Considerazioni sull’ultima produzione dell’artista abruzzese Sonia Babini nel testo “Onde Fashion” di Maurizio Vitiello.

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    Articolo di Maurizio Vitiello – “Onde Fashion”

    Sonia Babini in argomentate composizioni, variegatamente snodate, intende relazionare simposi dell’anima, apertamente spiegata ad accogliere intense correnti cromatiche e scorrimenti vitali di figure per vincere il silenzio.
    Le rapide soluzioni linguistiche dell’artista riescono a far individuare uno iato compositivo.
    Silhouettes rastremate o appena accennate o suggerite “in filigrana”, tra informali onde fashion, cariche di vitalità propulsiva, fanno capolino, quasi a determinare la necessità del rilievo figurale.
    Latenti o marginali, confinate o trasfigurate, le sottilissime figure, ma, talvolta, anche solo teste, attraversano o impegnano il campo visivo solo in minima parte; l’accento segnico è “minimal”, ma, indiscutibilmente, presente.
    Nelle sue redazioni pittoriche il suo fare interpretativo sale di quota e diventa esplicitazione del doppio, citazione della dualità, conferma di una specularità.
    Non c’è la scarnificazione del segno, ma c’è la sagoma dell’uomo in circolante trasparenza fantasmatica, che, pur sempre, è dichiarazione estrema di ferma notazione antropologica e, d’altro canto, come contraltare, si distinguono evidenti campiture informali, che dipendono da segmentati tratti pittorici, gravidi di cromatismi aggettanti e appuntiti, ma anche da una chiarissima teoria di gesti con respiri avvolgenti, corti inchini, brevi salti, vaporose nuvole, che ci riporta il senso dell’anima che fa capriole per redimersi e, comunque, esistere; quindi, è esercizio di una pittura dinamica, soprattutto, di intendimenti psicologici.
    Leggiamo che ben distesi frangenti cromatici, tra abbreviazioni e sviluppi, tra accenti e accenni, rendono flussi emozionali e indicano che gli impulsi dell’uomo sono al centro della ben motivata ricerca di Sonia Babini, sensibilissima artista e gentilissima creatura.
    Insomma, tracce minimali di teste o figure s’integrano nel ritmo di un plasmatico succedersi di tonalità e di variazioni luministiche, che ravvede pieni motivi antropologici, suggeriti intendimenti, nonché il pulsare dei sentimenti.
    L’artista abruzzese non è mai paga; cerca di superare la misura attuale delle sue redazioni, perché sa, perfettamente, che con il codice informale ritmato e modulato dall’autorità gestuale altri artisti, da Mattia Moreni ad Hans Hartung, tanto per citare due alti vertici, hanno sostanziato capolavori assoluti, e mira a entrare ancor di più in un alveo propositivo.
    Sonia Babini sa che la nostra esistenza la si può raccontare in mille modi, anche attraverso il fascino della moda, e trasferire in appositi modelli delle sue trasfigurazioni su tessuti leggeri potrebbe essere una sua chiave di volta.
    Quindi, alcune opportune e accorte trasmigrazioni dell’artista potrebbero rimbalzare su passaggi di moda e riverberare esiti di sue osservazioni.

    Maurizio Vitiello

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