Positano. I mali dei nostri giorni

Pubblichiamo un'attenta analisi, dura ma veritiera, di Carlo Cinque del San Pietro, su ciò che sta capitando nel nostro paese, a commento di un articolo apparso oggi sul giornale

Dopo gli sfaceli che un “turismo” selvaggio, nel senso di un turismo senza controlli da pare del paese che lo riceve, sta arrecando al nostro tessuto civile e urbano di giorno, ora anche la notte positanese è diventata pericolosa, invivibile e imprevedibile, nel senso di cosa possa succedere alle persone tranquille che hanno la sventura di incrociare i tanti balordi che impongono la loro legge della mancanza di civiltà e della violenza, in particolar modo nella zona della spiaggia grande e della via pedonale dei Mulini, di accesso alla stessa.

Non si contano più gli schiamazzi notturni che impediscono il riposo, gli imbrattamenti, gli atti vandalici contro le cose e le attrezzature, le aggressioni contro le persone, minacce, risse, accoltellamenti, da parte di singoli e/o branchi di giovani e meno giovani ubriachi o con la mente alterata dalle sostanze più disparate o da una combinazione di entrambe.

Quando questo che qualcuno chiama “divertimento” termina si può assistere a un altro spettacolo orripilante, ovvero si possono contare decine di giovani sfatti dagli sballi della notte che giacciono incoscienti, fino alle prime luci dell’alba, su qualsiasi luogo abbia avuto la ventura, o sventura, di accogliere le loro membra, lordando scale, androni e altro del loro vomito, bottiglie rotte e altre porcherie varie.

Non ci vuole una capacità di ragionamento impressionante per capire che tutto ciò è anche causa di spaccio di sostanze varie nell’assenza di qualsiasi attività di prevenzione e/o di repressione sulla porzione di territorio e negli orari di commissione di tali reati contro il patrimonio e contro le persone.

Dove vogliamo arrivare ? già dove siamo arrivati sembra un punto dal quale sarà difficile ritornare se avessimo il buon senso di dotarci in fretta, nella zona spiaggia grande, di una pattuglia di vigilanza, costituita da forze dell’ordine, dotata, quindi, del potere di poter fermare, identificare e anche arrestare in fragranza di reato. Ben venga la vigilanza della Lares istituita recentemente dal Sindaco, tuttavia sarebbe preferibile avere un sistema di sorveglianza che potesse utilizzare strumenti coercitivi laddove necessari. Il buon senso suggerisce che tale sorveglianza debba avere un locale a disposizione dove poter far base per la stagione turistica, che ricordiamo a Positano non dura i classici tre mesi da luglio a settembre ma dura sette mesi, da aprile a ottobre.

Nella nostra piccola Positano, in termini geografici, si sta tentando un esperimento singolare, si sta cercando di impiantare un turismo di massa, o perlomeno di non contrastarlo, in un paesello che non ha la capacità fisica di contenerlo.

Questa scelta, voluta o subita passivamente, è a mio avviso miope, perché quando la domanda di turismo supera di gran lunga l’offerta della località di destinazione, il paese che riceve la domanda avrebbe tutte le possibilità di selezionare i flussi turisti che gli si confanno e che gli aggradano relativamente alle proprie caratteristiche e per carità non iniziamo a parlare di discriminazioni legate al censo perché questo non è l’unico metro di valutazione per un turismo di buona qualità.

Scegliere di non volere persone che provocano disordini pubblici e che attentano alla pubblica incolumità, perché bevono smodatamente o si annebbiano il cervello con altre porcherie, gente maleducata e incivile che bivaccano in ogni dove lasciando scie di sporcizia dietro di loro non significa discriminare, significa difendere il proprio paese e quella fetta di turismo di qualità che ancora lo sceglie.

Un tempo tutti noi positanesi amavamo il nostro paese e gli eravamo fedeli, ci spendevamo per la sua difesa contro tutti coloro che cercavano di introdurre e imporci un cambiamento che non gli si confaceva. Oggi purtroppo una minoranza di noi positanesi, spero sia davvero tale, non è più innamorata del nostro paese, perché lusingata e attratta dal miraggio del guadagno facile “mordi e fuggi”.

Per questo motivo, una parte di noi, ha iniziato a incoraggiare a favorire e anche a subire questa formula turistica del “avanti tutti e con qualsiasi mezzo” che potrebbe essere anche adatta per altre località turistiche con dinamiche diametralmente opposte alla nostra.

Questo tipo di turismo, senza filtri, non si adatta al nostro paese anzi lo infetta con i germi della mancanza di cultura, del malcostume, dell’inciviltà diffusa, dell’Io vengo prima di tutti, del menefreghismo e della mancanza della solidarietà sociale.

Ovviamente questi nostri concittadini, ciechi sui danni sociali e collaterali che producono, stanno invece operando molto oculatamente, allo scopo di massimizzare e privatizzare i ricavi e collettivizzare i costi e disagi sulla restante parte della popolazione del loro paese.

A questi nostri concittadini smarriti perché sedotti, ma non ancora abbandonati, dal Dio Denaro, al quale solo rivolgono le proprie invocazioni e suppliche e che per questo motivo hanno smesso di pregare e venerare la nostra Madonna bizantina, dico di soffermarsi a pensare sul fatto che essi stanno lucrando sul presente, rinnegando, sfregiando e svendendo i gloriosi, pioneristici ed epici trascorsi di Positano.
In più, come se questa rinuncia della identità collettiva non costituisse danno sufficiente e ad ancor maggior danno di ciò, essi non si accorgono, voglio anche concedergli il beneficio del dubbio, che stanno liquidando e ipotecando il proprio futuro e stanno minando e rubando quello dei loro figli e quello del paese intero per le prossime generazioni a venire.

