Il popolo azzurro è con Sarri -ma contro De Laurentiis fotogallery

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    12 I punti persi  al San Paolo Il Napoli ha giocato 18 partite sul proprio campo: 13 vittorie, 2 sconfitte (contro Juventus e Roma) e 3 pareggi (con Inter, Fiorentina e Torino). Ha un rendimento migliore in trasferta (13 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta), dove ha conquistato 43 punti contro i 42 al San Paolo.

    Il sogno scudetto è svanito, ma il popolo azzurro ha voluto abbracciare i suoi ragazzi

    e il san paolo si schiera Tanti cori e uno striscione per Sarri dura contestazione a De Laurentiis

    A toccare con occhi e con mano quanto accaduto ieri al San Paolo, dall’inizio alla fine della partita con il Toro, è impossibile soltanto immaginare la fine dell’amore tra Napoli e Sarri. “Uno di noi”, gli cantano i 47mila. E poi scandiscono forte il suo nome e la sua carica: “Mister-mister”. Che fa un po’ anglosassone, cosa che di questi tempi incerti non è il massimo se accostata a lui, ma che per l’occasione sembra andare bene. Tutti per uno: sì, tutti per Sarri. E per la squadra. E sebbene il settimo scudetto consecutivo della Juve sia soltanto una questione di dettagli aritmetici è questo uno dei mantra della giornata. L’altro? Beh, la più feroce contestazione delle curve nei confronti di De Laurentiis sin da quando è diventato il proprietario del Napoli.

    GRAZIE RAGAZZI. E allora, il cuore del San Paolo. Un cuore immenso ma spaccato a metà: una parte pulsa forte per i ragazzi e il tecnico; un’altra invece fa a cazzotti con il presidente. Ma questa è la seconda parte della storia. E dunque amici miei atto primo e il patto di sangue con Sarri e la squadra: lo striscione per l’allenatore; un “chi non salta juventino è” a cui partecipano anche i giocatori in campo; e i classici del repertorio dal 2-2 e fino al 90’. Musica, maestro: “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”. Come una litania anche dopo la fine. Mentre i calciatori afflitti e a testa bassa, con Insigne e Jorginho in lacrime per la fine del sogno scudetto, ringraziano lo stadio a mani giunte, raccogliendo valanghe di applausi e una dimostrazione da brividi di amore.

    LA CONTESTAZIONE. Una scena stupenda, questa. Come il giro di campo dei ragazzi – a pezzi – e i saltelli sotto la B con la gente: “Un giorno all’improvviso”, la penultima sinfonia di Reina, vice capo ultrà che tra un po’ andrà al Milan. E mentre tutto brilla d’azzurro, e anche la squadra applaude il pubblico al rientro negli spogliatoi, il solito coro contro De Laurentiis. Uno dei tanti registrati ieri: irripetibili, offensivi e vibrati dalle due curve per l’intero pomeriggio. Senza tregua, senza pause e senza l’appoggio del resto dello stadio, sempre in silenzio durante la contestazione tranne alla fine del primo tempo, con qualche fischio di dissenso. Nel mirino? La conduzione del club, gli investimenti e la gestione delle polemiche successive a Inter-Juve. Uno striscione recita: “Anche tu sei servo del Palazzo”. E un altro ancora: “Moggi vive”. Quanta rabbia, quanta foga: e i 15mila di Capodichino sembrano un ricordo perso negli anni.

    fonte:corrieredellosport

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