Salerno parcheggiatori abusivi arrestati . La procura “Si tratta di estorsione”

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I parcheggiatori abusivi finiscono nuovamente nella rete della procura. Più che abusivi ci si trova difronte a «parcheggiatori estorsivi», come li ha definiti il procuratore capo Corrado Lembo, proprio per «le modalità criminali utilizzate da alcuni soggetti».
Trentadue le misure cautelari emesse a carico di altrettanti indagati (sei in carcere e ventiquattro ai domiciliari) accusati di estorsione: dieci sono coloro che furono arrestati anche nel blitz scattato a luglio scorso e che – una volta attenuata la misura, dopo un periodo in carcere o ai domiciliari – sono ritornati in libertà e contestualmente al loro vecchio «lavoro». Si tratta di Adriano Lembo e Cristian Carpentieri (da ieri finiti in carcere) ma anche di Aniello Candela, Mario Esposito, Giuseppe Fortunato, Francesco Liguori, Giovanni Marasco, Luigi Santoriello e Vincenzo Senatore (agli arresti domiciliari). Ma tra i parcheggiatori abusivi c’è stato anche una sorta di turn-over con altre persone che si sono sostituite alle precedenti, come Daniele Abate, Valentino Cucciniello, Eugen Duma, Alessandro Frasca, Antonio Fuoco, Ettore Imparato, Pietro Ferrentino Macellaro, Carmine Monetta, Giovanna Spina, Marisa Spina, Younes Srioua, Giovanni Vinciguerra, Francesca Pappalardo, Danilo Santoro, Claudio Schiavo e Bernardo Sperandeo (da ieri tutti agli arresti domiciliari) mentre in carcere sono finiti anche Ahdelhai Ache, Mourad Farhate ed Ahmed Machreki. Due degli indagati sono ancora irreperibili: uno straniero (A.O.) per il quale il gip ha disposto il carcere ed un italiano (A.V.S.) agli arresti domiciliari.
In questa seconda tranche d’indagine, a differenza della prima, i servizi di appostamento e fotografici effettuati dai carabinieri della compagnia di Salerno (agli ordini del maggiore Pietro Paolo Rubbo e coordinati dal tenente Bartolo Taglietti) hanno dimostrato come le zone di competenza non erano schematicamente suddivise con gli stessi parcheggiatori meno stanziali rispetto al primo blitz, tanto che – nel corso dei mesi – per circa quindici indagati si è notato il passaggio da una zona all’altra. Un’altra peculiarità di questo secondo filone investigativo è la «stagionalità» delle zone: nei mesi estivi l’accentramento di abusivi era nelle aree vicino ai lidi balneari (tutta l’area che da Mercatello si estende a sud della città) mentre nei mesi invernali nel centro della città: da via Roma a via Porto, piazza Amendola, piazza Vittorio Veneto (di fronte la stazione ferroviaria), le aree nei pressi della clinica del Sole e Tortorella e di Forte la Carnale e tutta l’area alle spalle di piazza San Francesco dove la mattina si svolge il mercato rionale mentre di pomeriggio rimane libera e quindi al libero arbitrio degli abusivi. E, ancora, l’area vicino al Polo nautico, in viale Verdi al parco Arbostella, via San Leonardo (di fronte all’ospedale). Per poi rispostarsi, nelle zone più periferiche come via Allende, via Fratelli Bandiera-stadio Arechi, in occasione di manifestazioni sportive o nei fine settimana quando le persone più frequentemente si recano al cinema o in locali dove si balla e si organizzano serate.
Il copione è sempre uguale: gli automobilisti vengono costretti al pagamento di somme di denaro (fino a 5 euro) e, in caso di rifiuto, i parcheggiatori prospettano danneggiamenti delle autovetture ed aggressioni fisiche. Ed è proprio su questo che si basa la contesazione dell’ipotesi estorsiva che ha raggiunto gli indagati: a parere del gip, indipendentemente dalle modalità con le quali si chiede il pagamento della somma di denaro, l’unica ragione per la quale l’utente paga è collegata agli effetti del proprio rifiuto. Gli automobilisti che vengono avvicinati dai parcheggiatori abusivi hanno paura per se stessi e per l’auto oltre al fatto che gli stessi responsabili della richiesta estorsiva si presentano in malo modo (sia nell’aspetto che nel parlare) proprio per «incutere timore», si legge in un passaggio dell’ordinanza del gip, come ad esempio nel caso di Cucciniello che si avvicina alle vittime (quasi sempre donne o anziani) ubriaco. E obiettivo della procura salernitana e delle forze dell’ordine è debellare definitivamente il fenomeno per «ripristinare la legalità come ci chiedono cittadini ed istituzioni in quanto la libertà personale non può essere coartata attraverso uno stabile controllo del territorio da parte dei parcheggiatori abusivi», ha affermato il procuratore capo nel corso della conferenza stampa di ieri. «È vero – continua Corrado Lembo – che Salerno come dicono in molti è una città relativamente tranquilla ma vi sono sacche di illegalità – grandi o piccole – che bisogna combattere». E sulla modalità criminale di alcuni indagati si è soffermata la pm Elena Guarino: «Erano in particolare anziani e donne ad essere vessati anche dopo aver pagato il parcheggio pubblico attraverso il ticket o grattino. In alcuni casi si è arrivati a minacce e percosse oltre al danneggiamento dell’auto e ciò ha riguardato un po’ tutti gli utenti che sono incappati nelle grinfie dei parcheggiatori maggiormente molesti». Una volta escusse a sommarie informazioni, infatti, le vittime hanno tutte confermato di aver dato soldi per paura di ritorsioni e se qualcuno diceva di aver chiamato i carabinieri la risposta era «chiama chi vuoi» o, come affermato in più occasioni da Liguori, «lei non sa chi sono io». Un altro indagato, Luigi Santoriello (la cui postazione era tra via Porto e via Sandro Pertini) avrebbe minacciato il titolare di una vicina attività commerciale di danneggiargli il negozio se non avesse provveduto a pagare non solo per la sua sosta ma anche un risarcimento per il denaro non ricevuto da altri automobilisti che, probabilmente, si erano fermati alcuni minuti proprio per entrare nel suo negozio. Angela Trocini Il Mattino

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