Prima Categoria, la denuncia del patron dell’Atletico Sorrento: “Presi a calci e pugni”

Denuncia per fatti che se veri sarebbero gravissimi quella fatta dal patron dell’Atletico Sorrento, squadra di prima categoria, Antonio Schisano. Durante il match contro lo Sporting Campania giocato nel campo Di Vittorio a Barra, i giocatori della squadra sorrentina avrebbero subito minacce e sarebbero stati presi a calci e pugni. Ecco il post completo del patron Schisano apparso su Facebook:

“Il risultato segnato dai vari social non è veritiero. Potete notare dalle foto e dal video in che stato stamane alle ore 11 il campo Di Vittorio di Barra in che condizioni era.

L’arbitro sig. Gianfrancesco Antonio della sezione AIA di Napoli è stato costretto dalla società ospitante tra insulti e urla a far iniziare la gara anche se il direttore di gara avendo spiegato che neanche le linee potevano essere calcate e non poteva svolgere una partita regolare.

Iniza la partita e finisce sul risultato di 2 a 1 a favore dell’Atletico con gol di Maurizio Gallifuoco e Gaetano Miccio. Rientrando negli spogliatoi vengono presi a schiaffi e pugni dei calciatori dell’ Atletico per aver chiesto al direttore di gara su un fallo subito da Pasquale Sorrentino perché non aveva concesso i soccorsi dalla panchina. Da lì il direttore di gara resosi conto della situazione non piacevole fischia tre volte concludendo la gara. Dopo 25 minuti ci richiama in campo per far iniziare il secondo tempo. Dopo aver ricevuto ordini di proseguire la gara.

Si rientra in campo ma del gioco del calcio non esisteva più nulla. Un calciatore della squadra ospitante, colpisce al volto di nuovo Sorrentino, il direttore di gara non avvedendosi del gesto perché era impegnato in un azione di gioco. Mi rivolgo verso di lui, facendogli notare l’accaduto e ritirando la squadra di nuovo negli spogliatoi mi indica con modo arrogante e indisciplinato di fare rientro in campo.

Rientriamo in 8 nessuno vuole proseguire la gara. I padroni di casa segnano, esultano ma la gara non aveva più senso. Ringrazio il tecnico della squadra ospitante per le scuse che ha rivolto a me personalmente ed ai miei ragazzi. Ha assistito a tutto ciò che è accaduto e si è reso conto anche lui che il gioco del calcio è finito.

Noi tutti non vinciamo nulla, giochiamo per il piacere di stare insieme e divertirci, soprattutto tanti ragazzi vengono coinvolti dalla mia associazione a giocare e di non restare a casa o in strada.
Ho provveduto a segnalare il tutto alle autorità competenti, alla LND DI Napoli e Roma. Attendo risposta merito.
Ringrazio i presidenti del mio girone e di altri che appena saputo dell’accaduto mi hanno telefonato, messaggiato con parole di incoraggiamento e di affiancarmi per supportarmi nel cammino di un cambiamento in questo sport.
I miei ragazzi si sono comportati da veri atleti e da veri ragazzi che amano questo sport, e chi ci ha incontrato durante il nostro percorso ha avuto modo di conoscerci.

Il calcio è un GIUOCO e deve essere rispettato, aggregazione, amicizia, sociale, niente altro.
È chi non ama questo sport non deve frequentarlo e va radiato a vita, sostengo questa idea da anni”.

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