Amalfi addio al turistico , il Seminario diventa Hotel

Amalfi . “Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere.” Su questo presupposto, nel 2012 si pensò di ristrutturare l’ex Seminario di Amalfi per restituirlo alla comunità scolastica della Costiera Amalfitana, ma nel 2015 accadde qualcosa di incomprensibile che ha messo in evidenza tutta l’ignavia dell’essere umano di fronte […]

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Amalfi . “Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere.”

Su questo presupposto, nel 2012 si pensò di ristrutturare l’ex Seminario di Amalfi per restituirlo alla comunità scolastica della Costiera Amalfitana, ma nel 2015 accadde qualcosa di incomprensibile che ha messo in evidenza tutta l’ignavia dell’essere umano di fronte ad un’ esigenza effettiva e certificata (ci sono atti scritti) dagli stessi Enti preposti.

Dispiace che la speculazione continui a stritolare il futuro dei giovani e constatare che, laddove le istituzioni politiche tradiscono, anche quelle ecclesiali ignorano la loro missione: raccogliere ricchezze dai fedeli ed usarle a fin di bene.

Nell’evolversi della vicenda ognuno ha giustificato le proprie scelte, di sicuro nessuno ha mai voluto inserire nella discussione il problema giovanile, che poi era al centro del progetto. L’ex Seminario, quindi, da scuola, quasi certamente, sarà trasformato in “casa di accoglienza religiosa”: un Hotel a tutti gli effetti.

Il problema giovanile nasce dall’abbandono, dalla sfiducia e dalla mancanza di prospettive che essi percepiscono. Questa vicenda racchiude bene tutto il fallimento della nostra generazione adulta, degli enti pubblici e morali, avulsa da progetti lungimiranti, ma descrive bene anche l’apatia dei giovani che alzano la voce per le frivolezze e tacciono sulle cose che appartengono al futuro della loro vita.

La nostra comunità è ancora scossa dalle belle parole pronunciate in vita (e richiamate nell’omelia nel giorno del commiato) da un giovane che da poco ci ha lasciati. Oggi le voglio riproporre come grido di dolore, ma anche di speranza e riflessione: “AIUTATECI A CREDERE”.

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