Olimpiadi invernali gran festa con le due Coree insieme

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Olimpiadi invernali gran festa con le due Coree insieme PYEONCHANG –  Una grande tigre bianca e cinque bambini che cominciano il loro viaggio nel tempo alla ricerca della pace. È iniziata così la cerimonia inaugurale dei Giochi invernali di PyeongChang, in cui il primo “quadro” è proprio dedicato alla pace. E la tigre, che poi è anche l’animale scelto per la mascotte, è una dei quattro guardiani protettori della pace. In un freddo polare, con l’immagine del ghiaccio al centro dello stadio e i fuochi di artificio in cielo, otto atleti hanno portato la bandiera della Corea: Nord e Sud del Paese che per la prima volta hanno sfilato insieme.

Hanno impiegato nove anni per ottenere i Giochi  e altri sei per organizzarli, ma ora hanno solo diciassette giorni per convincere il mondo che in questo lembo estremo dell’oriente lo sport può essere anche un veicolo di pace.

Il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in ha fatto il suo ingresso in tribuna d’onore e prima di prendere posto ha salutato con una stretta di mano ricambiata Kim Yo-jong, la sorella più giovane del leader nordcoreano Kim Jong-un, presente con la delegazione nordcoreana alle sue spalle. Per una volta non si parla dunque  di Nord e Sud, ma di una squadra unita che sfila come ultima delegazione nella cerimonia d’apertura.

Dopo il consueto spettacolo di coreografie, musica, giochi di luce e un racconto di storia e tradizione è iniziato il momento più atteso la sfilata delle delegazioni: 92 in totale. Come al solito ha aperto la Grecia, seguita da tutte le altre nazioni in ordine alfabetico sudcoreano. L’Italia entra nello stadio per 59esima, con Arianna Fontana nelle vesti di portabandiera, con il compito di guidare la delegazione di 121 atleti azzurri.

Ma l’attesa più grande è stata tutta per la sfilata delle due Coree, un momento storico che ha visto le due nazioni uscire contemporaneamente, un segno di pace e distensione dopo le tensioni politiche, in pieno spirito olimpico. Le due Coree unite con il doppio portabandiera hanno concluso la sfilata delle delegazioni.  Al momento dell’ingresso, le due delegazioni con la bandiera Corea unita blu in campo bianco, sono state accolte dagli applausi di tutto lo stadio . Gli atleti dei due Paesi hanno poggiato insieme le mani sull’asta della bandiera. Dopo la sfilata il giuramento solenne degli atleti e la sempre spettacolare accensione del braciere, il simbolo delle Olimpiadi.

L’INIZIATIVA
A Seul e dintorni hanno cominciato a pensare ai Giochi nel 2002 sull’onda dell’entusiasmo creato dall’organizzazione del Mondiale di calcio. La prima volta andò male, la seconda pure, ma la terza fu quella buona. Nella sessione del Cio di Durban 2011 i coreani annientarono, già al primo turno di votazione, le concorrenti Monaco di Baviera e Annecy. Tre candidature per ottenere i Giochi, seguite da tre presidenti per portare il Comitato organizzatore all’alba a cinque cerchi. Nel 2014 Kim Jin-Sun dovette alzare bandiera bianca per i ritardi nei lavori e l’assenza di sponsor privati, due anni più tardi toccò a Choi Yang-Ho andarsene a casa dopo le accuse di evasione fiscale. Se a ciò si aggiunge che nel bel mezzo anche il Presidente della Repubblcia Park Geun-hye è stato destituito per corruzione, si capisce come il compito accettato in extremis da Lee Hee-beon non sia stato dei più facili. Eppure la ricompensa sarà eterna: il numero uno del Pocog il comitato promotore locale apparirà quest’oggi in mondovisione in uno stadio dalla forma evocante: è un pentagono.

Nomen omen. Così più che di sport eccoci a parlare di politica. Avrebbero potuto quelli del Sud godersi la sfilata in solitudine, sventolando il proprio vessillo e sfoggiando i colori nazionali. Invece hanno scommesso sull’integrazione con quelli del Nord. Raccogliendo lo spiraglio lanciato dall’uomo del bottone Kim Jong-un e allargandolo fino a trasformarlo in voragine, in cui inalare un soffio di pace. In pochi giorni l’accordo tra Seul e Pyongyang ha portato alla costituzione di una squadra unica di hockey su ghiaccio femminile e alla partecipazione sul suolo del Sud di altri 7 uomini e 3 donne scesi dal Nord con entusiasmo e volontà, seppur con le bocche cucite. Regista dell’operazione è stato un taciturno presidente del Cio, Thomas Bach, sulla cui agenda il lodo coreano rappresentava la seconda priorità dopo il bando dei russi. Ha ottenuto, il numero uno della famiglia olimpica, che a Pyeongchang il vessillo di Mosca non comparirà e che in lizza ci siano solo atleti russi puliti e per questo invitati da indipendenti.

LA FESTA
Lo spettacolo è iniziato col classico spettacolo di musica e i fuochi d’artificio. Dentro lo stadio la temperatura è di  a -12 gradi perciò la portabandiera tricolore Arianna Fontana e gli altri italiani indosseranno i rinforzi: piumino lungo, pantaloni da sci, pile e scarponcino alto. Il tutto colorato di blu navy e firmato Armani. Sfileranno 92 nazioni dentro il Pentagono, che tra due mesi al termine delle Paralimpiadi verrà smantellato. È costato 100 milioni di dollari per essere utilizzato solo quattro volte. Meno male che almeno un’ala resterà al suo posto e diventerà un museo.

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