COSTA D’AMALFI: TURISMO DOMANI LA CENTRALITA’ DEL MEDITERRANEO

Ripropongo qui di seguito una riflessione che feci qualche anno fa su questo stesso giornale fa e che ritengo  più che mai attuale. Lo faccio con la legittima ambizione che amministratori locali ed operatori della Costa d’Amalfi, ma in parte anche di quella del Cilento utilizzino il periodo di bassa  stagione per ipotizzare  e mettere […]

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    Ripropongo qui di seguito una riflessione che feci qualche anno fa su questo stesso giornale fa e che ritengo  più che mai attuale. Lo faccio con la legittima ambizione che amministratori locali ed operatori della Costa d’Amalfi, ma in parte anche di quella del Cilento utilizzino il periodo di bassa  stagione per ipotizzare  e mettere a punto un progetto di promozione del TURISMO DI DOMANI  CHE E’ GIA’ OGGI. Me lo auguro e lo auguro di tutto cuore ai miei territori del cuore per i quali ho speso per decenni e decenni il meglio delle mie energie fisiche ed intellettuali.

     

     

     

    Da un pò di tempo a questa parte i politologi e gli economisti più avveduti e lungimiranti hanno riscoperto la centralità del Mediterraneo, come polo geopolitico di sviluppo, in considerazione del ruolo da protagonista che la Cina e l’India recitano nello scenario mondiale. E’ la riprova di uno dei tanti corsi e ricorsi storici di vichiana memoria. E’ il ritorno esaltante in chiave moderna della via della seta o, per restare in casa nostra, delle rotte commerciali delle Repubbliche Marinare, a cominciare da Amalfi. Se questo è lo scenario del futuro più o meno immediato, è necessario attrezzarsi in tempo per non farci trovare impreparati.La Costa d’Amalfi, infatti, ne sarà protagonista perchè si trova in una posizione strategica nel Mediterraneo ed è al centro di un’area di straordinario richiamo turistico a livello internazionale.

    Questa la cornice: la nostra costa, da sola, ossifica storia e scatena emozioni con i paesi che abbrancano mare e scalano cielo nell’anfiteatro dei terrazzamenti dei limoneti da Positano a Vietri, che accende, alla distanza, bagliori luminescenti alla bella cupola maiolicata della Chiesa Madre a volo di abisso. Alla sua destra si spalanca un orizzonte di terra e di mare,che, al di là di Punta Campanella, espone gioielli come Capri, Sorrento con tutti i graziosi borghi di collina della sua penisola, la baia di Napoli e, al di là di Posillipo, l’arco lunato dei Campi Flegrei con sullo sfondo, a corona di mare, Ischia e Procida. A sinistra Paestum, Punta Licosa, Velia, Palinuro ad accendere curiosità di scoperta nel Cilento dei miti e della Grande Storia. Alle spalle la catena dei Lattari a promessa di panorami da visibilio di terra, acqua e fuoco. E, ancora, la grande archeologia lungo la costa, che vanta Cuma, Capua, Baia, Pozzuoli, Ercolano, Pompei, Stabia e, via via, nel Golfo di Salerno, Picentia, Volcei, Paestum e Velia ad ulteriore ricchezza di quello straordinario  contenitore di beni culturali e specificità ambientali che è il Parco del Cilento, uno scrigno di tesori ancora tutto da scoprire e valorizzare.

    E’ questo lo scenario sul quale puntare per un turismo di qualità con una offerta ricca, varia, articolata, nella logica della destagionalizzazione, che la Costa di Amalfi può e deve immettere nei mercati per onorare al meglio la sua tradizione e sfruttare al massimo la sua posizione strategica di avamposto di approdo e snodo tra i due golfi e di sentinella di seduzione di bellezza, come le consigliano e consentono i miti delle sirene ammarate a Li Galli.

    E’ questa l’offerta da proporre ai nuovi mercati dell’Oriente, Cina, India e Giappone innanzitutto. Di sicuro le agenzie di viaggio e i tour operators, che dispongono di indagini di mercato a lunga proiezione temporale faranno la loro parte. Ma noi, amministrazioni locali ed operatori innanzitutto, dobbiamo fare la nostra.

    Come?

    Mi permetto dare alcune indicazioni, frutto di riflessione a voce alta. 1)  Predisporre un’offerta che tenga conto delle esigenze della nuova clientela, studiandone la sensibilità, la psicologia, i gusti, la cultura, in modo da assecondarne al meglio bisogni e desideri, come si addice ad un territorio che ha fatto della signorilità e cordialità dell’accoglienza il biglietto da visita del suo successo turistico nel mondo; 2) dare consapevolezza ad amministratori locali, operatori, personale e a tutta la più vasta società civile che è opportuno, necessario e doveroso aggiornare ed arricchire le professionalità, battendo la concorrenza sul tempo e rendendosi competitivi sui mercati;3) avere come bussola di riferimento la norma che nella vendita del turismo c’è un dinamismo rapido e che l’oggi è già domani;4) non adagiarsi mai sui successi del passato e, pur continuando a curare il mercati tradizionali, aprirsi sempre più ai nuovi, aggiornandosi sull’evoluzione della  domanda;4) non dimenticare che la vacanza non è più solo una esibizione/ostentazione di uno status symbol ma soprattutto una necessità, come periodo di relax per ritemprare corpo e spirito e ritornare soddisfatti e caricati alle proprie  attività e che, pertanto, non importa più tanto l’andare altrove, per una legittima curiosità di scoperta insita nella ragione stessa del viaggio ma anche e, forse, soprattutto lo stare altrimenti. Ed il turista misura la qualità dell’offerta soprattutto da come sta,con chi sta e cosa fa.5) ipotizzare una rassegna letteraria che dia voce e visibilità al magma del vulcanismo culturale della numerosa schiera degli scrittori dell’area mediterrannea. E, a tal proposito, penso ad un i Festival della Cultura Euromediterranea,  attraverso la lettura ,con conseguente dibattito, di libri di autori affermati o emergenti, che ci consentirà di  aprire una finestra, con relativa conoscenza, su di un mondo con il quale dovremo confrontarci sempre più nell’immediato futuro e che, oltretutto, accende i riflettori anche sulla storia del nostro passato.

    Mi piacerebbe che le amministrazioni locali e gli operatori, a tutti i livelli, si concentrassero anche e, forse, soprattutto su questo tema, nella consapevolezza che in Costiera è il turismo il settore trainante dell’economia e che, pertanto, dobbiamo operare in sinergia per renderla sempre più bella ed accogliente per i residenti sì, ma anche per i turisti, senza dimenticare mai che i Greci, di cui siamo eredi, consideravano sacro l’ospite che non pagava. A maggior ragione dobbiamo considerarlo tale noi, che ne ricaviamo un compenso. In ogni turista c’è una scheggia di Ulisse, un demone della curiositas, che lo guida e lo esalta all’avventura della scoperta. Facciamo che nella Costa di Amalfi trovi la bellezza e i dolci turbamenti dell’amore di Nausica, le stupefacenti meraviglie del giardino di Alcinoo e la calda ospitalità della sua reggia, prima del ritorno nella casa di Penelope con gli occhi accesi a nostalgia di viaggio avventuroso.

    GIUSEPPE LIUCCIO

     

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