Ragazzo 16enne di Marano muore al Cardarelli per meningite fulminante. La sorella ricoverata al Cotugno per un malore

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È stata una meningite fulminante da meningococco a stroncare ieri notte Luigi Passaro, un ragazzo di 16 anni residente a Marano, ricoverato in codice rosso al pronto soccorso del Cardarelli. Qui il giovane era giunto con mezzi propri alle 6 del mattino. Le condizioni cliniche erano subito apparse critiche ai sanitari di turno. Alla febbre alta, accusata nel corso della giornata precedente, si eranoaggiuntii segni di una sepsi, ossia della diffusione dell’infezione nell’intero organismo. Situazione clinica disperata dunque, caratterizzata dall’alterazione dei parametri della coagulazione e da insufficienza dei principali organi. Nonostante l’assistenza in rianimazione e i ripetuti tentativi di stabilizzare i parametri vitali, il giovane è deceduto circa 45 minuti dopo il ricovero. I campioni di sangue, prelevati per le analisi, sono stati inviati al Cotugno per chiarire la causa dell’infezione e in serata è giunto il responso. Il laboratorio del Monaldi, diretto da Luigi Atripaldi, è infatti l’unico, in Campania, attrezzato per esami batteriologici in urgenza e utilizza tecniche molecolari, ovvero di amplificazione genica, in grado di diagnosticare sia i tipi batterici (e virali) responsabili di un’infezione sia, tramite kit specifici, i sottotipi della meningite. Esami che, tuttavia, quando positivi, richiedono poi la certificazione, controanalisi e controlli, effettuati dall’Istituto superiore di Sanità. Circa un’ora dopo il decesso del giovane, pochi minuti dopo le 7, al pronto soccorso del Cardarelli è poi arrivata la sorella ventenne, anch’essa con mezzi propri. A spingerla al ricovero una febbre accusata da alcune ore. I sanitari dell’ospedale collinare hanno a questo punto deciso l’immediato trasferimento al Cotugno, presidio monospecialistico per le malattie infettive. Per la ragazza sono scattati i controlli sanitari e gli approfondimenti diagnostici. Le sue condizioni cliniche sono buone e non sono finora emersi segni meningei d’infezione. Il direttore del dipartimento di Malattie infettive e urgenze infettivologiche dell’Ospedale Cotugno, Rodolfo Punzi, dichiara infatti che “al momento i dati clinici e di laboratorio consentirebbero di escludere l’ipotesi di infezione da meningococco”. La ragazza resta, tuttavia, sotto stretta osservazione presso il reparto di Neuropatie infettive del Cotugno. Con questo nuovo caso ricondotto a un meningococco si registra il sesto decesso dall’inizio dell’anno in Campania. L’ultimo risaliva al 12 marzo, una bambina di appena 7 mesi del nolano. Salgono così a 13 le infezioni da meningococco finora contate nel 2018. Rispetto ai 20 o 30 casi registrati in media ogni anno, concentrati soprattutto nei mesi freddi, si osserverebbe più che un picco di incidenza (numero dei casi) un aumento della mortalità, solitamente limitata al 20-30% dei casi. Quel che è certo è che anche in questo caso la tragedia si è consumata nell’arco di una manciata di ore. “La sepsi – sottolinea Carolina Rescigno, dirigente medico del reparto di neuropatie infettive del Cotugno esperta delle forme pediatriche – è un processo difficilissimo da contrastare sul piano clinico e che, col passare delle ore, diventa purtroppo irreversibile e mortale nella maggior parte dei casi”. Parliamo della famigerata Cid (Coagulazione intravasale disseminata) che è una delle possibili manifestazioni cliniche dell’infezione da Neisseria della meningite. Il Cotugno è in questi casi l’ospedale di riferimento, l’unico presidio attrezzato con una rianimazione infettivologica e dotato delle competenze e dell’esperienza clinica per tentare di fronteggiare il tumultuoso incedere mortale della sepsi. (Melina Chiapparino ed Ettore Mautone – Il Mattino)

 

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