Napoli, Fabian come Insigne: Allan top, Koulibaly è una roccia

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    Le due facce del Napoli. Inizio lampo, di quelli che oramai fanno parte del Dna di questa squadra. Gol di Fabian e partita che sembra in discesa. Poi la luce si spegne e trovare l’interruttore diventa un’impresa titanica. I reparti si allontano e diventano decisive le parate di Karnezis unite alle chiusure di Koulibaly. L’ultimo quarto d’ora, ovvero quando Ancelotti cambia due pedine troppo fragili (Milik e Zielinski), l’orchestra ritorna a suonare una sinfonia bella e coinvolgente. I gol di Mertens su rigore e Rog appena entrato sono la logica conseguenza di un cambio di mentalità decisivo. Si cresce anche grazie a vittorie sofferte come questa. Lo sa Carletto e lo sanno tutti i giocatori che infatti si abbracciano al gol di Dires che arriva come una liberazione.
    7 KARNEZIS 
    In una serata che potrebbe essere all’insegna del dolce far nulla, si deve superare con un bel tuffo per evitare che Lasagna rovini la festa azzurra. E’ sempre attento sulle conclusioni da lontano e sui cross che piovono in area. Ci teneva a fare bella figura davanti al suo ex pubblico: missione compiuta.

    6,5 MALCUIT 
    Spinge. Eccome se spinge. Oramai non sono più quei capelli fluorescenti a far notare la sua presenza in campo. Malcuit c’è e si vede. Sulla fascia destra è un treno e non esce mai dal binario. I pericoli maggiori per la difesa dell’Udinese partono dalle sue parti. Finché ha questa foga, Ghoualm può riposare con calma.

    5 ALBIOL 
    Rischia grosso innescando un contropiede pericolosissimo. Pizza pagata a Karnezis che si oppone alla conclusione ravvicinata di Lasagna. Poi si becca anche un giallo per un’entrataccia in ritardo nel finale di primo tempo. Se la difesa azzurra balla è sopratutto per le sue amnesie. Una novità. Si spera unica.

    7,5 KOULIBALY 
    Nella coppia di centrali è quello che deve cantare e portare la croce. Nella serata storta del suo compagno di merende si immola con un paio di chiusure provvidenziali. Su Lasagna nella ripresa si stende a pelle di leopardo e mura una conclusione ravvicinata che avrebbe creato non pochi problemi al Napoli.

    6 HYSAJ 
    Ancora una volta adattato a sinistra. Il compitino senza sbavature è un po’ il suo marchio di fabbrica e quella di ieri non è una serata che fa eccezione. Vede la linea di metà campo come Dante immaginava le colonne d’Ercole e per questo cerca di non oltrepassarla quasi mai se non per casi di impellente necessità.

    6,5 CALLEJON 
    Approfittando dei quell’ossesso di Malcuit che gli sgomma accanto, preferisce giocare più accentrato. Da quando è a Napoli forse non lo avevamo mai visto così distante dalla linea di gesso che delimita il fallo laterale. Ci prova con un paio di conclusioni dalla distanza e contribuisce nel lavoro sporco.

    7 ALLAN 
    Trotta alla sua maniera: su e giù per il campo come il più classico dei maratoneti. A Udine se lo ricordavano mediano di lotta, a Napoli ha imparato a fare (più che bene) tutte le fasi. Alleggerisce la manovra con appoggi mai banali e si butta negli spazzi appena gli avversari aprono la cerniera di  metà campo.

    5,5 ZIELINSKI 
    L’idea iniziale dell’allenatore è quella di piazzarlo nel centro del gioco al fianco di Allan, ma l’infortunio lampo di Verdi lo costringe subito a migrare sulla corsia esterna di sinistra. A tratti è un po’ assente e i suoi strappi sarebbero merce preziosa per tenere il Napoli su quando la squadra si abbassa.

    sv VERDI 
    Due minuti e subito si ferma. Ancelotti gli aveva chiesto di giocare largo a sinistra del centrocampo a quattro, ma non ha nemmeno il tempo di far vedere come se la cava. Al primo pallone toccato si accascia per un problema muscolare che lo costringe a lasciare il posto a Fabian Ruiz. Sfortunato, anzi sfortunatissimo.

    6,5 MERTENS 
    Si pesta un po’ i piedi con Milik ed essendo quello più mingherlino finisce per avere la peggio. Le sue giocate raramente sono banali, anzi quando può cerca di inventare qualcosa a effetto. Ancelotti lo lascia dentro nel finale preferendolo al polacco, lui ricambia realizzando il rigore del raddoppio.

    5 MILIK  
    Acceso come una pila elettrica, ma con il rischio di prendere addirittura la scossa. È nervoso, forse perché gli manca il gol. Eppure l’occasione buona ce l’avrebbe a metà primo tempo, ma la palla gli capita sul destro e sparacchia largo. Prende un giallo e rischia il rosso scongiurato solo dal Var.

    7,5 FABIAN RUIZ
    Non ha neanche il tempo di capire dove si trova che è già il protagonista della gara. Con Insigne out per problemi fisici si inventa lui un gol alla Lorenzo: destro a giro e palla sotto l’incrocio. Primo gol con la maglia del Napoli che serve a coronare una settimana d’oro con la rete realizzata con l’U21 spagnola.

    6,5 HAMSIK 
    Entra nel momento più caldo della gara con il preciso compito di gestire il pallone e far respirare la squadra in fase di impostazione. Gioca un bel numero di palloni e lo fa con grande personalità. D’altra parte è capitano di lungo corso, e anche per mezzora sa cosa vuol dire fare la differenza.

    6,5 ROG 
    Vedi Fabian: non ha nemmeno il tempo di entrare in campo e subito la butta dentro. Il suo destro dal limite dell’area di rigore è una saetta che si stampa alle spalle dell’impotente Scuffet. E pensare che Ancelotti lo aveva messo dentro per irrobustire il centrocampo in ottica di contenimento.

    7,5 ANCELOTTI 
    Più che un allenatore è un sensitivo. Sente la partita. Ma soprattutto sente i cambi. Li indovina tutti. A partire dal quello lampo per l’infortunio di Verdi. Entra Fabian e fa gol, poi nel momento di sofferenza mette dentro Hamsik e il capitano contribuisce alla ripresa di coraggio. Rog è la ciliegina, perché il croato segna il 3-0 al primo pallone toccato. A questo si aggiunge anche una grande verve emotiva perché Carletto spinge i suo come se ci fosse anche lui in campo.

    Inviato a Udine di ​Bruno Majorano IL MATTINO

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