Ravello . Lettera aperta di Secondo Amalfitano ad Alessandro Sallusti e Giuseppe Marino “L’ultima eredità del governo PD: Il caro vacanze”.

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Ravello, Costiera amalfitana . . Lettera aperta di Secondo Amalfitano, già  sindaco della Città della Musica e direttore di Villa Rufolo,  ad Alessandro Sallusti e Giuseppe Marino “L’ultima eredità del governo PD: Il caro vacanze”.

Mi riferisco all’articolo apparso su “Il Giornale” del 14.05.2018 a firma del giornalista Giuseppe Marino, dal titolo “L’ultima eredità del governo PD: Il caro vacanze”.

L’articolista dopo un’analisi abbastanza condivisibile, non tanto sulla valutazione complessiva dell’istituzione della tassa di soggiorno, quanto sull’uso distorto che alcuni Comuni fanno dell’introito extra che la legge ha istituito. Se è vero come è vero, che Comuni ad alta vocazione turistica hanno esigenze di spese che Comuni meno vocati non hanno, è altrettanto vero che la tassa, se diventa balzello per ripianare bilanci comunali e, quindi, coprire buchi e non buche, ha un effetto negativo sul bilancio complessivo di quel Comune, ma anche sulle casse degli Operatori Economici.

Fin qui la filosofia.

Quello che non so definire, invece, è quanto scritto dall’articolista a sostegno delle sue affermazioni, allorquando cita Ravello come esempio nazionale di malversazione. Se poi mi soffermo sulla mia valutazione personale del direttore Sallusti, e dello stesso articolista, la mia confusione di giudizio aumenta, ritenendo Il Giornale ed il suo Direttore ottimi riferimenti di orientamento, nel caos della Comunicazione complessiva che quotidianamente i media ci riversano.

Entro nel merito e anticipo l’invito a Ravello al Direttore Sallusti e a Giuseppe Marino per condividere ulteriormente quanto vado ad esplicitare.

La fortuna della Costa d’Amalfi tutta, e di Ravello in primis, è dovuta soprattutto a quello che ho definito il suo Bene Culturale principale da difendere e tutelare: il Paesaggio. Credo di averlo esplicitato e teorizzato abbastanza bene nel dossier di candidatura di Ravello e della Costa d’Amalfi a Capitale Italiana della Cultura 2020 (per i più pazienti: http://costadamalfi2020.com/download/16191/). Orbene il nostro Paesaggio è fondato per gran parte del suo valore sui terrazzamenti in pietra a secco (“macere” per le quali è in itinere il tentativo di riconoscimento per farle diventare patrimonio dell’umanità); detti terrazzamenti contengono i limoneti della DOP costa d’Amalfi (Sfusato Amalfitano), i vigneti della DOC Costa d’Amalfi, gli uliveti della DOP Colline Salernitane, e per finire, della miriade di prodotti di eccellenza, dal Pomodorino di Furore (Piennolo) all’aglio di Praiano. Qual è secondo voi la differenza fra il definire tutto questo: agricoltura di eccellenza o Turismo culturale? Secondo me, a parte il lessico, nessuno!

Il Consiglio Comunale di Ravello allorquando ha deliberato di destinare parte degli incassi della Tassa di Soggiorno alla tutela e alla valorizzazione del suo principale bene culturale, forse non si aspettava di ricevere riconoscimenti ed encomi, ma di sicuro non si aspettava che la sua decisione diventasse esempio nazionale di malversazione.

Io da ex Sindaco di questa città, da ex coordinatore nazionale della Consulta dei Piccoli Comuni dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), da ex vicepresidente di “Res Tipica” (Associazione costituita dall’ANCI) e dalle Associazioni Nazionali delle Città di Identità per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico, ambientale, culturale e turistico dei Comuni aderenti. Res Tipica vuole valorizzare la cultura dei nostri territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori che caratterizza il nostro Paese), ma da non ex cittadino di Ravello, rivolgo un forte apprezzamento per l’intelligenza e correttezza amministrativa dell’Amministrazione Comunale di Ravello e l’invito a tutte le Amministrazioni d’Italia che versano nelle medesime condizioni (su tutte le Cinque Terre), a fare altrettanto, per dare linfa ad un settore in forte crisi e a dare concretezza ai concetti di Tutela e Valorizzazione del patrimonio culturale, troppo spesso solo predicati e non praticati.

