16.  La redazione di Positanonews tutta fa le condoglianze alla famiglia.

IL RICORDO DI SIGISMONDO NASTRI

ADDIO A MARIA, MAESTRA DI SIMPATIA E DI BUONA CUCINA
Quando insegnavo ad Amalfi – un’esperienza nata per caso e durata trentacinque anni – e già mi ero trasferito a Maiori, non avendovi trovata casa (capita ancora oggi), spesso mi fermavo, se avevo impegni anche di pomeriggio, a mangiare da Maria nel ristorante che porta il suo nome, appena superata la piazza del duomo.
Ricordo di lei la gentilezza, il garbo, la bravura ai fornelli, qualità trasferite pari pari ai figliuoli.
Maria, attraverso Enzo, mi faceva sapere di non guardare il menu. “Vi faccio mangiare quello che abbiamo preparato per noi”. Piatti dal sapore forte, come piacciono a me, per lo più a base di verdure, di prodotti dell’orto. Roba genuina, paesana. Mi ci deliziavo.
Dentro di me, nato nella Valle dei Mulini, prevade l’anima contadina.
L’ultima volta da Maria – è passato un bel po’ di tempo – ci sono andato di sera in compagnia di un folto gruppo di ex allievi, con Eva Torre in testa.. La grande sala era riservata a un pranzo del Rotary. Ci siamo sistemati in una saletta attigua e lì, tra uno spicchio di pizza e una leccornia, abbiamo potuto dare sfogo alla nostra esuberanza… fanciullesca. Avevo portato l’occorrente per le bolle di sapone. Ho distribuito i piccoli astucci soffiabolle e ci siamo messi all’opera. In poco tempo l’ambiente si è quasi saturato di eteree palline che vagavano e si scontravano viaggiando sulle nostre teste. Qualcuno ha temuto che ci cacciassero. Quando è entrato Enzo, il vulcanico figlio di Maria, s’è lasciato subito catturare dal gioco: ha chiesto uno di quegli aggeggi e s’è messo anche lui a far bolle.
La scomparsa di Maria mi fa tornare con la mente a tanti momenti belli, per la simpatia che lei riusciva a trasmettere e le buone poetanze che sapeva mettere in tavola.
Ai figli, Enzo, Colombina, Mario, e a tutti i familiari, esprimo sentimenti di vivissimo cordoglio

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