Charters contro le Grandi compagnie di navigazione , il TAR Lazio è incompetente! Tutto rinviato a Napoli

Roma. Continuerà a Napoli , di fronte al Tar Campania, la lotta fra i charters e le Grandi Compagnie di Navigazione . Quattro avvocati e due associazioni dei piccoli imprenditori marittimi si sono costituiti contro l’obbligo del “capobarca” che sia cosa giusta o sbagliata metterà in mezzo alla strada oltre trecento persone, almeno il rischio è quello. O semplicemente saranno le grandi a mettere i loro charters e questi dovranno chiudere battenti. In soldoni la situazione è questa, un problema di carattere socio – economico serio. All’improvviso viene fuori questo obbligo dunque che, ripetiamo senza entrare nel merito, metterà in ginocchio i piccoli. Formalmente si tratta di un ricorso contro un atto ministeriale e una circolare, ma che sia guerra dichiarata lo si è capito dal ricorso in opponendum di  Alicost, Alilauro Gruson, Sant’Andrea, Travelmar, Premium Charter Italia che Chiedono di confermare le Circolari e le Ordinanze compresa la 87 dell‘Ammiraglio Faraone. Questi i loro motivi  : Tardiva impugnativa di alcuni ricorrenti; Infondatezza del ricorso da pare dei Charters; Difesa delle ordinanze che hanno evitato che i natanti da diporto svolgessero la stessa attività delle imbarcazioni a noleggio abilitate “E’ di tutta evidenza che il limite geografico del Circondario al fine di navigare con la sola patente nautica al comando di natanti da diporto è un modo per regolamentare l’uso indiscriminato dell’attività di noleggio, evitare sleale concorrenza, garantire sicurezza nei tratti di mare particolarmente affollati”; (Ma il mare è di tutti?).“Altrettanto priva di pregio è la censura secondo la quale vi sarebbe violazione dell Art 27 Dlgs 171/2005, ovvero che le Ordinanze impugnate sarebbero state emesse senza la partecipazione degli Enti Locali. E’ davvero difficile comprendere quale sia l’interesse dell’Ente Locale su provvedimenti adottati dalle direzioni marittime”.
Abbiamo sentito due parti in causa  uno ci dice “Ci vuole professionalità e sicurezza, la figura del capobarca incarna questa figura , alla fine ci sono tanti imprenditori marittimi ,  e i marinai , magari pagati quattro soldi , lavorano per chi non sa neanche cosa sia la navigazione. Molti pensano che basta essere diportisti per poter lavorare, è come dire che uno che ha la patente può anche portare un taxi” L’altra parte invece incalza “Strano che solo da noi si sia imposta questa norma, allora lo si faccia con i gondolai anche a Venezia. In pratica è evidente che lo scontro si sposta sugli interessi economici celati da quelli sulla sicurezza e della professionalità , un business evidente , sopratutto verso Capri. Praticamente con questa circolare il marinaio di Positano non potrà andare a Tordigliano e quello di Massa Lubrense a Positano, m nel proprio Circondario potrà comunque raggiungere zone molto più lontane, che senso ha se non quello di limitare i piccoli e prendersi anche il loro business?” E ora cosa succederà? Tra un mese ci sarà l’udienza a Napoli , al Tar competente territorialmente, che se non accetterà la richiesta di sospensiva, perchè di questo si tratta, renderà effettivo il divieto di navigazione senza capobarca costringendo tanti a dover lasciare questo lavoro. Chi ha ragione e chi ha torto non saremo noi a stabilirlo, ma i giudici.

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