Un Pasticcio Bestiale in Musica

Il concerto in onore dei nostri amici animali, chiuderà questa sera, nella sala Concerti del Conservatorio “G.Martucci” alle ore 20, la II rassegna L’Arte nella Giustizia

Di OLGA CHIEFFI

Dove trovare un angolo di mondo fatto di nobiltà senza arroganza, amicizia che non sia gelosa, bellezza senza vanità? Nello sguardo degli animali. Stasera, alle ore 20, nella sala concerti del Conservatorio di Salerno, andrà in scena “Un pasticcio bestiale”, un concerto che andrà a chiudere la II rassegna L’Arte nella Giustizia. sarà dedicato ai nostri amici animali con “Il silenzio degli innocenti”, con il loro sguardo e la loro anima fissati nella personale di Olga Marciano “Amali” e l’incontro sui maltrattamenti loro perpetrati, tenuto da Maria Carmela Polito, sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno e Donatella Caramia, cui assisteremo il 27 ottobre a Palazzo Fruscione, con replica dell’intrattenimento musicale. L’Orchestra del Martucci diretta da Massimiliano Carlini principierà la serata con le Carnaval des animaux di Camille Saint Saens, composto nel 1886 durante un periodo di riposo a Vienna e fu eseguito privatamente nel 1887, per la festa del martedì grasso. I 14 brani, tutti molto brevi, ritraggono ciascun animale attraverso una raffinata scelta timbrica e una sapiente orchestrazione. Non mancano riferimenti dichiaratamente satirici e ironici al mondo musicale come nella grottesca raffigurazione dei pianisti o dei critici musicali (personaggi dalle lunghe orecchie). La comicità del brano è data da citazioni esplicite di brani o motivi di celebri musicisti (Offenbach, Berlioz, Rossini), e sarà affidata ai pianisti Giovanna Basile e Gianluca Buonocore. La “Introduction et Marche Royale du Lion”, apre la fantasia, con seriosità marziale interrotti dai gravi ruggiti cromatici. “Poules et Coqs” seleziona i pianoforti per una raffigurazione onomatopeica. La didattica si affaccia in “Hémiones (animaux véloces)”, dove scale e arpeggi hanno il sapore dello studio. In “Tortues” troviamo la citazione del celebre can-can dall’Orfée aux enfers di Offenbach, sul sostegno del primo pianoforte, con un tempo “da tartaruga”, come si suol dire. La “Danza delle silfidi” dalla Damnation de Faust di Berlioz e l’aereo scherzo dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn vengono appesantiti dal contrabbasso che, accompagnato dal secondo pianoforte, suona “L’Eléphant”. I salti delle due tastiere si alternano in “Kangourous”. L’armonia cromatica e una timbrica perfetta, gli arpeggi dei pianoforti con “una corda”, creano l’ambientazione spaziale di “Aquarium”. Il pianoforte riprodurrà, quindi, i due violini si alternano nei grandi salti dei “Personnages à longues oreilles”. Ed ecco un altro stereotipo romantico, con “Le Coucou au fond des bois”, dove in primo piano sono gli accordi misteriosi dei due pianoforti (una corda) e, fra le quinte, un martellante intervallo caratteristico. E non meno stereotipate sono le volatine e i rincalzi dei pianoforti, in “Volière”. Fra i tanti animali non mancano i “Pianistes”, che mettono in berlina gli esercizi meccanici, goffamente eseguiti, dei principianti, ogni volta ascendendo di un semitono, con i secchi accordi degli archi. Quanto ai “Fossiles”, è in questo “Allegro ridicolo” che vengono inserite le citazioni più cospicue, ironiche e autoironiche, con la Danse macabre dello stesso Saint-Saëns, le canzoni popolari J’ai du bon tabac, Ah! Vous dirai-je, maman, Partant pour la Syrie, nonché la cavatina della “vipera” dal Barbiere di Rossini. Il brano più celebre è però “Le cygne”; il delicatissimo accompagnamento dei due pianoforti fa nell’originale da sfondo a una melodia lunga e levigatissima, suadente, del violoncello, tutta giocata sulla linearità e sulla capacità di rinviare da semifrase a semifrase l’atteso riposo. Dopodiché, il “Final” è un galop in cui riaffiorano lacerti provenienti da tutta la fantasia, in un carosello sintetico e brillantissimo. La serata verrà sigillata da “Un pasticcio bestiale” tra gatti, pappagalli, vipere e civette a spasso nell’opera.  S’inizierà con Il Carnevale di Venezia di Gioacchino Rossini, un quartetto nato a Roma nel Carnevale 1821, che sarà eseguito da Valeria Feola, Mariarosaria Catalano, Vittorio Di Pietro e Junting Lì. Tutto è pronto per la prima di Matilde di Shabran, un melodramma giocoso di Rossini. Peccato che, il giorno della vigilia muoia il direttore. Rossini supplicò Paganini di sostituire il defunto direttore e l’opera venne fatta ugualmente. Non fu esattamente un successo, ma nonostante questo i due colleghi si apprestarono a festeggiare assieme il Carnevale organizzando una mascherata memorabile: assieme ad altri due amici, misero assieme quattro versacci, Rossini li musicò, si travestirono e andarono a far furore in giro, prima in due o tre case, poi al Corso, poi la notte al Festino con il pesarese e il genovese vestiti da donna. Seguirà  La spigliata aria “Una donna a quindici anni”, dal Così fan Tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, cantata da Alice Agostino, un inno alla capacità femminile di fingere e compiacere gli uomini, prestando attenzione e dando speranza a tutti (“sian belli o brutti”!), mantenendo però sempre il pieno controllo della situazione (“E qual regina / dall’alto soglio, / col posso e voglio / farsi ubbidir”), una capacità che ogni ragazza, da vera volpe, dovrebbe aver sviluppato sin dall’età del debutto in società. Lacrime di coccodrillo con l’accorato lamento di Almirena «Lascia ch’io pianga», tratto dall’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno, di Handel, che nella versione drammatica del Rinaldo, che ascolteremo da Li Yuanlong, produce un effetto commovente e di rara intensità. Ed ecco la vipera evocata nella cavatina di Rosina nel Barbiere rossiniano da Clarissa Piazzolla, prima di veder comparire due splendide gatte in amore, Ilaria Sicignano e Genoveffa Volpicelli, nella celebre pagina gnaulante portata al successo anche da Peppe e Concetta Barra. Maria Cenname si trasformerà in civetta per dar vita al valzer di Musetta da Bohème, mentre Teresa Ranieri sarà una sensuale sirena che invoca la luna della Rusalka di Dvoràk. Gridolini da scimmia per  “Les oisaux dans la Charmille”, ovvero l’aria della bambola Olympia da “Les Contes d’Hoffmann”, la cui teatrale interprete sarà Giada Campione e gran finale con il Die Zauberflote di Wolfgang Amadeus Mozart con la rivincita di Papageno cui darà voce Vittorio Di Pietro, che troverà dopo le prove superate la sua Papagena, Valeria Moscato.

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