A 25 anni dalla scomparsa, Rudolf Nureyev al Teatro alla Scala di Milano: lo spettacolo dedicato all’angelo ribelle della danza.

Milano. Uno spettacolo dedicato al ballerino che rivoluzionó la danza classica, per l’ottantesimo anniversario dalla nascita e il venticinquesimo dalla scomparsa, Rudolf Nureyev, dal 24 al 26 maggio. Sul palco il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala con le étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, i guest internazionali Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov (entrambi Principal del Royal Ballet), oltre a Germain Louvet (étoile dell’Opéra di Parigi). Il Teatro alla Scala gli rende omaggio con una serata a lui dedicata e ad aprire la serata, il terzo atto della versione della “Bella addormentata” firmata proprio da Nureyev come coreografo. Una versione che debuttò proprio al Teatro alla Scala nel 1966. A seguire un estratto di un altro grande classico del repertorio che il ‘tartaro volante’ aveva rivisitato: “Don Chisciotte”. Con “Apollo” di George Balanchine si tornerà con la memoria alla sua interpretazione, nel 1971, quando il balletto entrò nel repertorio scaligero. Nei panni di Apollo, Roberto Bolle. E fu proprio Rudolf Nureyev a notare per primo il talento di Bolle, allora allievo della Scuola del Teatro alla Scala di Milano.

Ricordato da molti come un innovatore della danza classica. Per aver scardinato il ruolo del danzatore da quello che aveva rappresentato fino a quel momento, rendendolo protagonista della scena e non più solo partner della danzatrice donna. Un artista carismatico che vive ancora nella memoria di Positano, eletta capitale della danza dal predecessore Léonide Massine, per il periodo vissuto a Li Galli. Il 3 settembre 1992, Rudolf Nureyev salutò per l’ultima volta la sua isola, certo che non vi avrebbe più fatto ritorno. Amante della sofisticata mondanità positanese, come evocato da una targa che ancora oggi si trova giù in spiaggia a dimostrare l’ammirazione degli abitanti del posto: “Ammantato di splendore e di gloria teatrali, ogni giorno era solito transitare con passo fermo o fuggevole in un viaggio di andata e ritorno da questi lidi verso la sua Isola de Li Galli”. Positano richiama ancora oggi, i più grandi artisti della danza sin dagli anni ’20 del secolo scorso quando vi si stabilì un collaboratore di Diaghilev, seguito da Lifar, Bakst, Nijinsky, Stravinsky (oltre a personaggi del mondo artistico come Picasso e Cocteau). Léonide Massine, il ballerino/coreografo dei Ballets Russes, s’innamorò del luogo e Diaghilev gli donò l’arcipelago de Li Galli. Per le sue strade hanno passeggiato personaggi come Serghei Diaghilev, Vaslav Nijinsky e Rudolf Nureyev che fece di Li Galli un’amata residenza. Il 2 agosto 1969 nacque il Premio Danza Positano e dieci anni dopo la prima edizione, alla morte di Léonide Massine, il premio venne intitolato alla sua memoria. La manifestazione ha premiato negli anni celebri artisti, da Margot Fonteyn a Nureyev, da Maurice Béjart a Ekaterina Maximova, Carla Fracci, Luciana Savignano, Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Alicia Alonso, Lutz Förster e lo scorso anno Vladimir Vassiliev. Artisti attratti dal fascino unico di Positano hanno inciso sulla nostra storia contribuendo alla crescita culturale di questo posto, che ancora oggi, trascina con sé la fama di un quadro insolito ed è meta indiscussa di personaggi memorabili.

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