Salernitana. Grana centrocampo. Signorelli proverà a recuperare per il match di Pescara. Odjer difficilmente giocherà

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    Abituata a fare di necessità virtù, al punto che quando così non è stato è apparsa –se possibile – quasi in imbarazzo, la Salernitana ha cominciato la settimana che la porterà alla sfide di sabato col Pescara dell’ex Zeman ben sapendo che dal Tirreno all’Adriatico cambierà poco: toccherà arrangiarsi, provando a escogitare qualche soluzione tampone o sperando di recuperare almeno uno dei centrocampisti venuti meno, prima e a gara in corso, in occasione della sconfitta interna col Carpi. L’emergenza regna sovrana in casa granata spostandosi dalla difesa, reparto falcidiato dagli infortuni a catena durante la gestione Bollini, al centrocampo, settore in cui le scelte erano già di per sé esigue. Contro il Carpi si è toccato il punto più basso: dopo l’infortunio di Odjer, infatti, Colantuono ha dovuto spostare Zito accanto a Minala perché «avevo portato Della Rocca in panchina solo per fargli riprendere confidenza con il clima dello stadio visto che mancava da mesi», ha spiegato Colantuono. Il tecnico non si fascia la testa ma, certo, neanche può fare i salti di gioia giacché il mercato è trascorso invano senza che la società provvedesse ad inserire almeno un altro tassello nel roster per rimpolpare la mediana, laddove sono rimasti a disposizione tre calciatori (Della Rocca, Zito e Odjer) che il club aveva, e non è un mistero, pensato di cedere, condizione, questa, ritenuta indispensabile per favorire nuovi innesti. La squalifica di Ricci, che tornerà solo per il match interno con la Pro Vercelli, e le noie muscolari che hanno messo ko Signorelli dopo la partita con la Ternana hanno reso ancor più cupo il quadro. In vista del match di Pescara si monitorano le condizioni di Odjer e Signorelli. Al primo sono stati applicati tre punti di sutura per la ferita lacero contusa alla coscia riportata nello scontro con Mbaye (uno degli obiettivi del mercato invernale granata), ragion per cui è quasi impossibile immaginare che possa scendere in campo a Pescara, mentre il secondo deve convivere con un problema al flessore. Il venezuelano potrebbe provare a stringere i denti e rendersi disponibile per la delicata sfida dell’Adriatico. Per ora la situazione è questa e Colantuono è nella condizione di chi, essendosi rassegnato al peggio, ha tutto da guadagnare nel caso di qualche buona nuova dall’infermeria. Al momento l’unica certezza è rappresentata da Minala, autore del gol del pareggio nel match di andata, visto che Della Rocca deve recuperare la condizione dopo tanti mesi trascorsi lontano dal campo. Il tecnico proverà a saggiarne lo stato di forma in settimana, ma la lunga inattività non gioca certo a suo favore. Contro il Carpi è toccato a Zito e, nel finale, a Kyine giocare in tandem con Minala. L’ex Avellino sarebbe la soluzione di emergenza nell’ipotesi peggiore, mentre il recupero di almeno una pedina potrebbe consentire a Colantuono di turare la falla in mezzo al campo, confermando Zito a sinistra o avanzando Vitale che difficilmente sarà riproposto da centrale. Monaco dovrebbe giocare dal primo minuto con Schiavi e Casasola, mentre Pucino sarà confermato a destra. Il recupero di almeno uno dei centrocampisti ai box è essenziale perché solo così Colantuono non dovrebbe modificare più di tanto la fisionomia della sua squadra. In caso contrario non sarebbe da escludersi neanche un cambio di modulo con il passaggio, magari, al 4-3-3 con Zito mezz’ala sinistra e Pucino suo omologo a destra ai lati di Minala. Casasola e Vitale sarebbero i terzini, Schiavi e Monaco formerebbero la coppia centrale visto che Mantovani è ancora out per infortunio. In avanti, invece, Palombi tornerà dal primo minuto nel tridente con Rossi punta centrale e Sprocati esterno sinistro. La composizione del centrocampo resta il cruccio di Colantuono che, nella scorsa stagione, quando allenava il Bari, ad un certo punto dovette convivere con una lunga sequela di infortuni proprio nel momento chiave del campionato e, dunque, è abituato a fronteggiare l’emergenza, anche se al peggio non è mai bello abituarsi. (Nicola Roberto – Il Mattino)

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