Giuseppe Gibboni infiamma il pubblico rumeno

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Il diciassettenne violinista si è classificato terzo al premio al concorso George Enescu in Bucarest in duo nelle prove preliminari con il pianista Silvestro

Di OLGA CHIEFFI

Sono stati assegnati a due strumentisti italiani il secondo e il terzo premio per la sezione violino del Concorso internazionale di musica classica “George Enescu”, in corso a Bucarest. Nella finale svoltasi il 17 settembre nella incantevole cornice dell’Auditorium di Bucarest (Atheneul Roman), il diciottenne  veneto-indiano Vikram Francesco Sedona e il nostro non ancora maggiorenne Giuseppe Gibboni, da Campagna si sono aggiudicati rispettivamente il secondo e il terzo premio, mentre premio speciale è andato al terzo finalista, l’ucraino Orest Smovzh (27 anni). La giuria della sezione violino, presieduta da Pierre Amoyal, era composto dal gotha del violinismo mondiale: Salvatore Accardo, Agustin Leon Ara, Remus Azoiței, Silvia Marcovici, Eduard Schmieder, Viktor Tretyakov, Pavel Vernikov, Krzysztof Wegrzyn. Per decisione del presidente della giuria, a questa XVI/a edizione del Concorso Enescu, il primo premio non è stato assegnato. Pierre Amoyal ha motivato la decisione con la responsabilità di mantenere un equilibrio nei confronti di tutti gli altri concorrenti della sezione violino – 48 oltre ai tre finalisti – a loro volta giovani di talento. Giuseppe Gibboni, Vikram Sedona e Orest Smovzh, supportati dall’Orchestra della Filarmonica George Enescu, diretta da Christoph Poppen, hanno regalato al pubblico tre dei più spettacolari concerti per il violino: il Concerto nr. 1 op. 6 di Niccolò Paganini, il Concerto in Re maggiore op.77 di Johannes Brahms e il Concerto in Re maggiore op.35 di Petr’ Il’ic Tchaikovsky. Un percorso per giungere all’esibizione finale che ha richiesto le caratteristiche di un violinista completo e prima di tutto musicista per poter passare dall’Adagio e fuga di Johann Sebastian Bach, per poi passare al Wolfgang Amadeus Mozart del Concerto n°4 in Re maggiore KV218, al Capriccio n°5 di Paganini, Schubert Rondò Brillante for violin and piano in Si minore D 895/op.70, Enescu, Menétrier (The Fiddler), movimento d’apertura delle “Impressions d’enfance”, della Suite op.28, e ancora Wieniawski tema e variazioni, Johannes Brahms n° 3 in Re minore op.108, le variazioni di Niccolò Paganini su God save the King, prima della finale che ha visto l’esecuzione del Concerto n°1 di Paganini. Da camerista a virtuoso in dieci giorni, con un pubblico naturalmente conquistato dalla consapevolezza dell’interpretazione del segno del genio italiano, che s’inserisce nel cammino della nostra grande scuola e tradizione violinistica, fatta di magnetica comunicazione e purezza di suono. Se la giuria ha visto Giuseppe al terzo posto, l’esecuzione di Paganini della quale Giuseppe ha sentito forte l’orgoglio e la responsabilità di restituire l’invenzione dell’innovatore italiano del suo strumento, ha diviso l’uditorio nel momento della proclamazione dei vincitori.

 

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