Napoli travolge l’Udinese e si porta a meno 4 dalla Juventus fermata dal Genoa

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Napoli travolge l’Udinese e si porta a meno 4 dalla Juventus fermata dal Genoa Un successo da un significato enorme perché gli azzurri riescono a vincere in maniera larga al Dacia Arena nonostante la prestazione non sia stata delle più brillanti dall’inizio della stagione. La squadra di Ancelotti a tratti soffre la veemenza dell’Udinese ma tira fuori il carattere, stringe i denti nei momenti di maggiore difficoltà conservando il vantaggio di Fabian Ruiz e poi allunga nel finale con Mertens e Rog. Una bella spinta per il morale alla ripresa dopo la sosta e in vista della supersfida di Champions League contro il Psg.
IL GIOIELLO
Fabian Ruiz piazza un colpo da campione: ricorderà a lungo il suo primo gol in maglia azzurra, destro a giro all’incrocio dei pali. L’impatto sulla partita dello spagnolo è molto positivo: entra al posto di Verdi, fuori dopo due minuti per infortunio muscolare e si prende immediatamente le chiavi del centrocampo. Funziona da regista al fianco di Allan che come sempre conquista palloni su palloni e dà un contributo fondamentale in fase di non possesso: si sposta a sinistra Zielinski che va avanti ad intermittenza e non sfrutta al meglio da due passi la verticalizzazione perfetta di Allan.
PARTENZA SPRINT
Il gol del Napoli arriva al 14′ del primo tempo, il quinto gol degli azzurri nel primo quarto d’ora, record per la serie A. La squadra di Ancelotti ha il merito di capitalizzare al meglio la prima palla gol realmente pericolosa. Dopo la rete del vantaggio però concede qualcosa in contropiede all’Udinese, l’arma preferita della formazione di Velazquez. Sull’errore di Albiol il centravanti impegna Karnezis, ex portiere dell’Udinese, che si esibisice in un grande intervento. Un altro lo compie all’ultimo minuto di recupero del primo tempo sul tentativo ravvicinato di Pussetto.
MERTENS-MILIK
Manca Insigne per infortunio e la coppia di attacco è Milik-Mertens: il belga e il polacco giocano per la prima volta insieme dal primo minuto. Non si cercano molto negli uno-due ma partecipano alla manovra di squadra abbassandosi spesso per ricevere palla e lanciare nello spazio Callejon ma non riescono a rendersi pericolosi. Più tonico il belga che si concede un gran numero a metà primo tempo con la palla a giro che esce fuori di un soffio. Sotto tono invece Milik, viene ammonito per un’entrata dura su De Paul e rischia il rosso perché il Var richiama l’attenzione di Mariani che però conferma la sua decisione del giallo all’attaccante polacco. Il match si infiamma e sono diversi i colpi duri a centrocampo: restano a terra in rapida successione Malcuit e Allan e l’Udinese si lancia in due ripartenze pericolose. Una partita più fisica che tecnica, ripetuti gli scontri e i contatti: la squadra di Velazquez la mette sul piano agonistico.
LA FASE DIFENSIVA
Ancelotti ripropone la linea a quattro scelta contro il Sassuolo: coppia centrale Albiol-Koulibaly, Malcuit a destra e Hysaj spostato a sinistra. Il Napoli rischia qualcosa di troppo perché il centrale spagnolo commette molti più errori del solito. I movimenti dei quattro difensori non sono sempre perfetti e Lasagna ne approfitta per lanciarsi con la sua velocità negli spazi. Gli azzurri a volte si allungano un po’ troppo e i bianconeri ne approfittano per verticalizzare con rapidità, prezioso comunque il lavoro nei rientri soprattutto di Callejon.
CARATTERE AZZURRO
L’Udinese spinge con più convinzione e il Napoli nel secondo tempo regge con carattere. Fondamentale soprattutto il contributo di Koulibaly, un vero muro, insuperabile nei duelli di testa e decisivo anche nelle chiusure in velocità. Partita sempre più fisica e sul binario preferito dell’Udinese: la squadra di Ancelotti fa fatica a tirare fuori la sua maggiore qualità tecnica. Con il passare dei minuti aumentano le difficoltà del Napoli a sviluppare le trame palla a terra perché i bianconeri sono sempre più ruvidi nei contrasti ricorrendo molto spesso al fallo per interrompere la manovra azzurra. Il pericolo più grosso per Scuffet lo confeziona Samir che rischia un clamoroso autogol.
