Ravello: La necessita’ di rivedere ( certi ) atteggiamenti

Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.

“Viviamo un periodo strano, perché nel mentre predichiamo la tolleranza, il dialogo, l’ecumenismo a tutti i costi, alla fine vergognosamente veniamo sbugiardati dai nostri atteggiamenti che sono il contrario di quanto predichiamo.

Vige, in buona sostanza, la regola di chi insulta e grida ha sempre ragione.

A cosa fatta è l’esatto contrario, pochi sanno ascoltare, pochi sanno praticare e rispettare le regole.

Chi guida, anziché fermarsi ad uno stop preferisce preoccupare il conducente di un auto a cui toccherebbe la precedenza ad un incrocio e, imprecando e gesticolando usa un linguaggio che una volta si diceva di pertinenza degli scaricatori di porto.

Chi dovrebbe educare perché ha lo strumento e la possibilità, pensa scioccamente di avere tutti i diritti e pochissimi doveri.

E, pur sempre che questa società manca di maestri e poi ci lamentiamo di quello che registriamo quotidianamente e di come sono saltate le più elementari regole del vivere civile.

Ricercare sempre e comunque la verità o quantomeno l’approssimazione della stessa, atteso che il più delle volte quando non c’è molta lucidità si corre il rischio di essere poco obiettivi, poco attenti e, ancor più partigiani.

Oggi purtroppo esiste il prescindere …

Qualcuno a seguire di uno sconcio e deplorevole episodio, occorso nella seduta ultima del consiglio comunale di Ravello, censurabile secondo ogni punto di vista si è erto  a paladino della libertà di stampa, del diritto di parola pensando che certi luoghi sacri come il civico consesso fossero assimilabili ad uno stadio, patrimonio delle tifoserie.

Non so e, non riesco a comprendere il cittadino che in un’aula di tribunale interferisce con uno dei componenti del collegio giudicante, il   il Presidente certamente non lascerebbe la parola al non titolato, atteso che per intervenire bisognerebbe quantomeno chiederne la parola o farne richiesta allo stesso.

La sacralità dell’assise consiliare non può né deve mai dare la possibilità di prendere la parola a chiunque, se non ne faccia esplicita richiesta al Presidente della seduta.

Mai e poi mai quel luogo pubblico, casa della comunità, può diventare un posto dove tutto è possibile e dove non vigono le regole.

Il pubblico amministratore e, nella fattispecie, il primo cittadino, il Sindaco è arbitro e moderatore dei lavori consiliari.

E’ lui che deve mantenere il rispetto del ruolo istituzionale, il senso o sentimento di responsabilità, il decisionismo gestionale a tutela delle leggi e delle regole della democrazia.

Che cosa accadrebbe se chi gestisce il consiglio comunale, per un attimo, si distraesse e non si lasciasse guidare dai regolamenti che sono patrimonio di ciascuno eletto o di quanti si ritengono difensori della democrazia stravolgendone il senso vero ed il rispetto delle stesse?

A chi si è divertito, in questi giorni, a solidarizzare comunque e, a prescindere, vorrei rivolgere una domanda, forse banale, ma incisiva: “ Come vi sareste comportati al posto del primo cittadino di Ravello?.

Avreste dato la parola ad una persona che, improvvisamente senza neanche rivolgersi al Presidente dell’assise consiliare, cerca d’interromperlo, creando tensione in aula fra consiglieri comunali e cittadini lì presenti?”.

Nel contempo vorrei far notare che un’assemblea pubblica ha anche la presenza di spettatori cittadini che intimamente parteggiano per una decisione o per un atteggiamento e, che sull’onda emotiva dell’appartenenza possono anche creare turbolenze anche pericolose.

Ecco perché chi gestisce un’assise pubblica sa e deve impedire, con fermezza e decisione, che queste cose avvengano.

Oggi un po’ tutti pontifichiamo, oggi ci riconosciamo un po’ tutti nell’esame di coscienza serale intolleranti e dovremmo tutti fare esercizio di umiltà e di responsabilità.

Cosa avrebbe impedito all’interlocutore di quella sera di ascoltare e poi scrivere successivamente un articolo al vetriolo come spesso è capitato, a cui certamente ci sarebbe stata una risposta convincente o meno ?

Queste le uniche regole della democrazia, tutela della libertà senza  le quali ci sarebbe libertinaggio e, a chi vive di rispetto delle regole non va proprio giù che amministratori pubblici, a prescindere, hanno dato solidarietà, invocando una libertà di stampa  forse abusata in passato nei confronti dell’attuale amministrazione del Comune di Ravello.

Ci saremmo aspettati, non un attestato di solidarietà al contrario, ma quantomeno come dice il popolo la necessità di ascoltare il suono delle due campane.

A, quanto mi è dato di conoscere, nessuno dei novelli Robin Hood ha preso il telefono e a cercato di capire e sapere dove era la verità.

Questo è grave, perché siamo parte dirigente di un comprensorio che non deve far quadrato a prescindere, ma che deve dialogare per rappresentare le difficoltà e molte, del nostro territorio e, per questo, si fa quadrato per ricercare il benessere delle nostre comunità.

Facciamo un bel bagno di umiltà, cerchiamo la verità perché non ci siano sterili contrapposizioni ma diritto di parola da una parte e rispetto delle regole dall’altro.”

Dott. Salvatore Ulisse di Palma

vice- Sindaco Comune di Ravello

Ravello lì, 02 dicembre 2018

Commenti

Translate »