Esorto questi nostri concittadini confusi, a considerare e ricordate, a futura memoria, che il Dio Denaro ha lo sguardo rivolto esclusivamente al presente, non conosce né passato né futuro. E’ un dio egoista, vanesio, superficiale e spregiudicato che non esiterà a lasciarvi orfani delle adulazioni del suo ingannevole abbraccio, lasciandovi soli a stringere un pugno di carta, ormai senza più valore, in mano, quando non avrete più nulla da offrirgli.
Prima di questo momento, però, avrà preteso e ottenuto da voi il sacrificio di tutti i vostri valori, di tutte le cose genuine, belle, pure e spontanee della nostra tradizione turistica e dell’accoglienza sul suo orrido e grottesco altare.

La nostra Madonna bizantina di Positano è invece una madre prodiga e premurosa, che ci accudisce con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Essa ci tiene in grembo dalla nostra nascita fino alla morte, non ci abbandonerebbe mai ne permetterebbe che ci fosse fatto del male.

I nostri mali attuali, purtroppo, non si limitano alle ore notturne, ce ne sono altri, di pari gravità, che ci affliggono per tutte le ore diurne e che sommandosi ai primi non ci concedono tregua per tutte e 24 le ore di durata di una giornata. Anche i nostri mali diurni sono figli di quella stessa concezione di turismo che favorisce l’attecchimento di formule turistiche a noi estranee per cultura e mentalità.

Se continuiamo a dormire sugli allori, e con noi i nostri rappresentanti, e seguitiamo a subire le scelte opportunistiche, legate al momento, operate altrove, in territori diversi dal nostro che ci vedono solo come terreno di conquista e rapina, leggi “turismo mordi e fuggi”, al quale già aver dare l’appellativo di turismo è una grossa eresia.

Se non prenderemo in mano le redini del nostro destino e non impediamo che siano gli altri a decidere del nostro futuro, abbiamo sotto gli occhi il destino che ci aspetta: bande di persone che bivaccano in ogni dove; disordine pubblico; sporcizia ovunque; perdita del controllo del territorio; strade sempre più ingolfate di traffico.

Tutte queste cose stanno producendo la conseguenza di far scadere la qualità del turismo vero, qualità intesa nel senso del turista che soggiorna un tempo utile a fargli apprezzare e rispettare le peculiarità ambientali e umane del nostro territorio. Questo tipo di turismo è l’unico veramente remunerativo, nel tempo, per il territorio, che invece, anno dopo anno, sta subendo continue perdite di valore, di valori, di etica e di reddito per le attività turistiche e anche per il relativo indotto.

A mio modesto parere, oggi, noi cittadini della Costa d’Amalfi stiamo vivendo in uno stato continuo di illegalità, pericolo e mancanza di sicurezza, e la causa principale di ciò è costituita dal fatto che l’UNICA strada che attraversa i nostri paesi, la SS163 Amalfitana, è per gran parte del giorno, letteralmente bloccata, in molteplici punti da un flusso veicolare che essa ormai non può più sostenere.

Non ci vuole Pazzaglia per capire che la Costa d’Amalfi è servita da una sola e UNICA strada, che funge sia d’accesso che di esodo, e che le autorità competenti, dovrebbero avere l’obbligo morale, oltre che di legge, di emanare provvedimenti allo scopo di mantenerla sempre libera da blocchi, ingorghi e forti rallentamenti, possibilmente pulita per essere fruibile ad ogni ora per il traffico veicolare o per utilizzarla come via di esodo e sopra ogni cosa come transito per i mezzi di soccorso diretti a ospedali che purtroppo sono tutti dislocati lontano e all’esterno del nostro comprensorio.

Se il nostro territorio, non ha titoli, o numeri, propenderei a dire la forza politica, per aver diritto a un ospedale vero e proprio, che almeno ci sia consentito di raggiungere gli altri ospedali esistenti, fuori comprensorio, in tempi, non oso dire rapidi, ma quanto meno normali, affinché le cure prestateci possano risultare efficaci e non purtroppo inutili, come accade in diversi casi.

La nostra Costituzione sancisce, nel suo primo articolo, il diritto al lavoro dei cittadini italiani, diritto che è seriamente compromesso se per recarsi al luogo di lavoro si debba partire da casa un’ora prima o più, giusto per tener conto del traffico presente e altrettanto bisogna fare al rientro.

Tutti e sette i mesi della stagione turistica registrano una mole di traffico forzato bestiale e non più sopportabile; per questo motivo molte persone preferiscono utilizzare i ciclomotori per spostarsi, finendo in coda alle interminabili file provocate dai grossi bus che scorrazzano attraverso il nostro territorio, ormai anche in entrambi i sensi di marcia, essendo condannati a respirare le esalazioni tossiche da essi provenienti per tutta la durata del tragitto.

Le negatività di avere l’UNICA strada che attraversa la Costa d’Amalfi perennemente paralizzata dal traffico, nei sette mesi della stagione turistica, sono innumerevoli e penso che ogni abitante del nostro territorio se ne renda sempre più conto col trascorrere del tempo, a causa degli incidenti, sempre più numerosi e gravi che vi si verificano e soprattutto con la consapevolezza che parte della nostra vita sarà spesa imbottigliati nel traffico e a respirare fumi tossici.

Carlo Cinque
Cittadino di Positano Costa d’Amalfi

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