ENTRA HAMSIK
Ancelotti toglie Milik, sempre più in difficoltà, entra Hamsik e si sistema da regista e Fabian Ruiz si piazza tra le linee, abbassandosi quando necessario sulla linea dei centrocampisti e Mertens resta unica punta. Cambio indovinato in pieno. Una mossa per dare più equilibrio al Napoli e maggiore solidità per contenere la spinta dell’Udinese. Un cambio che sortisce effetti positivi anche in fase offensiva: Opoku ferma con la mano il tiro di Callejon. Rigore, Mertens realizza con freddezza. Poi il tecnico lancia Rog al posto di Zielinski e indovina un altro cambio: il croato appena entra firma il terzo gol. Gli azzurri fanno festa con i tantissimi napoletani a Udine.Balbetta la Juventus, crolla la Roma. Dopo otto vittorie consecutive, Allegri s’inceppa in casa. La mezza impresa (1-1) riesce a un Genoa tosto e mai domo che presentava Juric in panchina dopo l’avvicendamento con Ballardini durante la sosta.
La JUVE FERMATA
C’è la firma di Cristiano Ronaldo nell’azione del vantaggio bianconero a giustificare un primo tempo da padroni del campo, anche se i tanti attacchi sfociano in pochi palloni giocabili sotto rete. Genoa in affanno all’inizio: eloquente lo sviluppo dell’azione che sfocia nell’1-0 realizzato dal Pallone d’oro. In maniera quasi inspiegabile, e scatenando la delusione del proprio allenatore, la Juventus nella ripresa è irriconoscibile: abbassa il ritmo delle giocate, commette un’infinità di errori in fase di impostazione e pecca di egoismo in avanti. Soprattutto balla in difesa nell’unica, vera occasione lasciata al Genoa: tutti fermi dando per scontata l’uscita dal campo del pallone che invece Kouame capitalizza per confezionare l’assist decisivo. Segna Bessa e non Piatek, il bomber polacco che fino a ieri aveva timbrato il cartellino del gol in ogni giornata di campionato. Dal brasiliano una dedica alla mamma: «Venerdì era il giorno internazionale del cancro al seno, sei anni fa mia madre l’ha sconfitto ed era allo stadio».
TIFOSI CONTRO AGNELLI
Il risultato deludente matura sotto gli occhi della curva Sud popolata dai bambini delle scuole calcio, che hanno preso il posto degli ultrà juventini squalificati. Molti di questi hanno contestato il presidente Agnelli. Eloquenti gli striscioni firmati dai Drughi e in bella evidenza all’esterno dello Stadium, uno diceva: Ricorso da paraclo di una società che odia la sua gente. L’altro recitava: Chiedi il daspo per chi canta sapone mai una parola per i -39. Ieri allo Stadium non si sono ascoltati cori razzisti e discriminatori.
BUIO ROMA
Fa peggio la Roma che implode su se stessa: buio totale, prestazione inguardabile e tre punti meritati per la Spal (0-2). Reduce da quattro sconfitte consecutive, l’undici di Semplici ha saputo colpire al momento opportuno. Due reti per tempo, la prima è arrivata grazie al rigore di Petagna, concesso per fallo su Lazzari. La seconda a inizio ripresa: quando tutti si aspettavano che venisse fuori l’orgoglio dei giallorossi, ecco il raddoppio di Bonifazi. È stata la qualità della gara romanista a deludere allenatore e tifoseria: giocatori distratti, manovra lenta e prevedibile, insomma Roma mai incisiva e troppo in balia del contropiede avversario. La felicità della Spal macchiata in parte dalla decisione eccessiva di Pairetto: due gialli in quindici secondi ed espulsione molto dubbia del portiere Milinkovic.

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