Giornalisti scomodi ad Arzano , Mimmo Rubio dopo due attentati vuole andare via

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I giornalisti scomodi per la camorra. Un mese fa il clan della 167 di Arzano, cosca da poco inserita dalla Dda tra quelle più pericolose dell’intero panorama criminale camorristico, mise in atto due stese a colpi di potentissime batterie di fuochi artificiali sotto casa del giornalista Mimmo Rubio, autore di inchieste scottanti sulle attività del clan e soprattutto sui suoi stretti rapporti con esponenti politici locali. Una sconcertante prova di forza: in quella occasione, una ventina di moto di grossa cilindrata bloccarono per una decina di minuti, il tempo della durata delle batterie pirotecniche, tutto il traffico di piazza Cimmino, nei pressi del Municipio.
LA SPEDIZIONEL’altra notte un’altra clamorosa spedizione punitiva, con il lancio di due bombe carta sul balcone di casa del giornalista. Che è ben consapevole di essere nel mirino, visto che negli ultimi quindici anni ha ricevuto decine di lettere di minaccia e altrettante missive con proiettili nelle buste. Eppure resta blanda la protezione di Mimmo Rubio, sottoposto dalle forze dell’ordine a una sorveglianza che si limita a un ripetuto passaggio delle auto di servizio sotto casa sua.
La tensione, ad Arzano, è alta da tempo: Giuseppe Bianco, un collega con il quale Rubio ha firmato alcune inchieste, è stato affrontato sotto casa da due sconosciuti con il volto coperto da caschi integrali, strattonato e minacciato di morte con una pistola se non si faceva i «c…suoi». Ma neanche questo è servito, almeno finora, ad aumentare la tutela.
«Ieri notte racconta Mimmo Rubio, che attualmente dirige Arzano News, oltre a collaborare con il quotidiano Roma – poco dopo l’una e mezza sono stato bruscamente svegliato da due potenti esplosioni sul balcone della mia abitazione, al secondo piano. Gli ordigni, da come mi è stato possibile accertare, erano stati lanciati dalla strada. Da una moto di grossa cilindrata, che si è fermata sotto il balcone. Quello che era seduto dietro è salito sul sellino del mezzo a due ruote, e dopo aver acceso le micce ha lanciato i due ordigni sul balcone del secondo piano, dove dormo. Sapevano anche questo». Rubio non nasconde la sua paura. «Ora sì, ho paura. Oltre a percepire di essere stato isolato, e questo non è un buon segno, mi trovo a fronteggiare da solo, con l’unica arma delle inchieste giornalistiche, una cosca violenta». Oltretutto i due ordigni – sottolinea con amarezza – sono stati fatti esplodere in un momento particolarmente delicato per la mia famiglia. Mia madre è appena tornata dall’ospedale. Immaginate una donna di 80 anni, sofferente, svegliata in quel modo nel cuore della notte. Se non intervengono misure concrete a salvaguardia della mia attività – conclude – potrei andare via da Arzano».
IL SINDACATOUn grido di dolore e una richiesta di maggiore protezione, per non fa tacere una voce forte e libera. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania e la FNSI in un comunicato hanno espresso «forte preoccupazione per quanto accaduto la scorsa sera al giornalista Mimmo Rubio ad Arzano», episodio che «segue le minacce al collaboratore del Roma Giuseppe Bianco. Per entrambi – evidenzia il sindacato – è stata già attivata una tutela da parte delle forze dell’ordine. Tuttavia, sollecitiamo la massima attenzione degli organi preposti alla tutela dei colleghi in un territorio ad alta densità criminale. Il Sindacato dei giornalisti – conclude il comunicato – sarà al loro fianco in tutte le sedi». Appello al ministro degli Interni Matteo Salvini da parte di Francesco Borrelli, consigliere regionale, perché faccia sentire la sua vicinanza dando risposte concrete alla richiesta di sicurezza di chi combatte la camorra ogni giorno

Marco Di Caterino , Il Mattino

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