Aumentano le presenze di turisti su Monte Faito, ma traffico e abbandono di rifiuti sono intollerabili
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Un anno fa, a Ferragosto, 18 ettari di bosco a Monte Faito furono distrutti da un incendio doloso ed ancora oggi le ferite inferte alla natura sono ben visibili. Ad appiccare le fiamme un 60enne di Vico Equense che confessò ai carabinieri di aver preso un fiammifero ed aver acceso la prima fiamma che ha poi devastato la vegetazione e aggiunse di non sapere nemmeno perché l’avesse fatto. Le fiamme da Monte Faito si propagarono fino a Pimonte ed Agerola per quello che fu un agosto infernale che nessuno ha dimenticato. Ci vorranno anni prima che gli alberi bruciati possano ricrescere e la vegetazione possa tornare folta e bella come era prima, ma si sta facendo di tutto per riportare la vita su Monte Faito, invogliando le persone ed i tanti turisti a scegliere questi luoghi per le loro giornate di relax. Il primo tassello, fondamentale per una ripresa, è stata la riapertura ad aprile scorso della funivia, che consente di raggiungere agevolmente Monte Faito da Castellammare di Stabia. Nella settimana di Ferragosto, grazie anche al prolungamento delle corse, la Funivia ha trasportato circa 50.000 persone. Ma il lavoro continua e si deve necessariamente garantire una costante vigilanza affinché la montagna non venga vandalizzata. Perché un gran numero di visitatori è una cosa positiva, ma l’aspetto negativo è che non tutti rispettano le norme fondamentali di tutela dell’ambiente ed i volontari sono costretti a ripulire le aree destinate ai picnic dai rifiuti lasciati da persone prive di ogni forma di educazione. Il nucleo di “guardie ambientali”, costituito ripetiamo da volontari, si ritrova spesso a dover spegnere i resti dei falò che vengono pericolosamente accessi in mezzo ai boschi e che potrebbero facilmente appiccare degli incendi. Numerosi, inoltre, i fusti di alberi vandalizzati con scritte ed incisioni. Gli imprenditori di Monte Faito chiedono insistentemente una maggiore attenzione e lamentano, ad esempio, che sul piazzale negli giorni non c’è alcun tipo di illuminazione, compromettendo la sicurezza. Inoltre sollecitano una manutenzione delle strade e l’istituzione di servizi navetta per i tanti turisti, che consentirebbe di ridurre l’afflusso di auto private. Alla fine va ribadito fortemente che vivere la montagna è bello, ma prima di tutto bisogna rispettare l’ambiente, non creare situazioni di pericolo e, una volta terminata la giornata di relax, lasciare i posti che ci hanno ospitati come li abbiamo trovati, senza abbandonare rifiuti di alcun tipo che altri sarebbero costretti a raccogliere.