Lettere da Piano di Sorrento – Armiamoci…e andiamo?

LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
ARMIAMOCI E…ANDIAMO?

Questa sembra essere la “morale” (sempre che tale termine possa essere utilizzato nel nostro caso) uscita dalle cronache quotidiane, dai discorsi di alcuni politici, le cui espressioni lasciano perplessi e dai talk show ai quali, il più delle volte, partecipano personaggi esagitati, privi di cultura, assolutamente ignoranti in materia giuridica, i quali esprimono una saccenza populista.
Indubbiamente stiamo attraversando un momento di particolare tensione pubblica, giustificata dai continui eventi: femminicidi, furti, rapine, violenze di ogni genere.
Molto allarme sociale ha destato l’ennesimo episodio di rapina che ha colpito un imprenditore (sofferente di ben 38 furti) e che, aggredito nel cuore della notte dai rapinatori, per difendersi dall’aggressione, a salvaguardia della sua incolumità, e a difesa della sua attività commerciale, ha reagito sparando, ma non per uccidere, anche se i colpi inferti hanno causato la morte del rapinatore.
Questo ennesimo violento tragico episodio ha riacceso i riflettori sul dibattuto concetto di “legittima difesa”, argomento che ormai da tempo è all’attenzione dell’opinione pubblica e ha indotto il Parlamento a provvedere sulla necessità di una risposta valida per assicurare l’incolumità del cittadino nell’ipotesi di un’aggressione alla sua persona e a quella di familiari in occasione di un attacco da parte di delinquenti intenzionati a rubare e rapinare. Dall’esame di questi reiterati eventi purtroppo si evidenzia l’assenza dello Stato, la sua incapacità a far fronte a questo sciame di violenza e a garantire la sicurezza del cittadino. In questa ondata di emotività, nel sapore di rabbia che destano questi accadimenti, è facile, però, scantonare quando vengono ad essere intaccati concetti e principi giuridici venuti fuori da accurati studi di commissioni di esperti giuristi. Ed è questo il caso del Codice Penale Rocco, nato nel periodo fascista, codice frutto di accurato esame da parte di studiosi e che ha retto nel tempo, tanto che, ancora oggi, molti articoli sono rimasti integri. Attualmente, fra gli altri, vi è l’art. 52 del c.p., rientrante nelle cause di giustificazione del reato e che detta: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”. Quindi, nel richiamato testo, perché una difesa possa essere legittima, occorre che sia proporzionata all’offesa. In questi giorni è in discussione in Parlamento la modifica dell’art. 52 c.p., unitamente ad altri articoli, e, da quanto è dato di sapere, il legislatore ha approntato la modifica della legittima difesa introducendo la parola “sempre”. In altre parole la difesa del cittadino, nel suo domicilio, nella sua sfera privata, sarà sempre legittima; viene eliminato così il concetto di “proporzionalità”.
Così corretta funzionerà la norma? Ci auguriamo di si, anche se conserviamo i nostri dubbi.
In ogni caso non basta modificare una norma che oggi può apparire inadeguata alla luce di tutti gli sviluppi negativi della nostra Società. Occorre intervenire con altre urgenti modifiche e provvedimenti per superare l’insufficienza del personale di Polizia, la carenza di mezzi di prevenzione, dispositivi di allarme e di ogni altro strumento atto a prevenire. E non dobbiamo dimenticare che esiste purtroppo una sottocultura, un analfabetismo civico ed ambientale; manca l’educazione, intesa come rispetto della persona, valore del concetto di vita, valore dell’esistenza umana.
La Chiesa dice: “Non uccidere”, lo Stato punisce gli omicidi, riflettiamo bene dunque quando ci accingiamo a rendere lecita la morte di una persona.

avv. Augusto Maresca

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