Scandalo Ior, il salernitano Pierro autorizzò Scarano a prelevare soldi Al processo spunta la lettera dell’arcivescovo indirizzata alla banca vaticana

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Una lettera dell’arcivescovo emerito Gerardo Pierro all’allora vicedirettore dello Ior Massimo Tulli scalda il dibattimento del processo per riciclaggio in corso alla seconda sezione penale del tribunale di Salerno, nel quale è coinvolto monsignor Nunzio Scarano in concorso con altri 49 imputati. A tirarla fuori dalla montagna di carte del fascicolo sui movimenti di denaro sospetti dalla banca Vaticana è stata la difesa durante il controesame dei due finanzieri che eseguirono le indagini su delega del pm Elena Guarino. La lettera annuncia un bonifico che sarà pagato su un conto della diocesi dalla società degli armatori D’Amico. La somma che sarà accreditata è di 170mila euro. “Tale importo – specifica l’arcivescovo nella missiva – sarà prelevato da monsignor Nunzio Scarano”. Era il 6 novembre 2009. L’arcivescovo Pierro specificava anche il titolo di Scarano: “Addetto di segreteria di 1° grado Apsa, sezione straordinaria”. Del prelievo della consistente somma viene specificato anche la causale: “Il pagamento delle imprese impegnate nei lavori di completamento del seminario”. Si parla del seminario metropolitano Giovanni Paolo II di Faiano.

Massimiliano Lanzotto la citta

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