Grillo, il ministro della Sanità “No scaricabarile su reparto chiuso a Napoli”. Oggi a Scafati e Castellammare

Grillo, il ministro della Sanità “No scaricabarile su reparto chiuso a Napoli”. Oggi a Scafati e Castellammare «Se c’è il personale di un intero reparto che se n’è andato, chiudendo bellamente per due giorni e spostando pazienti come se fossero pacchi postali, per garantire la partecipazione a una festa, non accetterò lo scaricabarile e che qualcuno dica non so niente o non è colpa mia». Il ministro della salute Giulia Grillo piomba nell’ospedale del Mare «per capire di persona come è potuto accadere» tutto questo, tra venerdì 6 e sabato 7 luglio, chiama in causa i vertici della struttura («non siamo nel paese dei balocchi») e invia anche gli ispettori del suo dicastero per avere una relazione dettagliata «entro 48 ore», dopo il blitz del Nas e l’inchiesta con l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio. «Ci sono vari gradi di responsabilità, li accerteremo tutti e agiremo di conseguenza. Con polso fermo».

«La situazione è già gravissima dal punto di vista morale: la vicenda mi ha fatto molto arrabbiare, getta discredito sulla classe medica di cui faccio parte», dice Grillo, puntando l’indice contro il primario di chirurgia vascolare Francesco Pignatelli, l’organizzatore del party già sospeso dall’incarico dirigenziale, ma in servizio ugualmente per non fermare l’assistenza. «Dovrebbe chiedere scusa in pubblica piazza», gli suggerisce, spiegando però che «non solo lui» è al centro dell’attenzione. Anche il governatore Vincenzo De Luca definisce «indegno quello che è accaduto». E invoca pugno duro: «Ci sono livelli di imbecillità che è difficile prevedere sulla faccia della terra: ho sentito il direttore generale della Asl che sta ovviamente seguendo una procedura prevista dal contratto e mi sono permesso di dirgli di non perdere un minuto di tempo e di adottare il massimo rigore consentito dalle normative».

Intanto questa mattina il Ministro si è recata negli ospedali di Scafati e Castellammare di Stabia.

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