Cetara – Vietri sul mare, questa draga è una vergogna! Il Comitato Civico vietrese fa il punto della situazione e apre con Positanonews

Cetara – Vietri sul mare, questa draga è una vergogna! Il Comitato Civico vietrese fa il punto della situazione e apre con Positanonews. Il nostro giornale sta seguendo la vicenda della porta della Costiera amalfitana da Salerno da vicino, perché quello che succede è sconcertante. Sia come sia è inconcepibile che si facciano lavori ordinari a mare in pienissima stagione balneare come è luglio. Positanonews è concentrato sulla Costa d’ Amalfi e Sorrento e l’ambiente ed il mare sono al centro delle nostre attenzioni.

Riportiamo la newsletter del Comitato al quale facciamo i complimenti per il lavoro fatto:

Cetara – Vietri sul mare, questa draga è una vergogna! Lavori per il depuratore a mare in piena estate, che turismo si vuole fare ?

Redazione_MC – 12 luglio 2018

Cetara-Vietri sul mare, questa draga è una vergogna! Lavori per il depuratore a mare in piena estate, che turismo si vuole fare ? Riceviamo e pubblichiamo molte segnalazioni da turisti e residenti della Costiera amalfitana.

 

La Draga stamani in azione. Viene smosso il fondale… acque torbide garantite per i bagnanti…. Il tutto nel bel mezzo del mese di luglio… i miracoli della nostra politica

 

I lavori della condotta del depuratore voluto dalla provincia di Salerno per collegare Cetara con Vietri sul mare stanno scuotendo l’opinione pubblica.Certo se succedeva a Ravello, Amalfi o Positano non sappiamo se le amministrazioni stavano a guardare, diversi metri di valutazione del turismo?

 

C’è una Costiera amalfitana di serie A e una di serie B?

 

Ma, poi, è normale tutto ciò?

 

COMMENTO INTELLIGENTE dell’anonimo Beta:

07/12/2018 alle 22:51

 

Probabilmente se ad aprile avessero dato i necessari permessi per proseguire i lavori, la ditta avrebbe finito da un pezzo.

Del resto il 19 giugno, nell’incontro pubblico, il RUP lo ha detto fin troppo chiaramente. Adesso i vietresi ed i turisti sanno con chi dovranno prendersela!

Sempre che non si tratti invece di lavori di riparazione alla vecchia condotta…

Un mistero locale ancora tutto da svelare.

 

http://www.positanonews.it/2018/07/cetara-vietri-sul-mare-questa-draga-vergogna-lavori-depuratore-mare-piena-estate-turismo-si-vuole/3254847/

 

Depurazione in Costiera amalfitana – Il RETROSCENA 

Quei dissidi “civici” che bloccano da anni altre quattro opere 

14 luglio 2018

 

AMALFI. «In Costiera amalfitana dobbiamo completare un tratto di collegamento tra Cetara e Vietri sul Mare, per arrivare al depuratore di Salerno. Si devono risolvere i problemi che ci sono, per consentire l’attivazione del depuratore anche a Cetara».

 

Nel giorno dell’inaugurazione del depuratore di Amalfi, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, parla solo della condotta di Cetara,dimenticando le altre opere ancora ferme al palo in tutto il territorio della Divina. E, soprattutto, il mega-impianto annunciato 1 anno e mezzo fa, da costruire in località Demanio a Maiori, a servizio di diversi comuni della Costiera. L’unico dato certo ed inequivocabile è che, nel giro di pochi anni, sono totalmente cambiate le carte in tavola e i progetti sono stati totalmente stravolti. L’aspetto più bizzarro di una situazione alquanto paradossale è che i soldi ci sono ma, nonostante i finanziamenti, non si vede il traguardo.

In base ai progetti originari i depuratori in Costa d’Amalfi sarebbero dovuti essere quattro. Uno a servizio di Ravello, Atrani e Scala, per un importo totale di 7,5 milioni. Un altro per Maiori e Minori, che era anche l’impianto più grande e più costoso (11,5 milioni di euro). Quindi quello comprensoriale per Praiano, Conca dei Marini e Furore, finanziato con circa 5 milioni di euro, E, infine, quello di Cetara (circa 2 milioni e 500 mila euro).

 

Al posto di rimboccarsi le maniche si sono accumulati ritardi su ritardi e, in questi anni, la Divina, invece di preservare il suo status quo, che è anche la fonte primaria di reddito dei suoi residenti, sta facendo di tutto per depauperare il proprio patrimonio turistico e ambientale. Colpa non solo di ripicche politiche ma anche di mala gestione da parte degli enti, come la Provincia, che è delegata a disciplinare tutta la procedura, compresa la gara d’appalto.

