Sorrento / Castellammare di Stabia Catello Vitiello M5S “Non è vero che ho detto che non rinuncio alle indennità”

Sorrento / Castellammare di Stabia. Ci ha colpito l’intervista sul Corriere della Sera al deputato del Movimento Cinque Stelle (o almeno eletto con i voti della lista del partito fondato da Di Maio ), l’avvocato stabiese Catello Vitiello,  quando si tratta dei Cinque Stelle, o anche eletti con quei voti, perché ricordiamo che Vitiello fu scomunicato da Di Maio, se si può usare questo termine, perchè Il Mattino pubblicò la sua appartenenza in passato alla massoneria, cosa non illegale ma non prevista nel regolamento, a Positanonews a Sant’Agata di Massa Lubrense dove lo intervistammo in anteprima , assicurò che avrebbe aderito ai principi del movimento e gli abbiamo chiesto di chiarire

Nel pomeriggio del primo maggio ho ricevuto una telefonata da una giornalista del Corriere della Sera che mi chiedeva un’intervista sull’attività da parlamentare e su questi primi due mesi. Ho risposto alle domande senza problemi perché la trasparenza e il rapporto libero con i cronisti sono nel mio Dna.

Questa mattina, però, trovo pubblicato un articolo in cui, di fatto, il titolo smentisce clamorosamente il contenuto della mia intervista! Non ho mai dichiarato di essere contrario al taglio delle indennità, semplicemente perché non lo penso. Penso, al contrario, che tutto ciò che va in direzione di una lotta agli sprechi sia condivisibile e auspicabile.

Chi volesse usare quell’intervista per denigrarmi commette un errore. Non è quello il mio pensiero. Il mio pensiero sta nella linearità dei miei atteggiamenti e dei miei comportamenti pubblici e privati.

Questo è l’articolo di Monica Guerzoni sul Corriere

La prima busta paga non si scorda mai, soprattutto se è quella di un parlamentare. Catello Vitiello è l’avvocato penalista diventato famoso per aver disobbedito a Luigi di Maio, che non lo voleva alla Camera perché massone.

Come si sta nel gruppo Misto?
«L’esordio è andato bene. Trovarsi dalla parte del legislatore dopo anni di codicilli e leggi è un’emozione incredibile»Anche il primo stipendio da onorevole dev’essere stata una bella emozione.
«Non particolare, in realtà. Fortunatamente non sono un politico di professione, faccio il pendolare di lusso tra Roma e Napoli dove ho il mio studio e quella è la poltrona a cui tengo di più».

Guadagna più come avvocato o come deputato?
«Diciamo che il mio lavoro mi gratifica, ma anche quello da parlamentare è un signor stipendio e chi dice il contrario è in malafede».

Facciamo due conti?
«Cinquemila euro di stipendio, poi indennità varie… In tutto fanno 13 mila euro al mese».

Moltissimi italiani non li vedono in un anno, 13 mila euro.
«Non è male infatti. Ma io le confesso che per me quel che va ridotto sono altri numeri della politica».

Non le indennità dei parlamentari?
«No, il numero di deputati e senatori. È veramente eccessivo per un Paese come l’Italia».

Davvero non pensa che gli italiani spendano troppo per mantenere i parlamentari?
«Il cittadino deve mantenere il parlamentare per il lavoro che fa nel suo mandato. Il problema è quando si esagera. Il teatro, il cinema e lo stadio adesso ce li dobbiamo pagare».

Le dispiace?
«Ma no, è giusto così. Sono privilegi che non avevano senso».

La sua mission?
«Snellire la burocrazia. Come deputato voglio lasciare un segno».

Commenti

Translate »