Il «Sentiero degli dei» a tappe. Dove il mito vale 60 mila passi

 

La Campania delle meraviglie non è nascosta nelle pieghe del futuro, ma è già qui, sotto i nostri occhi, anche se ancora stentiamo a rendercene conto. È la Campania del boom turistico, ad esempio, che incide sul Pii e ha conquistato un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Uno dei motori principali di una crescita così imperiosa è certamente Napoli, entrata ufficialmente nella cerchia eletta delle grandi città d’arte. Ma la cosa davvero straordinaria è che al centro della riscossa della regione mediaticamente più massacrata d’Italia, che molti vorrebbero identificare solo con i gotici chiaroscuri della Terra dei fuochi o con gli empi roghi estivi vesuviani, ci sono proprio le sue risorse naturali, i suoi paesaggi mozzafiato, il contrappunto di mare e montagna che rende le sue coste uniche al mondo: in una parola, il suo territorio. Perché a questo punto non creare anche in Campania un cammino a tappe, sul modello ad esempio di quello di Santiago de Compostela, ma con l’inestimabile valore aggiunto di offrire panorami ineguagliabili, contornati da uno straordinario patrimonio artistico, in una terra che trabocca di eccellenze enogastronomiche? Un’idea potrebbe essere quella di realizzarlo lungo l’intera Penisola sorrentina, da Punta Campanella fino a Cava de’ Tirreni, utilizzando la rete già esistente di sentieri che ha la sua direttrice nella cosiddetta Alta Via dei Monti Lattari.

Ne potrebbe nascere un percorso organico, accessibile a tutti, dalle enormi potenzialità turistiche e così bello che, camminando, il visitatore avrebbe la sensazione di volare come un drone fra il cielo e il mare. Fulcro dell’intero itinerario, físicamente ma anche idealmente, non potrebbe che essere l’ormai leggendario “Sentiero degli dei”, che ha le proprie sorgenti ad Agerola — solitaria fautrice di uno strepitoso successo turistico con indici di crescita a tre cifre — e che, con i suoi 300.000 visitatori l’anno, è ormai un caposaldo del turismo outdoor non solo dell’intera Costa d’Amalfi, ma del mondo. La distanza orizzontale complessiva è di circa 40 chilometri, ma sarebbe naturalmente destinata a crescere attraverso uno sviluppo più o meno articolato di tappe, onde permettere ai viaggiatori una totale immersione nella realtà dei luoghi, valorizzando prima di tutto lo spettacolare contrappunto mare montagna di cui dicevamo, grazie all’alternanza di tratti in quota e di discese verso le località costiere. Per provare ad abbozzare un vero e proprio itinerario, abbiamo sentito il parere di Gennaro Pesacane, farmacista, naturalista, e profondo conoscitore di questa terra sia sul piano geografico che antropologico. Ne è nato un tragitto tutto sul filo del mito (questi sono i mari delle Sirene, di Ulisse, di Palinuro), dei sapori (pensiamo soltanto all’artigianato caseario agerolese o ai vini di Furore e di Tramonti), dell’arte e della storia, dove sapientemente il tempo ha mescolato Oriente e Occidente, sacro e profano. Il primo tratto potrebbe essere quello da Termini a Positano, risalendo la dorsale dei Colli di Sorrento, per poi scendere al livello del mare. Nel secondo si potrebbe invece percorrere il “Sentiero degli dei” fino ad Agerola, dove per scegliere la terza tappa si avrebbero due opzioni: o portarsi di nuovo al livello del mare, con la visita di Furore, Conca e Amalfi, oppure scavalcare il monte Murillo e dirigere verso Pontone, Scala e infine Ravello, attraverso la spettacolare Valle delle Ferriere. Chi avesse deciso di scendere ad Amalfi avrebbe di nuovo due opportunità: o far partire la quarta tappa da Atrani, e puntare su Ravello; oppure risalire ad Agerola attraverso una variante, ad esempio le antiche mulattiere utilizzate un tempo dai mercanti che, con sulle spalle carichi di oltre mezzo quintale, le percorrevano anche due volte al giorno,. Una volta a Ravello si potrebbe procedere verso Sambuco, per poi raggiungere il suggestivo monastero di San Nicola, che domina Minori, Maiori e le tredici frazioni dell’incantevole Tramonti. A quel punto, dopo essere nuovamente scesi sul livello del mare per visitare le località costiere, si potrebbe risalire verso il Santuario dell’Avvocata, sul monte Falerio, dove, da un’altitudine di circa 800 metri, si gode un panorama di ubriacante bellezza sull’intera Penisola sorrentina, fino ai faraglioni e Capri. Volendo evitare l’impegnativa ascensione del Falerio, precisa Pesacane, si potrebbe anche continuare U cammino portandosi sul lato Est della valle di Tramonti, e da 1º risalire attraverso un percorso più lungo, ma agevole, fino alla frazione di Gete, che immette sul crinale che conduce a Cava de’ Tirreni. Per chi volesse aggiungere a tutto questo l’esperienza iniziatica del pellegrinaggio religioso, l’itinerario si potrebbe chiudere con l’arrivo alla maestosa badìa fondata da Sant’Alferio, passando per il Santuario dell’Avvocata, e percorrendo il comodo sentiero che in circa un’ora giunge a Cava.

Fonte: Flavio Pagano da Il Corriere del Mezzogiorno 

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