Passariello (FDI) e De Luca (PD) indagati dopo inchiesta di Fanpage. Indagato il direttore per servizio giornalistico, solidarietà

Passariello (FDI) e De Luca (PD) indagati dopo inchiesta di Fanpage. Indagato il direttore per servizio giornalistico, solidarietà . Affare rifiuti indagato l’assessore di Salerno Roberto De Luca, figlio del Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca, e Luciano Passariello, consigliere regionale campano di Fratelli d’Italia, e candidato del centrodestra all’uninominale nel collegio della Camera di Napoli-Ponticelli.

La Procura di Napoli  ipotizza a vario titolo i reati di corruzione, corruzione aggravata dal metodo camorristico e traffico illecito di rifiuti e che coinvolge Roberto De Luca, filmato di nascosto a Salerno da Fanpage.it, mentre un finto imprenditore discute con lui di un appalto sullo smaltimento delle ecoballe e poi, con il suo commercialista, l’imprenditore concorda una “quota” che secondo le nostre fonti sarebbe del 15%.

È un’indagine giudiziaria che si intreccia con un’indagine giornalistica, che affonda le mani nella gestione della Sma Campania, e in particolare di un appalto di smaltimento fanghi, riporta Vincenzo Iurillo su Il Fatto Quotidiano. Ma non solo. L’indagine potrebbe essersi allargata in altre parti d’Italia. La Sma è una società in house della Regione Campania che si occupa di bonifiche e smaltimento dei rifiuti. I guai giudiziari di Passariello – e quelli di un’altra decina di indagati, di cui sette (ma non De Luca jr.) compaiono sul decreto di perquisizione, tra questi Agostino Chiatto, dipendente Sma e comandato nella segreteria di Passariello, e Lorenzo Di Domenico, consigliere delegato di Sma – sarebbero il frutto di un lavoro giornalistico di Fanpage.it.

Per quasi sei mesi, il direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini, il videoreporter Sacha Biazzo e l’ex boss pentito di camorra Nunzio Perrella, l’uomo che 25 anni fa consegnò al pm Franco Roberti alcuni segreti del clan e dei loro business sui rifiuti (“la monnezza è oro, dottò”), hanno vestito i panni degli ‘agenti provocatori’. Si sono camuffati da imprenditori del settore (Piccinini ha finto un accento settentrionale) e si sono infiltrati negli uffici di Sma e altrove, a fare proposte indecenti. Con le telecamerine nascoste, i tre avrebbero raccolto e filmato ovunque, non solo a Napoli, la disponibilità ad ottenere appalti e lavori in cambio di tangenti. Sia in ambienti politici che mafiosi. Secondo quanto rivelato da Fanpage.it che nella giornata di oggi dovrebbe iniziare a pubblicare i video, sarebbero entrati in contatto anche con “camorristi che chiedevano 30.000 euro per ogni camion di rifiuti da smaltire”.

A dicembre Piccinini ha varcato la soglia della Procura partenopea e il cronista del Fatto si è incuriosito. “Cosa ci fai qui?”. “Ragioni personali”, fu la risposta evasiva. Ma non era una bugia. Infatti quel giorno Piccinini – allertato da altre notizie di stampa su un’altra indagine su Sma per peculato – portava di sua iniziativa agli inquirenti materiale succoso: le anticipazioni dei filmati. Tra i quali anche quello con De Luca jr. e uno con il suo commercialista, delegato da Roberto a trattare l’affare. L’altroieri il direttore ha avvertito gli inquirenti: “Mettiamo in Rete i video sabato”. La Procura – aggiunto Borrelli, pm Carrano, Woodcock, Fulco, Amato, Sasso Del Verme – ha reagito anticipando a ieri le perquisizioni, affidate a Sco e Squadra Mobile, “per la annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni”. Tra i perquisiti ci sono anche Piccinini e la sua redazione: lui, Biazzo e Perrella sono indagati per induzione alla corruzione. “Tutto questo è assurdo”, commenta il direttore di Fanpage.it “abbiamo inchiodato criminali mettendo a rischio la nostra incolumità e ci indagano”. Passariello si difende: “Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni. Qualcuno può millantare credito – sostiene – ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal compiere reati”.

Come redazione di Positanonews diamo piena solidarietà ai colleghi di Fanpage

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