Gallerie in Costiera! Male necessario? di Giuseppe Civale

Qualche giorno fa è stato realizzato un accordo, sottoscritto da alcuni notabili della zona, che prevede, tra l’altro, la realizzazione di un progetto per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale. Si tratta di una questione prettamente estiva, dibattuta ad intervalli periodici, ma mai risolta. Molto probabilmente in vista dell’imminente competizione elettorale ed assillati dall’urgenza di raccogliere ancora qualche voto utile si è preferito anticipare i tempi. La tecnica, cui si intende fare ricorso, è quella di realizzare varianti di galleria in alcuni tratti costieri, ritenuti particolarmente sensibili. In via preliminare riassumo sinteticamente gli aspetti non sostenibili di alcune tra le proposte più intensamente accaldate.
Gallerie e parcheggi in roccia: deturpamento ambientale, vincoli idrogeologici, soprattutto in relazione alla stabilità dei versanti in roccia, ossia il rischio di franamenti imporrebbe una cautela maggiore. Funivie: opere assolutamente deleterie, se non addirittura perniciose, con effetti negativi sull’esclusività di località turistiche conclamate, come Ravello ed Amalfi, penalizzate dall’affollamento, dalla confusione e dal chiasso che la realizzazione di tali impianti senza dubbio favorirebbe. Si tratta quindi di misure poco efficaci, in quanto non centrano l’obiettivo centrale. L’obiettivo centrale è la riduzione dei mezzi circolanti. Ma come fare? Sembra che in alcune città del nord, tra le altre Bologna, Bergamo, Pesaro, Firenze, Milano, Siena, Roma (addirittura!) venga adottata una tecnica molto efficace, che nulla ha di magico, denominata ZTL, ossia zona a traffico limitato. Cosa prevede in pratica tale sistema?
Divieto di transito con esclusione: veicoli di residenti, veicoli di possessori di garage, veicoli espressamente autorizzati. Accesso, circolazione e sosta sono limitati a particolari categorie di utenti e di veicoli. Ingresso controllato da un sistema di varchi elettronici che assicura il rilevamento immediato della targa e verifica se il mezzo è autorizzato, per i veicoli non autorizzati scatta automaticamente la sanzione. Ma cosa fare per chi non gode di accesso? Imporne la rottamazione? Ma no, un siffatto rigore non ci farebbe certamente onore! Basta realizzare un’area Park+Ride (creazione di un centro di raccolta) o di un parcheggio multipiano in un’area opportunamente individuata dal punto di vista strategico-logistico, necessariamente adiacente al tratto autostradale (ad es. zona agro-nocerina oppure zona Fisciano), organizzando un servizio navetta con bus o mezzi di ridotte dimensioni rispettivamente per il trasbordo di persone e merci. (Si tratta di un’idea da me da anni vanamente vagheggiata, ostinatamente esternata anche sul vostro giornale ed, ovviamente, mai riscontrata, nemmeno a livello di critica!).
Una risorsa insostituibile è costituita inoltre dalla possibilità di sfruttare con maggiore insistenza e regolarità le vie d’acqua per il trasporto di persone e di merci; si tratta, a mio parere, di una risorsa di primo piano, al momento inspiegabilmente malamente gestita (vedi efficienza soluzione Cinque Terre!)
In che misura si terrà conto di suggerimenti di questo tipo? Resto, come d’uso, in fiduciosa attesa!!

Giuseppe Civale

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