Champions,Un’Inter da impazzire -la carica dei 64mila guida la grande rimonta dei nerazzurri  

1 Vittoria stagionale dell’Inter al Meazza
Reti di Icardi da fuori area, sulle 108 totali con l’Inter
We are back» A S. Siro la carica dei 64mila guida la grande rimonta dei nerazzurri
MILANO – La carica degli oltre 64mila, che non hanno mai smesso di sognare, per trascinare l’Inter un gradino sopra la lucida follia. «We are back», era lo striscione esposto ieri prima della partita a San Siro dalla Curva Nord. La culla del tifo nerazzurro ha guidato la squadra a una rimonta da urlo. Proprio sotto il settore più caldo, i due gol dell’apoteosi a cominciare dall’esultanza di Mauro Icardi che non poteva scegliere modo migliore per sbloccarsi. E pure l’Inter, il feeling con la Champions League dopo sei anni lo riallaccia alla grande. Poi il gol di Vecino, un remake che più dolce non si poteva: altra capocciata come all’Olimpico, decisiva per riabbracciare l’Europa. Perché, in fondo, il calcio ha sempre una logica. Quel gradino sopra la lucida follia che appartiene, da sempre, all’Inter.
L’estasi di Vecino dopo il gol vittoria in pieno recupero. Con lui fa festa Icardi, autore del gol del pari, il primo in Champions nel giorno del suo debutto in Coppa getty images
«Lacrime di gioia! Orgoglio e mai nessun dubbio. Benvenuto in Champions Mauro Icardi Ti Amo Capitano»: così Wanda Nara dalla tribuna ha salutato su Instagram il primo gol di Maurito in Champions
di Andrea Ramazzotti
Un’Inter da pazzi. Anzi da impazzire. Come nei momenti più belli, quelli in cui, dopo tante difficoltà, la notte si tinge di nerazzurro. Come a Roma, dove lo scorso 20 maggio ha riconquistato la Champions, anche ieri sera Icardi e compagni si erano trovati sotto e sembravano spacciati. Perché gli avversari correvano di più, avevano più ritmo e più idee. Poi però, ieri come all’Olimpico, è successo qualcosa che si può spiegare solo in parte con la tecnica e con la tattica perché l’Inter attuale esprime tutto meno che un bel calcio. Anche stavolta gli eroi sono stati Icardi e Vecino che, dopo la Lazio, hanno ribaltato pure un Tottenham fino a quel punto meritatamente avanti. L’1-0 di Eriksen sembrava aver messo in una posizione assai scomoda la formazione di Spalletti che non trovava la forza per reagire e che era stata salvata dalle parate e dalle uscite di Handanovic. La crisi era lì, a un passo, ma in quei 7′ che sono trascorsi tra il 40′ e il 47′ della ripresa l’Inter si è ripresa, con rabbia, forza e carattere, dando forse alla sua stagione la svolta che il suo allenatore aveva chiesto alla vigilia. Prima il destro al volo di Icardi, poi il colpo di testa di Vecino e l’apoteosi a San Siro. Nerazzurri primi nel girone insieme al Barcellona, alla vigilia della trasferta sul campo del Psv. Da non crederci.SPETTACOLO AL MEAZZA. Pensare che il successo contro il Tottenham possa guarire tutti i mali è forse troppo, ma il 2-1 in rimonta di ieri sera darà una bella spinta a un’Inter che aveva bisogno di un successo del genere per ritrovare autostima. Prima di tutto Icardi e compagni hanno infranto il tabù di San Siro, dove non vincevano da 4 gare e poi sono tornati a conquistare i 3 punti in rimonta, dopo che finora si erano sempre squagliati nel momento di difficoltà. Se a queste due considerazioni si aggiunge che si è sbloccato pure Icardi, fino a ieri a secco, il quadro è completo. Resterebbe il problema di un gioco poco fluido, dove Brozovic è l’unica forte (neppure sempre precisa), ma per una notte, anzi per una notte come questa, l’allenatore di Certaldo potrà fare a meno di pensarci. Perché ha ritrovato un’Inter tutta cuore, che non vinceva la prima gara del girone di Champions dal 2008-09. CHE EMOZIONI. Gli uomini di Spalletti avevano bisogno dell’urlo assordante di San Siro al momento dell’inno della Champions. Quell’esplosione di gioia della gente ha dato la carica a una squadra di esordienti (6 tra i primi 11: Handanovic, De Vrij, Skriniar, Vecino, Politano e Icardi), ma non ha cambiato i rapporti di forza contro un Tottenham più a suo agio su questi palcoscenici. Sono stati gli Spurs a fare il match, a tenere il pallone (60,6% di possesso al 45’) e a gestire i ritmi. Non è stato un primo tempo spettacolare, ma sicuramente l’intensità non è mancata. L’Inter è stata costretta ad abbassare il baricentro, a difendersi più con il 4-4-2 che con il 4-2-3-1 perché, nonostante il pressing chiamato da Spalletti, gli inglesi sono stati bravi a prendere campo. A conti fatti nei 45′ iniziali poche emozioni vere (2 tiri nello specchio, uno per parte) e qualche guizzo di classe solo da parte di Eriksen che, dopo aver iniziato a destra, è andato a disegnare calcio al centro. Partendo da lì, nella ripresa, ha firmato la rete del vantaggio. Quella che sembrava aver piegato una squadra confusionaria (pochi movimenti giusti in avanti di Icardi e Nainggolan) e poco concreta. Almeno fino a 5′ dalla fine, quando Maurito si è inventato un gol incredibile e Vecino ha completato l’opera. Bentornata, pazza Inter.
fonte:corrieredellosport

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