5. Accoglienza. Il cristiano, la fede e la “Diciotti”

Più informazioni su

    Un autore medievale ha scritto: «Quando l’intero essere dell’uomo si è, per così dire, mescolato all’amore di Dio, allora lo splendore della sua anima si riflette anche nell’aspetto esteriore» , nella totalità della vita. Sì nella vita, perché a parlare siamo bravi, ancor di più a chiedere al Signore, ma al momento della pratica, spesso, naufraghiamo miseramente. C’era una volta un’anziana signora che passava in preghiera molte ore della giornata. Un giorno sentì la voce di Dio che le diceva: “Oggi verrò a farti visita”. Figuratevi la gioia e l’orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l’arrivo di Dio. Dopo un po’, qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: “Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!”. E sbatté la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c’era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: “Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un’altra volta!”. E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. “Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo… E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa”, implorò il povero. “Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!” disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: “Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto”. L’anziana donna aveva dimenticato che gli evangelisti indugiano nel raccontarci le innumerevoli occasioni in cui Gesù si intratteneva con chi aveva bisogno del suo aiuto. Davanti alla porta di casa, a Cafarnao, c’era sempre una fila sterminata di ammalati, lebbrosi, storpi, paralitici. Gesù li ascoltava uno ad uno, si interessava alla loro situazione, spesso li cingeva con le sue braccia. Ma non era venuto per predicare, perdonare i peccati, annunciare la venuta del Regno? Per lui in realtà il Regno consisteva proprio in questo: mettere in piedi l’uomo e consentirgli di camminare con fiducia verso il proprio futuro. Per questo scopo il discepolo è invitato a farsi prossimo di chi è ferito nel corpo e nello spirito, a farsi pane per chiunque chieda asilo, abbia fame, sete. Ed in effetti, Gesù stesso, dopo essersi speso interamente per la sua gente, mentre stava a tavola con i discepoli l’ultima sera della sua vita, invitò anche loro a fare altrettanto. Come lui e in memoria di lui, anche loro erano invitati a farsi pane, a darsi interamente . La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che lui stesso “riempie” i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in lui. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e, quindi, sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie.
    Aniello Clemente

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »