Sorrento e Sant’Agnello. Tassa di Soggiorno, blitz della Guardia di Finanza per 133 evasori

Sorrento e Sant’Agnello. Tassa di Soggiorno, blitz della Guardia di Finanza per 133 evasori . Cominciano a trovarsi buchi neri, se non voragini, sulla tassa di soggiorno, oltre gli abusivi, che essendo abusivi ovviamente non pagano nulla, neanche la tassa di soggiorno, ci sono anche in tantissimi regolari che trovano mille sistemi per non pagarla fra Costiera amalfitana e sopratutto Penisola Sorrentina .
L’inchiesta parte da Napoli Procura regionale della Corte dei Conti per la Campania : l’ipotesi è di danno erariale e gli accertamenti si legano al polverone scoppiato nel bel mezzo dell’estate con 133 operatori turistici indagati per peculato d’uso. Nei giorni scorsi, come riporta Salvatore Dare su Metropolis, le fiamme gialle della tenenza della guardia di finanza di Massa Lubrense si sono presentati presso i municipi di Sant’Agnello e Sorrento per acquisire dei documenti. Si sta valutando anche la posizione di alcuni dipendenti comunali e funzionari che hanno gestito l’attività di riscossione dell’imposta. Tra le varie ipotesi da verificare pure presunte e possibili omissioni negli accertamenti o addirittura mancate riscossioni e ingiunzioni. L’inchiesta è ampia e si valuta ogni dettaglio, compresi pure eventuali legami tra strutture ricettive morose e rappresentanti delle amministrazioni comunali: si punta a capire pure se qualche location in debito sia stata utilizzata e a che titolo dai Comuni per manifestazioni e iniziative pure di carattere politico.

Le indagini sono partite addirittura sei anni fa quando le fiamme gialle decidono di avviare delle verifiche sul conto di cinque strutture ricettive della penisola sorrentina. Dopo pochi mesi, i sospetti vengono confermati: i titolari delle location si appropriano dell’imposta di soggiorno. A quel punto, la Procura di Torre Annunziata decide di ampliare il raggio d’azione e indaga a tutto campo. Le fiamme gialle acquisiscono dai Comuni di Sorrento, Massa Lubrense, Sant’Agnello, Piano di Sorrento e Meta gli elenchi delle strutture alberghiere ed extralberghiere e il dossier sui versamenti dell’imposta di soggiorno. Scattano controlli incrociati e il gioco è praticamente fatto. Ai cinque imprenditori già pizzicati a non versare l’imposta ai Comuni, se ne aggiungono altri 128. I numeri sono grossi: il bilancio complessivo dell’inchiesta porta alla luce versamenti irregolari per 1.090.901 euro e versamenti mai corrisposti alle casse comunali per 349.714 euro.

Di cosa rispondono questi 133 “furbetti”? L’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Torre Annunziata è peculato d’uso. Intascando i soldi che avrebbero dovuto versare al proprio Comune di riferimento o liquidando queste somme in ritardo hanno sottratto, seppur temporaneamente, delle risorse pubbliche. Sì, perché i titolari delle strutture ricettive, all’atto di ricevere dai propri ospiti la quota dell’imposta da girare ai Comuni, sono dei veri e propri agenti contabili come ha già sancito a più riprese sia dalla Corte di Cassazione sia dalla sezione centrale della Corte dei Conti. L’accusa di peculato d’uso mossa nei confronti di coloro che, in ritardo, hanno liquidato i soldi agli enti locali è motivata anche per un altro elemento: non rispettando i termini imposti dalle amministrazioni per il pagamento, hanno provocato un danno al Comune che si è trovato, seppur per un periodo di tempo limitato, a non poter fare affidamento su quelle somme e iscrivere a bilancio nuovi ruoli.

Se dovessero esserci conferme ai sospetti, potrebbero finire sotto accusa anche dipendenti delle pubbliche amministrazioni e non solo. Insomma un bell’intreccio

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