I depuratori, finanziati con fondi dell’Unione europea, infatti, sarebbero dovuti essere pronti (e funzionanti) entro il 31 dicembre del 2015. Invece siamo a luglio del 2018 e non sono neppure cominciati i lavori. (g.d.s.)

 

http://www.lacittadisalerno.it/cronaca/quei-dissidi-civici-che-bloccano-da-anni-altre-quattro-opere-1.1969322

 

Mare sporco a Salerno, la denuncia dei giovani della Cisl provinciale

15 luglio 2018

 

“Una città turistica non può non contare sul proprio mare. E’ doloroso vedere la città svuotarsi perché non si può tuffare davanti a quell’elemento che, quotidianamente, caratterizza la nostra quotidianità”.

 

Così Luigi Bisogno, presidente della Cisl Giovani Salerno, interviene sul problema del mare sporco nella città capoluogo. “Volendo fare un paragone, possiamo dire che ogni giorno festivo si registra una fuga di cervelli a Salerno. Chi può permetterselo va fuori porta almeno per mezza giornata, mentre il resto si accontenta di quello che ha.

 

Ma ormai sono dieci anni che ci diciamo sempre le stesse cose e invece il mare continua a essere sporco. Siamo felici che in provincia si discuta di depuratori e di acqua pulita. Ma quando Salerno potrà avere un vero turismo, fatto di spiagge attrezzate oltre che di un mare pulito? Come Cisl Giovani ci auguriamo presto”.

 

A fare da eco a Bisogno c’è Gerardo Ceres, segretario generale della Cisl Salerno. “Dispiace dover registrare, per l’ennesima estate, l’incapacità di programmazione da parte delle istituzioni.

 

Salerno è una città di mare ma, paradosso surreale, non può utilizzare questa risorsa. Se si vuole puntare sul turismo bisogna farlo a 360 gradi, altrimenti d’estate si rischia di diventare il solito “hub” di passaggio prima di raggiungere Costiera amalfitana e Cilento.

 

Sarebbe bello parlare di estate oltre gli eventi organizzati in questi mesi nei luoghi più suggestivi di questa città”, ha detto Ceres. “Forse un concerto in meno e un mare più pulito farebbero la felicità di tutti, in primis dei ragazzi che non devono allontanarsi più di tanto da casa per potersi concedere un tuffo in totale serenità”.

 

https://www.salernonotizie.it/2018/07/15/mare-sporco-a-salerno-la-denuncia-dei-giovani-della-cisl-provinciale/

vietri sul mare

Il Consiglio boccia un nuovo vertice sulla condotta

Antonio Di Giovanni

15 luglio 2018

 

VIETRI SUL MARE. Condotta sottomarina per allacciare Cetara al depuratore di Salerno: bocciata dalla maggioranza in consiglio comunale la proposta di una nuova convocazione di un tavolo tecnico per dirimere, secondo l’opposizione, dubbi, perplessità e incomprensioni tra i comuni della Costiera la Provincia. La maggioranza, infatti, ha deciso di andare avanti con un ricorso al Tar in modo da annullare ogni atto amministrativo legato all’opera pubblica.

Una linea che l’opposizione non condivide: «Il nostro obiettivo – ha sottolineato Alessio Serretiello consigliere comunale di minoranza – era quello di garantire la cittadinanza sulla bontà o meno del progetto. Nella prima convocazione al tavolo si sono presentati solo il comune di Vietri e l’Ausino. Cosa particolare è che nella determina 610, viene comunque indicata la necessità di riconvocare il tavolo ma solo per comunicare la decisione assunta dell’Ente. Ecco quindi la necessità di riconvocare il tavolo tecnico. Purtroppo la maggioranza è poco interessata ad affrontare nel merito la questione».

 

«La cosa che sorprende – aggiunge Serretiello – oltre al voto contrario del Pd, è la posizione assunta da Campania Libera: i consiglieri Massimiliano Granozi e Antonio Borrelli, nel precedente consiglio si erano detti favorevoli al progetto, per poi votare contro la nostra proposta, nel mutismo assoluto del consigliere delegato all’ambiente, Massimiliano Granozi».

 

http://www.lacittadisalerno.it/cronaca/il-consiglio-boccia-un-nuovo-vertice-sulla-condotta-1.1970042

 

Un’inarrestabile ondata umana sta dilagando sulle nostre coste, la pressione monta e cresce il seme della discordia tra chi “Vive Di” turismo e chi “Convive” con il turismo

di Beta – 14 luglio 2018 – 16:41

La turistificazione è diventato un tema fondamentale, grazie all’enorme capacità d’impatto che ha nel ridefinire luoghi e ritmi di vita di intere comunità a livello planetario.

I numeri nell’ultimo decennio sono stati tali da giustificare la definizione del turismo come la principale industria pesante del secolo, per le molteplici implicazioni sociali, economiche ed ambientali che vi ruotano intorno.

