Mancata fruizione pubblica parcheggi interrati a Sorrento, il Comune continua ad ignorare il parere del Ministero.

A distanza di un anno dalla netta risposta del Ministero delle Infrastrutture, all’Interrogazione Parlamentare del Movimento 5 Stelle, non si registra nessun concreto provvedimento da parte degli Uffici comunali preposti, in merito a quello che a tutti gli effetti si presenta come una più che concreta inadempienza da quanto disposto dalla Legge Regionale  19/2001.

Sorrento – E’ trascorso ormai un anno dalla risposta del Ministero all’interrogazione del Movimento 5 Stelle, sollecitata dall’ex candidato sindaco Rosario Lotito e del Meet Up Penisola sorrentina,  presentata in Parlamento dai senatori Sergio Puglia, Daniela Donno, Sara Paglini, Vilma Moronese, Mario Michele Giarrusso e Paola Nugnes relativa alla vicenda dei parcheggi realizzati in difformità rispetto alle concessioni a costruire e la mancata acquisizione al patrimonio comunale. Una risposta a firma del vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, che non lascia dubbi sul da farsi: i parcheggi interrati realizzati senza il rispetto degli obblighi autorizzatori relativi all’uso pubblico delle aree superficiali sono illegittimi e l’Amministrazione comunale ha l’obbligo di acquisirli a patrimonio dell’Ente. Essendo venute meno le condizioni per la demolizione delle opere che non hanno ottemperato agli obblighi di concessione. Nonostante tale indiscutibile responso, a distanza di un anno, nel frattempo che le aree di copertura dei parcheggi pertinenziali sono ancora in possesso dei rispettivi proprietari, non risulta che l’Amministrazione comunale  abbia attivato le procedure per la loro acquisizione al patrimonio pubblico o comminato sanzioni ai sensi della Legge Regionale 19/2001,  se non il varo della Determinazione nr. 779 del 17/05/2018, avente per oggetto: Trascrizione provvedimenti amministrativi di acquisizione aree copertura parcheggi interrati; affidamento servizio legale…-  Nella cui premessa si evidenzia che:  l’Ufficio Edilizia Privata deve procedere alla trascrizione presso la competente Agenzia del Territorio di provvedimenti amministrativi disponenti l’acquisizione al patrimonio comunale di cespiti immobiliari abusivi, nello specifico costituiti da aree a fruizione pubblica, poste a copertura di parcheggi interrati, destinate a verde; Che, allo stato, i provvedimenti da trascrivere hanno ad oggetto n.ro 3 aree, mentre sono in corso ulteriori provvedimenti giudiziari, dalla cui definizione potrebbe scaturire la medesima esigenza funzionale, nell’ipotesi, in cui si definissero in senso favorevole all’Ente. – Ora al di là che il Responsabile dell’Ufficio edilizia privata, in quella che potrebbe definirsi una prima fase del provvedimento, non identifica le tre strutture da acquisire a patrimonio comunale (quali sono i parcheggi??) , ma lascia intendere di non aver compreso completamente le direttive del Ministero che in modo netto e chiaro nello specifico stabilisce che: “ i proprietari di concessioni con servitù di uso pubblico delle aree di copertura attrezzate a verde avrebbero dovuto ottemperare a tale obbligo prevedendo “…il permesso a costruire rilasciato per i parcheggi interrati che i privati costituissero  detta servitù di uso pubblico delle aree di copertura: la costituzione di detta servitù non è mai avvenuta, per cui i soggetti a cui è stato rilasciato il permesso di costruire sono rimasti inadempienti rispetto a quanto prescritto nel titolo autorizzatorio. Pertanto si può affermare che il mancato rispetto della condizione speciale di servitù di uso pubblico possa configurarsi come abuso edilizio da sanzionare, nella fattispecie, non con ordinanza di demolizione/riduzione in pristino poichè verrebbero meno i fini di pubblico interesse connessi alla realizzazione e all’utilizzo dei parcheggi interrati, ma obbligando i proprietari al rispetto della suddetta condizione speciale adottando il blocco della compravendita dei box interrati ovvero la diretta acquisizione gratuita del costruito al patrimonio del Comune”. Quindi, secondo quanto stabilito dal Ministero, dovrebbero essere acquisiti al patrimonio del Comune di Sorrento non solo le aree superficiali ,non adibite alla fruizione pubblica, ma bensì le intere strutture, compreso tutti i box auto. Al momento è evidente che nessun provvedimento è stato preso in tal senso e non è chiara la ragione per la quale il responsabile dell’Ufficio comunale preposto, nonostante tale importante documento, a distanza di un anno, non si attivi nel farlo rispettare. La Legge Regionale 19/2001 come è noto, permise di realizzare i parcheggi interrati, talvolta sventrando i nostri caratteristici agrumeti , che prevedeva  tuttavia come condizione fondamentale la sistemazione a verde al di sopra di essi come indicato appunto all’Art.6, commi: 7bis,7ter, 7 quater.- Tale condizione ,che per alcuni di essi prevedeva finanche la fruizione pubblica, come è ormai noto, non venne affatto rispettata da vari costruttori, sia nei termini stabiliti che successivamente. Nè tanto meno l’Amministrazione, tramite i Responsabili succedutisi nell’Ufficio Tecnico Comunale, anche a seguito della relazione di un agronomo incaricato dal   Comune, applicando le norme dettate dall’art.31 del D.P.R. n. 380/2001 ,si adoperava in modo concreto di fronte a determinati illeciti ,all’acquisizione al patrimonio comunale di tali strutture. – Secondo i Parlamentari pentastellati così come confermato dal Ministero, il mancato rispetto di tale primaria condizione, prevista nei permessi a costruire, rappresenta una grave inadempienza e pertanto bisogna procedere all’acquisizione al patrimonio comunale delle opere abusive e delle rispettive aree di sedime. Su tale questione cosi come in tante altre che vedono i diritti dei tanti cittadini sorrentini calpestati, oltre al Movimento 5 stelle, si registra ancora una volta l’interessamento delle Associazioni contro le illegalità  presenti sul territorio comunale, che si dimostrano essere la vera opposizione a tali modi di gestire la cosa pubblica. L’obbiettivo, come più volte ribadito, rimane sempre la difesa dei diritti della cittadinanza, di chi non ha voce, la cui debolezza non può contrastare l’arroganza e la presunzione di coloro che infischiandosene delle regole continuano a dare la sensazione di manovrare il territorio a loro piacimento. – 09 novembre 2018 – salvatorecaccaviello

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