A Il Giornale, al suo Direttore e all’articolista Giuseppe Marino non chiedo sterili rettifiche e/o ancora più sterili pubblicazioni di questa nota, chiedo di dedicare ampio spazio del loro giornale al tema scottante della valorizzazione e tutela del nostro paesaggio, magari in quel contesto restituire un poco del maltolto, non tanto all’Amministrazione Comunale, ma a Ravello.

Con immutata stima.

 

Secondo Amalfitano

Cittadino di Ravello

L’ultima eredità del governo Pd: il caro vacanze

Nuova tassa di soggiorno per 250 Comuni. Bocca (Federalberghi): “Basta salassi sul turismo”

Giuseppe Marino – Lun, 14/05/2018

C’è un’eredità ancora poco nota del governo Gentiloni che gli italiani avranno modo di «apprezzare» con l’estate in arrivo: un caro vacanze generalizzato. A giugno 2017 infatti, il governo ha dato il via libera ai Comuni per estendere la tassa di soggiorno che era bloccata da due anni. Il provvedimento è stato infilato, nel più classico stile dei governi del Pd, in una norma apparentemente dedicata «allo sviluppo» e a «ulteriori misure per le zone terremotate» e non solo ha dato semaforo verde ad aumentare la «tassa sul turista», ma ha anche autorizzato i Comuni che ancora non l’avevano, a introdurla. Secondo le prime stime, si prevedeva che 100 nuove località avrebbero applicato la gabella (erano 726 in tutto). Ma, con la fame di soldi che dei Comuni, a meno di un anno dal via libera già 116 amministrazioni sono corse a istituire la tassa. E altre 137 la stanno discutendo. Lo rivela il dossier dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno della società Jfc. «Nel 2017 -spiega al Giornale Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc- è stata superata quota 463 milioni, nel 2018 si arriverà a oltre 507 (un aumento del 9,4%, ndr). E potrebbero diventare 660 se gli amministratori si adoperassero per stringere accordi con le piattaforme di home tourism, come Airbnb». Cosa che, al momento, hanno fatto in pochi: tra questi Milano (previsto un gettito di 3 milioni), Roma (15 milioni), Napoli (1,5 milioni).

«Tutte risorse che invece di aiutare il turismo vengono sottratte al settore -dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi- ci sono famiglie costrette a versare decine di euro che potrebbero spendere sul territorio, non solo in albergo, ma anche per lo shopping o al ristorante. Il settore alberghiero oltretutto, è penalizzato dalla concorrenza sleale delle piattaforme di home tourism e in più è iper tassato: gli alberghi pagano in media oltre 800 euro a stanza tra Imu e Tasi. E non ci viene nemmeno consentito di scaricare la tassa dal reddito soggetto a tassazione d’impresa». «Il problema -incalza Alessandro Nucara, direttore generale di Federalbeghi- è anche che il ricavato non viene speso per servizi al turismo, come prevede la legge. Se almeno con quei soldi tappassero le buche! Invece tappano solo i buchi di bilancio».

In mancanza di un decreto attuativo della legge che ha istituito la tassa, ci sono Comuni, come Ravello, che con i proventi hanno finanziato perfino i contributi all’agricoltura. E naturalmente chi già l’aveva introdotta, ora l’aumenterà. Per fortuna c’è anche qualcuno in controtendenza: il sindaco di Lodi, visto che l’incasso era di soli 32mila euro e richiedeva agli albergatori una contabilità extra per riscuoterlo, ha deciso di abolire la tassa. Una mosca bianca.

 

 

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