Città e paesi sono oggetto di ristrutturazioni intensive, di brandizzazione di luoghi, tradizioni culturali, religiose, gastronomiche, con l’aumento esponenziale di vani ed immobili da affittare nei centri storici, implementazione dei trasporti (viario, ferroviario, areoportuale ecc.), misure antinquinamento, di sicurezza ed antiterrorismo ecc.

 

In questo “fenomeno di massa”, monta anche la contesa sociale degli spazi ed è in incubazione un nuovo concetto, il “Diritto allo spazio urbano”.

L’aumento della rendita immobiliare ha desertificato i centri storici dai residenti, dove ormai sono disponibili solo affitti costosi per periodi brevi, e dove la mobilità è spesso problematica, per l’aumento delle linee dedicate ai turisti, a scapito di quelle per la classe lavoratrice, costretta a viaggiare su linee insufficienti ed inadeguate.

I finanziamenti pubblici risultano dirottati per lo più su infrastrutture di interesse turistico, con una evidente riduzione dei servizi di base, scuole e biblioteche, strutture sportive, presidi sanitari, e soprattutto per l’edilizia abitativa pubblica. Per le famiglie meno abbienti non si riserva quasi più edilizia popolare e per gli anziani non viene programmato un serio piano edilizio ed assistenziale nonostante si preveda una vera e propria emergenza nei prossimi anni, dovuta all’innalzamento dell’età della popolazione italiana.

 

L’emergenza abitativa aumenta costantemente al decrescere dell’offerta di affitti con contratti abitativi di medio e lungo periodo ed il paradosso caprese è quello più emblematico.

Di recente l’amministrazione è dovuta intervenire a favore di affitti a canone concordato, quelli nati per le aree metropolitane disagiate e ad alta intensità abitativa, per poter offrire anche ai residenti sull’isola, qualche possibilità di reperire una casa in affitto ad un prezzo ragionevole, in cambio ai proprietari disponibili, viene offerta la riduzione dell’aggravio fiscale.

Nelle aree turistiche, il mercato degli affitti influenza anche il tipo di commercio ed il mercato del lavoro: la percentuale di bar e ristoranti per abitante, risulta sproporzionata, in deroga ad ogni possibile standard urbanistico storicamente accettabile, e molte delle attività tradizionali, artigianali e di piccolo commercio, utili ai residenti, sono andate man mano scomparendo.

Nei micro-territori, con vie molto strette, piccole piazze e porticcioli, tipo Capri o Venezia, gli assembramenti eccessivi hanno spinto le amministrazioni alla regolamentazione dell’attività delle guide turistiche ed in alcuni casi ci si sta orientando per l’installazione di tornelli, per limitare l’accesso.

 

La pressione eccessiva e concentrata della presenza umana in luoghi di pregio, spesso produce effetti “boomerang”, come è accaduto anche in Costa Smeralda, operando nel distruggere la fonte stessa di attrattiva per il turista, da sempre alla ricerca di natura ed ambienti integri, alla scoperta di paesi con identità autentiche che non ripropongano in piccolo, le condizioni urbane da cui si fugge quando si va in vacanza. Lo stato dell’arte invece è tutt’altro, più simile a quello di un parco a tema con accessi controllati, piuttosto che ad una armonica convivenza tra comunità residente e turisti.

La popolazione sembra quasi “scollata” (incollata, imprigionata, NdR) in casa propria, impegnata a non perdere terreno più che a viverlo, perché vede il proprio territorio, trasformarsi sempre più in un luogo di lavoro e sempre meno in uno spazio in cui relazionarsi, avere scambi sociali e svagarsi.

 

La tipologia di “turismo di massa” quindi non è inequivocabilmente un benefico generatore di occupazione e ricchezza se, ad esclusione delle grandi lobby internazionali, la gente che vive in certi luoghi, fatica a restare al passo con l’aumento dei prezzi e con gli stressanti turni di lavoro dove fatalmente il riscatto per una vita meno faticosa finisce per essere solo virtuale.

I punti da cui dovrebbe partire una moderna politica turistica sono fondamentalmente tre:

– Ecologico perché troppi visitatori mettono a rischio l’ambiente e richiedono costi alti per far fronte all’inquinamento ed alla sicurezza;

– Economico perché se il turismo è di bassa qualità, i costi generati non risultano bilanciati da sufficienti guadagni, sia per i singoli operatori che per l’intera comunità;

– Sociale perché se la comunità percepisce i turisti come “troppi” o “troppo invadenti” e non vede solo come un vantaggio l’accoglierli, il turismo diventa “insostenibile”.

