Meta, domani è il giorno della verità per Giuseppe Tito: si deciderà sugli arresti domiciliari foto

Come rivelammo in anticipo diverso tempo fa, per domani è stata fissata l’udienza presso il Tribunale del Riesame di Napoli che deciderà in merito agli arresti domiciliari per il sindaco di Meta di Sorrento, Giuseppe Tito. Domani 28 aprile, infatti, è la data fondamentale che segnerà una delle tappe decisive in questo iter giuridico non […]

Come rivelammo in anticipo diverso tempo fa, per domani è stata fissata l’udienza presso il Tribunale del Riesame di Napoli che deciderà in merito agli arresti domiciliari per il sindaco di Meta di Sorrento, Giuseppe Tito. Domani 28 aprile, infatti, è la data fondamentale che segnerà una delle tappe decisive in questo iter giuridico non facile che ruota attorno al primo cittadino di Meta, ricordiamo indagato dallo scorso 19 febbraio per per corruzione e induzione indebita per fatti relativi all’anno 2012, quando era assessore nello stesso Comune di Meta. Sarà l’occasione per capire l’impianto difensivo degli avvocati del sindaco.

Tito, che ha avuto il pieno appoggio della maggioranza, ancora per adesso saldissima, e soprattutto del vice sindaco Pasquale Cacace e del presidente del Consiglio Comunale Michele Castellano, ha continuato ad amministrare il comune di Meta. E’, di fatti, domani, il giorno della verità, in quanto se non dovesse essere condannato agli arresti domiciliari, il sindaco Tito potrebbe continuare tranquillamente tutto il mandato. Resta il fatto che ancora non si sa come si potrà procedere nel caso in cui, ipotesi, dovesse essere ribaltata la decisione circa gli arresti domiciliari, proprio quel famoso 28 aprile prossimo.

La cosa che ha fatto sorprendere molti, però, è stata proprio il fatto che nessun consigliere di opposizione abbia creato problemi di carattere istituzionale: sembra che quest’ultimi siano “attivi”, con lettere aperte e quant’altro, ma sempre al di fuori del consiglio comunale. Una situazione particolare tanto che l’ex sindaco di Meta Paolo Trapani definì “silenzio assordante”.

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