Castellammare PD nel caos, votano il centro destra

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Castellammare. «Il Pd ha avuto al suo interno molti Schettino». Nicola Corrado, segretario cittadino del partito, attacca gli iscritti democrat che nel momento di difficoltà hanno lasciato la nave in procinto di affondare. La tempesta riguardava prima la scelta del candidato sindaco, poi la composizione della lista. Da un lato i consiglieri uscenti capeggiati dall’ex sindaco Antonio Pannullo, dall’altra quella parte del Pd, rappresentata da Corrado, che avrebbe voluto invece il rinnovamento. Nemmeno l’arrivo da Napoli del segretario provinciale Massimo Costa riuscì a facilitare le trattative per una lista che alla fine è stata presentata monca. Uno scontro talmente aspro da far «perdere la voce» anche allo stesso Corrado; dopo la presentazione di 19 nomi su 24, ha preferito non parlare. Un silenzio che si interrompe solo oggi. «Abbiamo attraversato momenti difficili spiega Corrado abbiamo discusso, forse troppo, nel tentativo di rilanciare il Pd in un momento di difficoltà anche a livello nazionale».
C’è da dire che a Castellammare, prima dell’elezione di Corrado nel dicembre 2017, il Pd non aveva più né una sede né un segretario. Un’assenza durata due anni durante i quali le correnti interne sono andate avanti separate. Da una parte gli iscritti che fanno capo al consigliere regionale Maro Casillo come l’ex sindaco Antonio Pannullo, dall’altra Corrado eletto al congresso per uno scarto di appena 13 voti. «Siamo entrambi dirigenti del partito spiega Corrado abbiamo avuto posizioni opposte in passato ma il senso di responsabilità politica ci ha riportato sulla stessa strada». C’è invece chi il passo indietro in nome del partito di appartenenza non l’ha fatto e oggi si trova in campo in coalizioni opposte a quelle del centrosinistra. Andrea Di Martino oggi a capo del Grande Centro e Rosario Cuomo consigliere per la lista dell’Udc che sostiene Gaetano Cimmino sindaco: sono loro gli iscritti al Pd che Corrado etichetta come «Schettino». «Mi sento come il comandante De Falco, ho tirato fuori dalle secche dell’isolamento politico il Pd e ho tracciato la rotta per tornare a vincere e governare. Di Martino e altri hanno abbandonato la nave per inseguire ambizioni personali». E poco conta se De Falco – quello vero – oggi è un grillino doc.
Passata la tempesta tra le correnti, restano aperte le ferite per una scelta non condivisa da tutti: quella di sostenere l’ex forzista Massimo De Angelis come candidato sindaco. Tanto che nei giorni scorsi anche il parlamentare e coordinatore provinciale di Forza Italia, Antonio Pentangelo, aveva accusato Corrado di non aver rispettato i patti elettorali. Una grande coalizione bipartisan senza simboli di partito, un progetto che arrivava dai dirigenti regionali e provinciali, fallito a Castellammare. «Il vero trasformismo è quello del centrodestra che candida Gaetano Cimmino spiega Corrado – tutti lo ricordano come primo segretario del Pd a Castellammare. In 24 ore cambiò i manifesti togliendo il simbolo del Pd e mise quello di Forza Italia: accade tutto in una notte». I fatti ricordati da Corrado risalgono alle elezioni 2010 quando il magistrato Luigi Bobbio salì a Palazzo Farnese con il 53% delle preferenze e Cimmino fu il più votato nella coalizione di centrodestra. Ora il Pd guarda al futuro e con Massimo De Angelis prova a far eleggere il terzo sindaco democratico in cinque anni. «Con storie e identità diverse alle quali nessuno rinuncia, né io né Massimo De Angelis, abbiamo costruito una coalizione su un punto preciso: il lavoro. Quello che c’è da difendere e penso alla Fincantieri, e alle migliaia di nuovi lavori che creeremo a Castellammare».Fiorangela d’Amora, il Mattino

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