 

È ormai chiaro a tutti che l’eccessivo afflusso di persone, costituisce il vero nodo da affrontare nel futuro, per scongiurare la crescita turistica illimitata, che nel tempo rischia di orientare i flussi, in altre aree del mondo più integre e meno congestionate.

Pianificare i flussi è l’unico sistema per ridurre il surplus di quel turismo deleterio che si sposta per il globo, sempre e ad ogni condizione, agevolato da trasporti low-cost e portali tipo Airbnb, sempre più fagocitanti.

In ambito comunale, sono stati sperimentati vari escamotage, dal numero chiuso, alla tassa d’ingresso, ai permessi limitati a speciali categorie ecc. che pur aiutando, non sono risultati mai realmente risolutivi, poiché l’ottimizzazione dei flussi, capace di distribuire equamente i turisti nello spazio e nel tempo, può funzionare solo se fatta a scala regionale.

È assurdo pensare che il flusso turistico massiccio, verso realtà metropolitane come Roma o Napoli, possa procedere in Tour ed essere accolto, anche da realtà limitrofe ben più limitate come Capri, Positano o Amalfi, senza che infligga loro un colpo mortale, dal punto di vista ambientale, di vivibilità sociale e decoro urbano.

Il nemico insomma non dev’essere il turista ma i responsabili primari della speculazione senza scrupoli, dell’industria della turismomania.

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http://www.positanonews.it/2018/07/uninarrestabile-ondata-umana-sta-dilagando-sulle-nostre-coste-la-pressione-monta-cresce-seme-della-discordia-vive-turismo-convive-turismo/3255356/

Il “Comitato vietrese per la difesa dei Beni Comuni” condivide in pieno l’analisi dell’economia turistica locale proposta dall’anonimo BETA su Positanonews. A conferma delle molteplici distorsioni prodotte da questo insostenibile modello di sviluppo economico, possiamo segnalare le spropositate spese che gli EE.LL. (Regione, Provincia e Comuni) sostengono ogni anno per il cartellone degli spettacoli ed eventi turistici estivi, spese fatte più per foraggiare le proprie clientele elettorali che non per amor di cultura o per venire davvero incontro alle giuste esigenze di svago dei nostri graditi ospiti stranieri, che mal sopportano certi spettacoli così grossolani e pacchiani, e spesso di così bassa professionalità.

Tanti residenti delle nostre ridenti “località turistiche” preferirebbero volentieri fare a meno  di qualche inutile concerto, sagra, spettacolo, concerto, teatrino parrocchiale, ecc. ecc. pur di maggiori e migliori servizi pubblici di base, un mare più pulito, strade più sicure, una maggiore tutela e manutenzione-restauro conservativo del patrimonio storico-artistico-architettonico-archeologico locale, e compagnia cantando.

Tanto per fare un esempio fra i tanti, la manifestazione VIETRI-CULTURA è costata ai suddetti EE.LL. la bellezza di 40.000 euro (di cui 7000 a carico del Comune di Vietri – si veda la delibera qui allegata con i costi della manifestazione). Mai che si faccia un calcolo dei costi-benefici delle singole manifestazioni (numero di partecipanti all’evento, biglietti staccati, numero di pernottamenti, e così via). Stiamo quindi parlando di soldi spesi “a fondo perduto”, a tutto vantaggio di una ristretta fascia di operatori legati al mondo del turismo (un sistema turistico neanche tanto organizzato, se vogliamo – Si metta al confronto l’innovativo Infopoint turistico inaugurato di recente ad Amalfi – si veda il file allegato – con il deficitario servizio d’informazione e accoglienza turistico gestito, o meglio malgestito dalla Pro Loco di Vietri) nel mentre la maggioranza della popolazione subisce disagi di ogni genere: occupazione di suolo pubblico da parte di ubiquitarie attività di ristorazione, parcheggio selvaggio, aumento della spazzatura non differenziata, continue congestioni del traffico, inquinamento del mare e dell’aria,  mancanza di sicurezza, disturbo della quiete pubblica diurna e notturna, gentrificazione dei centri urbani, aumento dei canoni di locazione, spopolamento, distruzione dell’identità culturale locale, e conseguente emigrazione dei giovani impossibilitati a trovare casa e lavoro nei posti dove sono nati. E’ questo il “triste spettacolo” a cui ci stiamo tutti miseramente abituando.

Non sarebbe più giusto spendere una parte (non diciamo tutti) dei suddetti soldi pubblici per migliorare la pessima qualità di vita delle popolazioni locali? Prima o poi questi i nodi vengono al pettine (ammesso che in Italia ci sia un pettine).

Comitato vietrese per la difesa dei Beni Comuni

Alfonso Gambardella 

Antonio Luciano          

Giuseppe Schiavone  
Michele Cimino            
Raffaele Dell’Isola       
Umberto Massimino   

Vincenzo Buonomo

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