Sarri sessista? Prima del “Vaffa” alla giornalista il “finocchio” a Mancini. Ci pensò Cecchi Paone col Positano a salvarlo

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«Sei una donna e sei carina, per questo non ti mando affanc…».  Non si placa la bufera sulla risposta sessista che Maurizio Sarri ha dato nel post partita a San Siro, dopo lo 0-0 contro l’Inter che ha fatto scivolare il Napoli al secondo posto, a una domanda di Titti Improta, giornalista dell’emittente napoletana Canale 21 che aveva chiesto se dopo il pari lo scudetto fosse compromesso. Il video, in cui si nota l’allenatore sorridere mentre risponde, è diventato un caso sui social, sollecitando gli interventi degli organismi sindacali.

Sarri Cecchi Paone

Non è la prima volta che l’allenatore degli azzurri ha “sbottato” ed è stato accusato di sessismo e addirittura di omofobia quando diede del “finocchio” a Mancini, insomma sono sempre i “nerazzurri” che lo fanno sbottare. Allora la polemica fu ancora più grande e non cennava a placarsi con le proteste del mondo omosessuale, annunci di manifestazioni gay e quant’altro. A salvarlo ci pensò il presidente del San Vito Positano Alessandro Cecchi Paone, notoriamente con scelte omosessuali nella sua vita. Allora la squadra del San Vito Positano, allenata dal mister Antonio Guarracino, ora allenatore del Sorrento che si appresta a vincere il campionato dopo quasi dieci anni di serie inferiore, ebbe l’onore di giocare con la squadra che già allora entusiasmava ed è rimasta la seconda forza del campionato dietro la Juventus.

Sarri, al termine della conferenza stampa (domenica sera la domanda della giornalista era l’ultima), si è reso conto della sua uscita fuori luogo e ha incontrato la cronista alla presenza del responsabile delle relazioni esterne del Napoli, Nicola Lombardo. «Subito dopo la fine della conferenza stampa, Maurizio Sarri ha incontrato Titti Improta precisandole che si trattava di una battuta e che si scusava con lei se ci fosse rimasta male. Non era sua intenzione mancarle di rispetto, assolutamente», ha spiegato Lombardo.

Ma le scuse del tecnico non hanno chiuso il caso. Ieri mattina l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. «A telecamere spente – ha detto il presidente Ottavio Lucarelli – Sarri si è scusato con la collega, ma rimane la gravità della sua risposta che segna non solo il gergo volgare dell’allenatore, ma il suo disprezzo verso la stampa e le donne». Secondo la Fnsi e il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, «la risposta dell’allenatore oltre ad essere violenta è intrisa di maschilismo e sessismo e non è assolutamente accettabile, così come le risate compiacenti di alcuni dei giornalisti presenti». Per l’Ussi Campania, «si è trattato di un commento non richiesto, inutilmente volgare e permeato di sessismo. Ci sono sgomento e indignazione per la reazione dei colleghi giornalisti presenti in sala stampa al Meazza, i quali hanno accolto l’esternazione dell’allenatore del Napoli con una fragorosa risata, invece di reagire immediatamente con durezza».

Poco più di due anni fa, gennaio 2016, Sarri era stato coinvolto in un altro caso mediatico, stavolta con accusa di omofobia. Il tecnico dell’Inter, Mancini, aveva dichiarato che il collega lo aveva chiamato «finocchio» durante i minuti finali della partita di Coppa Italia al San Paolo. «Sarri ha offeso tanti ragazzi, non me», aveva detto Mancini rivelando l’episodio davanti alle telecamere. C’era chi aveva chiesto una punizione esemplare per il tecnico del Napoli, che riteneva quella una vicenda «da spogliatoio», dunque da non rivelare in pubblico, e invece venne sospeso per due turni in Coppa Italia a causa di «epiteti insultanti»: non venne ravvisata dal giudice sportivo dell’epoca, Tosel, la discriminazione sessuale. Nella successiva partita Sarri mise al collo una sciarpa simile a quella che indossava Mancini e nella gara di campionato strinse la mano al collega. In un’intervista rilasciata ad Alessandro Cecchi Paone il tecnico chiarì: «Volevo colpire Mancini sul fatto che scende in campo sempre elegante, un fighetto ecco. Non sono omofobo e il mio migliore amico era un gay fiorentino, morto troppo presto».

Ora ci vorrebbe un’altra partita, ma anche un bel seminario di self control. Anche perchè questi episodi portano male , il Napoli dopo quello scatto di nervosismo perse lo scudetto.

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