Morto maître 46 enne in un ristorante di Sorrento

Sorrento: Si tratta di Gaspare Esposito detto Rino 49 anni, maître  al Ristorante La Lanterna amico di tutti e molto conosciuto in città, stroncato da un infarto improvviso.  Inutili i soccorsi immediati sul posto e poi con l’arrivo in tempi brevi dell’autoambulanza.
Tutti attoniti e sconvolti.
La moglie Angela, titolare del negozio Harmony in Via San Cesareo, sconvolta e addolorata inseme ai due figli.
I funerali domani pomeriggio ore 16.00
presso la Cattedrale di Sorrento.

Sentite condoglianze da tutta la Redazione

Gigione Maresca

Aggiorniamo con la testimonianza di Anna Iaccarino

on c’è alcun intento polemico, perchè di fronte ad una vita spezzata non ci può essere polemica, ma solo rispetto e…riflessione!

Rino si era appena allontanato dal nostro tavolo.

Avrebbe dovuto prendere il secchiello per mantenere fresco il vino che aveva scelto per noi. L’espressione seria, ma sorridente.

La stessa che ci aveva riservato altre volte.

Il volto sudato, ma è estate e fa caldo. Sembrava quindi del tutto normale.

Eppure…

Eppure dopo pochi secondi, un tonfo. Un rumore forte di qualcosa che cade. Spostiamo lo sguardo per capire cosa mai avessero potuto far cadere.

No, nessun pacco, nessun cassetto del vicino mobiletto.

In terra c’è lui: Rino.

Stravolto.

I colleghi accorrono, i turisti, tanti, restano fermi impietriti ai tavoli. Io afferro il cellulare dalla borsa e compongo il numero del 118. Una cameriera mi invita a darglielo, vuole essere lei a parlare ed io così faccio. Dopo aver tranquillizzato i miei bambini, con Johnny, mi avvicino nuovamente a Rino e così fanno altri italiani presenti al ristorante.

Il personale del ristorante cerca di aiutarlo, ognuno fa come può.

Siamo nel cuore di Sorrento, via San Cesareo, sono appena le 22,00 e c’è tanta gente.

La statua di Sant’Antonino è a pochi metri, lo stesso ospedale è a pochi metri.

“Un medico – mi dico – ci sarà un medico in giro!”

Mi allungo sulla strada inizio a gridare che serve l’aiuto urgente di un medico. Arrivo fino alla vicina piazza Tasso e poi torno indietro verso la Cattedrale; in tanti mi guardano perplessa. Alcuni mi fermano, ma io non ho tempo per raccontare, se non son medici, non servono.

Torno al ristorante, chiedo se va meglio, ma le facce sono scure. L’ambulanza non c’è ancora, eppure l’ospedale è lì vicino. Mio marito torna da una farmacia portando un defibrillatore che, dice, quelli della stessa farmacia non sanno usare.

Tra i presenti nessuno si dice capace.

Lui torna in strada chiede a dei vigili, a qualche negoziante nei paraggi, ma la risposta è negativa.

Nessuno sa usarlo.

Torno ancora in strada a cercare un medico, una signora mi grida che ne conosce uno che abita non lontano e si affretta ad andarlo a chiamare.

Intanto però si sente nell’aria l’attesa sirena della ambulanza.

Finalmente! Viene da Vico Equense, ci dicono. Il  personale è lesto, anzi lestissimo. Ci chiedono di stare fermi o seduti, si mettono a lavoro e provano, provano tante volte. Ancora qualche minuto e ne arrivano altri, quelli della unità di rianimazione.

Sembra un film, ma è tutto tragicamente, maledettamente vero. Piegati per terra  i sanitari si prodigano, intorno, noi seduti in silenzio…in preghiera…aspettiamo che la macchina dia un segnale positivo, che uno di loro gridi al miracolo, ma non è così.

Non serve parlare, uno di loro solleva lo sguardo.

Lì nel cuore di Sorrento, Città cardioprotetta e a pochi metri dall’ospedale!

Una fatalità sicuramente, un triste destino a cui niente e nessuno poteva sottrarre il povero Rino.

Nessuno poteva far nulla, ma questo ci deve far riflettere su quanto siano inutili le chiacchiere politiche, i corsi, gli attestati, gli annunci, gli spot sulla donazione di non so quanti defibrillatori o quelli sull’ospedale del “giorno che sarà”, se non hanno risvolti pratici degni di tale nome.

Se nessuno poteva cambiare il destino di  Rino, per altri potrebbe non essere così e allora i giri a vuoto per le strade,  la ricerca di un apparecchio e di qualcuno che sappia usarlo, l’attesa di una ambulanza che arrivi dal punto più vicino, lasceranno un senso di colpa ancor più profondo. 

Su questo è intervenuto Gaetano Mastellone che ha sollevato il problema della sicurezza sanitaria in città prendendo spunto da questa testimonianza

Il Commento di Gigione Maresca

TRAGEDIE A SORRENTO…VERGOGNA

Commendatore su queste tragedie non scriverei una virgola…ma altri mettono e scrivono dettagli da giornalismo spettacolo che non mi piace per niente…!!!
Fanno scaturire inutili e gravi polemiche su esistenza del defibrillatore circa l’uso con personale qualificato o addetti che hanno o non sanno utilizzare il defibrillatore o seguito un corso specifico.
Il mio articolo su Positano news letto oltre 8 mila volte fatto solo per cronaca…
Credevo che era uno straniero anziano al primo allarme…
Rino lho conosciuto e conosco la moglie …
Ho evitato di commentare…riportando una notizia drammatica e triste.
Tue riflessioni giuste misurate stimolanti costruttive…
Apriamo un dibattito utile e un tavolo di lavoro serio per il futuro senza barriere politiche.
Il destino e la mano divina non ci riportano Rino in vita e nemmeno il defibrillatore avrebbe salvato il nostro amico . Da info precise nessuno avrebbe fatto il miracolo ….dopo l’infarto
due max tre respiri…
Su prevenzione salute e sicurezza luoghi di lavoro
in Penisola senza la politica da parrocchia e proclami elettorali dobbiamo fare ancora mille passi avanti.
Sono il primo ad essere disponibile e a stare in campo…
Rispetto per Rino zero…
Il ristorante aperto…senza un minuto di pausa e di chiusura per un lutto che ha colpito la città … tutti…
Che tristezza giornalistica e civile…!!!

Jack Colonna ha postato una riflessione del 118

Colgo l’occasione per far luce sui tagli che hanno colpito il nostro 118.

1) Da Massa a Meta ci sono solo 2 ambulanze, una sola di esse con medico, e non è di rianimazione.

2) una volta c’era anche l’ambulanza di rianimazione col rianimatore a bordo che partiva da Sorrento, tagliata dalla ASL di Torre per risparmiare.

3) quella che si vede all’ospedale è solo per i trasferimenti, in ospedale non arriva neanche la chiamata dalla centrale operativa.

Ci trattano come un paesino di provincia senza considerare le migliaia di turisti che spesso vengono assistiti proprio dalle 2 ambulanze che partono da Sant’Agnello.

Magari l’opinione pubblica possa finalmente alzare la voce su queste mancanze che subiamo tutti”.

 

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