Sorrento , droga dello stupro anche ad altre e le foto su siti porno

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Emergono particolari inquietanti sulla vicenda di Sorrento. Davanti al magistrato, che l’altro ieri gli ha fatto visita nel carcere di Poggioreale per l’interrogatorio di garanzia, Mario Pepe ha scelto di non parlare. Troppo delicata l’inchiesta che lo vede indagato per violenza sessuale ai danni di una 22enne sorrentina e per traffico di stupefacenti. Troppo pesanti le valutazioni sulla base delle quali, non più tardi di martedì scorso, la polizia ha arrestato lui e la sua amica Chiara Esposito. E così il 56enne ristoratore, assistito dagli avvocati Danilo Di Maio e Giuseppe Esposito, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto proseguono le indagini sui presunti incontri a base di sesso e cocaina che si sarebbero svolti all’interno del suo locale. La vicenda è ormai nota. Il 12 ottobre 2016 Pepe, con la complicità della Esposito, avrebbe narcotizzato la vittima facendole bere vino adulterato con la cosiddetta «droga da stupro», dopodiché avrebbe abusato di lei: attimi documentati con fotografie che Pepe avrebbe persino mostrato ad alcuni conoscenti.
Si parla di cocaina anche di altri casi e di un fotografo, non indagato, che avrebbe poi messo queste foto su siti porto.

Siamo in piazza con l’avvocato Luigi Alfano, anche esperto criminologo “E’ una vicenda che sconvolge, bisogna fare tutti i confronti e le analisi, purtroppo questi casi sono sempre più ricorrenti”

Ma che cosa è la «droga dello stupro»? Ecco cosa dice Sabrina Molinaro dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (Ifc-Cnr), sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari, e coordinatrice dello studio Espad sull’uso degli stupefacenti tra gli studenti. «Quella che viene di solito chiamata la “droga dello stupro” – ci spiega – è la GHB, conosciuta anche come “ecstasy liquida”. Si presenta come un liquido denso, senza colore né sapore: una specie di sciroppo, contenuto in bottigliette di plastica. Ma anche come polvere bianca, da sciogliere in un liquido, o come pastiglia. Si usa come anestetico chirurgico, ma anche per lenire i dolori del parto. E per curare la dipendenza dall’alcol: il nome commerciale, in Italia, è Alcover. Un farmaco che viene somministrato agli alcolisti perché riduce il craving, il bisogno di continuare a bere».

La GHB ha un potere sedativo e ipnotico e causa amnesie. Fra le precauzioni da osservare, c’è proprio quella di non assumerla con l’alcol, perché i suoi effetti si elevano alla potenza e si può arrivare alla perdita completa dei sensi (e addirittura alla morte per arresto respiratorio). Per questo è stata utilizzata per intontire le ragazze prima delle violenze sessuali: gli effetti durano alcune ore, in base alla quantità ingerita. La vittima avverte i sintomi di un’ubriachezza molto intensa, poi sviene e perde coscienza.

Ma la droga viene usata anche per il consumo personale, perché, se assunta in quantità moderate e senza alcol, ha effetti simili a quelli della sbornia, come disinibizione ed euforia, senza però i postumi più sgradevoli, come il malessere, la nausea, il dolore allo stomaco e alla testa.

«In base ai nostri dati – continua Sabrina Molinaro – è una sostanza usata da molti anni, ma ancora non così tanto diffusa. In Italia, su 2 milioni di studenti, lo 0,7% l’ha provata nel corso del 2016, e l’1% nell’arco della vita. I maschi ne assumono due volte tanto rispetto alle coetanee. Negli ultimi 10 anni le percentuali di consumo sono raddoppiate: la sua diffusione è stata piuttosto rapida».

In farmacia si può trovare il farmaco Alcover, che però viene venduto solo dietro prescrizione medica: chi la utilizza come stupefacente, la compra al mercato nero. Ma può trovarla anche online.

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