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SALVIAMO LA ROVERELLA MONUMENTALE DI META: SOPRALLUOGO SUL POSTO COMUNE, ANAS E WWF PER VALUTARE GLI INTERVENTI

Salviamo la roverella di Meta col WWF

META. Dopo il crollo della monumentale Roverella che vegetava a margine della Strada Statale 163 nel Comune di Meta, il Wwf Terre del Tirreno ha inviato un’accorata lettera al primo cittadino, Giuseppe Tito.

Nella nota a firma del presidente del Wwf costiero, Claudio d’Esposito, si legge:

“In data 23 febbraio 2018, a seguito di un rovinoso crollo della piazzola di sosta posta sulla carreggiata della Strada Statale 163 (di fronte via Trarivi) si è verificato, successivamente, il distacco e ribaltamento nella scarpata di un esemplare secolare di quercia della specie Roverella (Quercus pubescens).

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La quercia crollata com’era nel 2015

L’esemplare di roverella di recente era stato censito dal Wwf assieme all’amministrazione comunale e, per le sue dimensioni ed altezza (oltre 15 metri), era uno degli ultimi alberi secolari degni di apposizione di vincolo monumentale (ai sensi della Legge n.10 del 2013) dell’intero territorio metese e faceva parte integrante del paesaggio e della geografia dei luoghi. I grandi alberi sono come fratelli, ma le querce in particolare sono davvero emozionanti e toccano il cuore. Sono per eccellenza le regine dei boschi, imponenti, eterne e materne.

La quercia aveva resistito ai venti, alla siccità, alle piogge e alle malattie ed era stata testimone silente della storia e delle vicende umane per quasi 200 anni. Abbarbicata al limite della ripida scarpata che sormontava il rivo Lavinola, all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, appena dopo il ponte che segna il confine geografico tra il Comune di Piano di Sorrento e quello di Meta, con la sua folta e ombrosa chioma dominava la carreggiata e dava il benvenuto ai visitatori e ai passanti. Anni fa l’eliminazione dei rami bassi, per permettere il transito degli autobus di linea, gli aveva conferito un aspetto ancora più slanciato.

Il suo scivolamento è stato innescato da una frana della piazzola di sosta che, movimentando tonnellate di terreno sotto la carreggiata al confine con la quercia, ha creato una grave e repentina modifica del delicato equilibrio idrogeologico del sito.

Di Grandi Alberi negli ultimi anni, in penisola sorrentina, ne abbiamo persi tanti, troppi, vittime delle avversità della natura ma, più spesso, di incuria, vandalismo, ignoranza o, peggio, di deprecabili interessi privati, spesso avvallati da compiacenti agronomi. Con essi, ultimi superstiti di quello che un tempo erano vaste superfici boschive ricche di primigenio fascino, rischiamo di perdere assieme ad una grande ricchezza ambientale, paesaggistica e culturale, anche degli importanti scrigni della biodiversità e dei baluardi indispensabili per ridurre l’inquinamento e proteggere il territorio dal dissesto.

Tuttavia avendo accertato la situazione dell’albero che si è “distaccato” con grossa parte dell’apparato radicale ancora integro, ed essendo la pianta in un periodo di riposo vegetativo e in una stagione con temperature ottimali, si ha motivo di ritenere che sia possibile tentare di recuperare la pianta rialzandola nell’alveo, avendo l’accortezza, viste le dimensioni e il peso della quercia, di procedere alla riduzione della chioma tramite potature per bilanciare i danni subiti nel crollo all’apparato radicale, sotto la supervisione di esperti e tecnici del ramo.

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In virtù di quanto esposto, vista l’importanza storica, botanica e monumentale dell’esemplare arboreo in oggetto, si chiede un sollecito intervento atto ad ottenere il ripristino dello stato dei luoghi e il reimpianto in sito dell’albero crollato”.

A seguito della nota del Wwf il Comune di Meta, nella persona del funzionario responsabile dell’ufficio tecnico, architetto Diego Savarese, ha compulsato l’Anas chiedendo di provvedere sollecitamente all’intervento di ripristino dello stato dei Luoghi prevedendo il “rimpianto” in sito dell’essenza crollata.

Nella mattinata di ieri (venerdì 2 marzo 2018) si è svolto un sopralluogo congiunto tra il responsabile del Comune, il referente dell’Anas ed il presidente del Wwf Terre del Tirreno.

“Con il Wwf stiamo lavorando da giorni ascoltando pareri di esperti e consulenti – racconta Claudio d’Esposito – ma non è semplice trovare la soluzione tecnica e agronomica più giusta per recuperare il patriarca arboreo. Ci sono problemi di peso (oltre 20 tonnellate) e di movimentazione della pianta che andrebbe eseguita dall’alto, con il braccio della gru che deve sporgersi per 15 metri nell’alveo. Poi c’è da coordinare diversi “attori”: il vincolo è stato richiesto dal Wwf e dall’amministrazione comunale, la strada è in gestione all’Anas (con relative responsabilità), mentre il terreno con la quercia è di un privato che si è reso disponibile, sebbene già contattato da commercianti interessati al prezioso legname.

Nel frattempo stiamo valutando se rialzare la pianta interamente, previa potatura alla chioma, o capitozzarla per ridurre della metà il peso e recuperare solo parte del tronco. Eravamo riusciti a reperire una potente gru dai cantieri del porto di Napoli in grado di sollevare traghetti e aliscafi ma, purtroppo, per le enormi dimensioni non si riesce a farla transitare sulla strada. Il Wwf sta cercando ora di individuare uno sponsor che fornisca un’altra gru per effettuare le operazioni, ma restano da verificare le misure, la lunghezza del braccio e la capacità di carico. In ogni caso è una lotta contro il tempo: bisogna agire prima che la pianta riprenda a vegetare. Inoltre se le temperature dovessero iniziare a salire si rischia di perdere, per disidratazione, l’apparato radicale superstite.

L’Anas ci ha comunicato un cronoprogramma di massima di circa un mese per completare i lavori, prima del quale non sarà possibile scendere nell’alveo. Troppo tempo che farebbe mandare a monte tutto il lavoro che stiamo progettando assieme al Comune. Nella prossima settimana decideremo se e come intervenire. Nel frattempo si provvederà a proteggere l’apparato radicale della pianta con un tessuto permeabile ed a tenerlo umido tramite annaffiature.

Il tentativo di trasferimento della quercia sarebbe un precedente di straordinaria importanza e, proprio per questo, ha incuriosito ed entusiasmato tantissime persone che ci stanno esortando a fare di tutto per salvare la “loro” amata quercia”.

 

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