Ancelotti: Dovevamo far gol prima

Marciniak, c’è un errore Rodic-braccio, era rigore
Non benissimo il polacco Marciniak, immeritato arbitro della finale di supercoppa Uefa fra Real e Atletico a Tallin ad agosto. E se è molto bravo nella gestione disciplinare della partita (fa anche una finezza, che dovrebbe essere normale e non lo fa nessuno), s perde un possibile rigore per il Napoli, sfuggito a tutti (regia compresa). PENALTY
Partiamo dall’errore: 14’ del primo tempo, cross di Fabian Ruiz, due difensori della Stella Rossa s’incrociano, il più sorpreso è Rodic che si vede sbucare il pallone e con il braccio destro compie un movimento a chiudere toccando il pallone (foto SKY), che poi si smorza sulla gamba. Solo Callejon protesta, che è dietro Rodic e vede tutto. A Marciniak la lampadina, però, non s’accende.
DISCIPINARE
Bene in generale, molto bene quando, al 37’, Allan (già ammonito) commette fallo su Ben, Krsticic chiede il cartellino, Marciniak non ci pensa due volte e ammonisce lui, come il regolamento prevede. E’ tanto difficile?
Eppure: una traversa, un salvataggio sulla linea, un possesso palla mostruoso, un dominio sparso in quell’ora e mezza ch’è valso semplicemente un pareggio. Eppure: un debuttante, uno schema praticamente nuovo e poi il ritorno al passato, due punte o anche quattro, una presenza nella trequarti (la trequarti, eh) avversaria del 28% e assalti laterali e poi centrali per contare gli errori, mica i punti, e andare a sbattere contro qualcosa che sa di catenaccio all’italiana (si sarebbe detto una volta). Eppure, riguardando Stella Rossa-Napoli, rivedendosi dentro, quella che era una macchina da gol è rimasta una cartolina del passato che si è andata stropicciando – via via – anche a Belgrado.Ancelotti, come spiegarselo?
«Ci è mancata soltanto la vittoria, perché abbiamo sbagliato la finalizzazione di poco e qualche cross. E’ stata una questione di dettagli che a volte contribuiscono a fare la differenza. Siamo arrivati sempre ad un passo dal momento propizio ed è venuto meno proprio l’ultimo passaggio o la conclusione, quella giusta».

La chiameremo imprecisione.
«Non siamo stati troppo fortunati, onestamente, però è anche vero che siamo stati poco incisivi, soprattutto al momento delle scelte. E’ una constatazione che può aiutarci, perché in questo modo sappiamo dove e come migliorare».
Vista la Stella Rossa, i rimpianti crescono. E rilette le statistiche, è difficile che possa accettare questo pareggio.
«Abbiamo perso due punti in un girone che è difficilissimo. Ma non si parte battuti, perché ci sono altre cinque gare a disposizione per chiunque. Insisto: non è il caso di fare drammi e, volendo leggere la classifica, in questo momento siamo secondi. E’ chiaro che pensavamo, visto come eravamo nella partita, di poterla fare nostra. E’ stato più difficile di quello che è sembrata e mi sembra di poter dire per questione di centimetri, in certe circostanze».

Il gol lo trovate faticosamente: una rete nelle ultime tre partite, sabato scorso con la Fiorentina.
«Ed è un peccato, perché le occasioni le creiamo e ci siamo riusciti anche a Belgrado ad andarci vicinissimo. Ma quando non vinci è normale non fare salti di gioia e riflettere su tutto quello che ti ha negato il successo. Noi siamo sufficientemente lucidi per saperlo e per intervenire».

Nel finale si è giocato poco, come si poteva anche sospettare e la Stella Rossa, per tutto l’arco dei novanta minuti, ha preferito starsene ad aspettare.
«Ma il problema rimane comunque un altro, non essere riusciti a segnare, quando ne abbiamo avuto la possibilità. Però adesso bisogna guardare avanti, questo è il calcio e questa è la Champions. Il cammino è lunghissimo, siamo appena all’inizio, e certe partite possono aiutare anche in prospettiva».

fonte:corrieredellosport

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