Vesuvio e Campi Flegrei, il rischio di eruzione c’è ed è reale. Cosa dicono gli scienziati

Oltre 800 esperti provenienti da ogni parte del mondo si sono ritrovati a Napoli, alla Mostra d’Oltremare, al congresso internazionale “Cities of Volcanoes”, per discutere del rischio vulcanico in questa zona e non solo. Un evento importante, organizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile (Dpc), la Regione Campania, il Comune di Napoli, il Parco Nazionale del Vesuvio, l’Università di Napoli “Federico II” e l’Associazione Nazionale di Vulcanologia. Sono oltre un milione le persone a rischio in una zona vulcanica come la Campania e tutta la provincia di Napoli in particolare. Raffaele Pinto, capo della Protezione Civile della Campania, analizzando i piani di evacuazione dei comuni della zona rossa (quella maggiormente a rischio) e della zona gialla (con un’emergenza più contenuta) ha evidenziato come, in caso di eruzione improvvisa del Vesuvio o nei Campi Flegrei, dovranno essere mobilitate 700.000 persone alle pendici del vulcano ed oltre 500.000 nell’area a ridossi di Pozzuoli. I Piani, però, riguardano solo il 50% della popolazione che sarà costretta a fuggire. Pinto spiega che si cercherà di spostare la metà della popolazione in modo assistito ma saranno inevitabilmente tantissime le persone che si muoveranno autonomamente, anche prima che si raggiunga la piena emergenza. I Piani di fuga per l’area vesuviana ed i Campi Flegrei prevedono il raduno della popolazione in punti di raccolta, dove saranno assistiti e gestiti dalla protezione civile delle varie regioni deputate ad ospitare gli sfollati. Raffaele Pinto, inoltre, specifica che entro il prossimo anno dovrebbe essere realizzata una grande esercitazione per i Campi Flegrei. Ma quanto è realmente alto il rischio di un’eruzione? Carlo Doglioni, presidente di Ingv, specifica che non si può sapere quanto potrebbe esserci un’eruzione, ma si sa per certo che avverrà. E’ quindi necessario che la popolazione sia pronta ad affrontare l’emergenza nel modo più corretto possibile.

Nel corso del congresso, che proseguirà fino al 7 settembre, i super esperti visiteranno anche i vulcani attivi sul territorio per focalizzare le relazioni con il territorio e pianificare le decisioni da mettere in campo in caso di emergenza. E il “laboratorio” scientifico scelto è proprio Napoli. In particolare l’area Metropolitana della città. Un budello di vicoli, paesi e palazzoni nei quali vivono oltre 3 milioni di abitanti, circa 2.700 cittadini per ogni chilometro quadrato. Il tutto ai piedi di due tra i vulcani potenzialmente più pericolosi del mondo.

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