IL PROCESSO Clan D’Agostino, per lo spaccio a Salerno in 14 scelgono l’abbreviato Tra i rinviati a giudizio Ciro Galioto, Raffaele D’Agostino e Davide Carratù

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SALERNO – Spacciavano sotto il vessillo del clan D’Agostino , un marchio delinquenziale storico di Salerno. Gli accoliti del “nuovo corso” del sodalizio criminale, che investiva sostanziali risorse nello smercio della droga, hanno scelto la via breve dei riti alternativi per chiudere le pendenze giudiziarie. Le richieste sono state accolte ieri dal gup Maria Zambrano. Tra questi c’è anche il finanziatore promotore del vorticoso giro: quel Ciro D’Agostino, fratello dei boss Antonio e Giuseppe. In quattordici hanno chiesto o dato procura ai propri legali per aderire al rito alternativo, tre sono i patteggiamenti e gli altri hanno preferito seguire il rito ordinario.

Tra i rinviati a giudizio – la prima udienza è stata fissata il 29 giugno – figurano Ciro Galioto , cugino dei D’Agostino, Raffaele D’Agostino ,nipote dei fratelli D’Agostino, e Davide Carratù , detto o’professore, che gestiva la piazza di spaccio di Eboli con il figlio Gianluca Carratù che ha chiesto, invece, il rito abbreviato. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati Pierluigi Spadafora, Nicola Naponiello e Gino Bove. A smantellare l’organizzazione delinquenziale è stata la Mobile di Salerno che ha indagato su delega della Dda. I poliziotti hanno ricostruito i collegamenti e le trame del giro che ruotava intorno a Ciro D’Agostino. Nel blitz dello scorso mese di novembre furono coinvolti diciassette indagati, colpiti allora da misure cautelari. Per l’accusa erano parte integrante dell’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti oltre che per aver ceduto, in più occasioni, dosi di cocaina e hashish.

Massimiliano Lanzotto LA CITTA

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