Punta Gradelle/Vico Equense. Ci siamo? Cosa c’è e cosa manca e quando sarà totalmente in funzione foto

Punta Gradelle/Vico Equense. Il Depuratore tanto atteso. Cosa manca? Cosa già c’è in funzione? Cosa invece rimane da attivare? Quando sarà inaugurato e sarà totalmente in funzione a pieno carico? Abbiamo provato a rispondere a queste domande con l’aiuto del gruppo Facebook da “10000 gocce”, La Grande Onda. Quello che in seguito vi scrivo e […]

Punta Gradelle/Vico Equense. Il Depuratore tanto atteso. Cosa manca? Cosa già c’è in funzione? Cosa invece rimane da attivare? Quando sarà inaugurato e sarà totalmente in funzione a pieno carico? Abbiamo provato a rispondere a queste domande con l’aiuto del gruppo Facebook da “10000 gocce”, La Grande Onda. Quello che in seguito vi scrivo e un po’ lungo ma vi invito a leggere tutto d’un fiato perché ne vale la pena, è molto importante per vari fattori e ci aiuta a rispondere alle tante domande che ci poniamo tutti in questi mesi e soprattutto anni.

A fine anno il numeroso gruppo – che ha tra i suoi obiettivi quello di preservare il mare e tutto quello che gli gira attorno – inviò a nome delle diecimila gocce una lettera alle Istituzioni nella quale chiedeva di rendere pubblica la pianificazione dei lavori dell’impianto di depurazione. Sembrava una richiesta velleitaria, ma si sa che la goccia scava la pietra: figuriamoci cosa può succedere quando si mettono a scavare diecimila gocce.
E così prima è arrivata una telefonata del Commissario dell’ATO 3 prof. Vincenzo Belgiorno, che informava alcuni rappresentanti del gruppo di avere convocato un incontro per definire i passaggi necessari a garantire l’avvio dell’impianto entro giugno e poi, poco dopo, aveva contattato il Responsabile Unico del Procedimento Arch. Andrea Bovier, che invitò a visitare il cantiere. Senza farselo ripetere due volte, al giorno convenuto i rappresentanti della Grande Onda si sono fatti trovare al luogo dell’appuntamento.
Per accedere al Depuratore, nella galleria in cui è istallato l’impianto, si entra da uno svincolo della strada (via Murrano) che porta alla Marina di Seiano. Questo svincolo è di fatto una piccola e larga strada di proprietà regionale a cui si ricongiungono le scale che dal centro di Seiano scendono nella Marina. La galleria è lunga quanto quella del treno che dal viadotto dell’ex Circumvesuviana di Seiano arriva alla stazione Meta, solo che è alta il doppio ed è affiancata da un’altra galleria parallela di servizio. E’ un’opera imponente, una volta tanto fatta per tutelare l’ambiente, invece che per canalizzare fiumi di macchine.

Lungo la galleria si snoda come un serpente l’impianto. La prima parte, quella che consente la grigliatura e la filtrazione dei liquami, è già in funzione: separa, oggi che siamo in bassa stagione, 10 quintali di solidi grossolani al giorno. Si tratta per intenderci di buste di plastica, profilattici, cotton fioc e ogni altro tipo di solido non degradabile che finisce per vari motivi nelle fogne. Sono sostanze molto dannose per l’ambiente marino, destinate a rimanere in sospensione a mare per centinaia di anni e che provocano la morte di uccelli, tartarughe e cetacei. Quando vediamo galleggiare sul mare una scia di rifiuti siamo abituati da sempre a dare la colpa agli altri di questo inquinamento, ma la messa in esercizio dell’impianto dimostra inequivocabilmente che siamo anche noi in penisola a contribuire a questo degrado. 10 quintali sono 1.000 kg, ovvero è come se ogni giorno 100 persone in penisola sorrentina buttassero in fogna una busta piana di multimateriale. Dobbiamo ridurre questo carico inquinante. Si può fare, ma per adesso fermiamoci qui: celebriamo il successo ottenuto con l’avvio della grigliatura e andiamo avanti.
Dopo la grigliatura è prevista una ripartizione dei liquami. Questa sezione serve a separare l’eccesso di portata che dovesse arrivare all’impianto in caso di alluvioni. La portata eccedente verrà comunque sottoposta a trattamento prima di essere scaricata a mare. Si tratta di un trattamento più blando, tecnicamente viene detto chimico–fisico, ma è sufficiente per trattenere il terreno, chiarificare gli scarichi e ridurne il carico chimico. E perciò, quando l’impianto sarà avviato, l’eccesso di portata non finirà più direttamente a mare, attraverso i troppo pieni di Punta Gradelle ma sarà canalizzato, trattato, chiarificato e e convogliato in un unico punto di sfioro. E a bassa voce i responsabili della realizzazione dell’impianto avevano aggiunto che dovrà veramente verificarsi un’alluvione eccezionale per rendere necessaria la ripartizione dei liquami, perché anche in caso di pioggia l’impianto è in condizione di trattare tutto quanto il carico proveniente dalla fognatura. In conclusione, quando l’impianto sarà avviato Punta Gradelle sarà l’unico punto della penisola sorrentina in cui le acque meteoriche verranno trattate prima di essere scaricate a mare.
Purtroppo nonostante questo continueremo ad assistere in caso di pioggia al formarsi, in vari punti del litorale, delle orribili macchie color cioccolata (per non dire altro) dovute al dilavamento del terreno e al trascinamento a mare di rifiuti provenienti dai rivoli, almeno fino a quando le Amministrazioni non adotteranno adeguati provvedimenti per la regimentazione delle acque meteoriche. Ma questa è un’altra storia: non vale la pena di angosciarsene qui, ad ogni giorno e ad ognuno la sua pena.
La sezione di trattamento dell’impianto è costituita da una serie di vasche, il cui cuore sono i pannelli su cui aderiscono i fanghi biologici necessari a depurare le acque. Al termine di questo lungo percorso si otterrà un’acqua trattata, che dopo essere stata sottoposta ad un trattamento di sterilizzazione a raggi ultravioletti finirà smaltita a mare in condotta sottomarina. Il trattamento ridurrà drasticamente il carico chimico e biologico dei liquami e quindi i fenomeni di aggressione all’ambiente marino, la crescita di alghe, contribuendo a ridurre la produzione delle saponine che sono responsabili della schiuma che in taluni periodi dell’anno si vedono nascere nella scia degli aliscafi e la formazione di mucillagini. Non è previsto l’uso del cloro per la sterilizzazione dei liquami e questa è un’altra buona notizia, tenuto conto dell’elevato grado di nocività di questo elemento per l’ambiente marino.

Attualmente la sezione biologica non è ancora in esercizio, ma dovrebbe ormai essere veramente questioni di giorni. Si attende infatti solo che l’Enel porti la corrente a 10.000 volt dalla cabina di Arola alla cabina di trasformazione dell’impianto e poi si potrà spingere il bottone di avviamento. Si prevede che questo accadrà entro il 28 febbraio. Spinto il bottone non accadrà praticamente nulla: ci vorranno tre mesi di lavoro perché l’impianto funzioni a regime. Si dovranno infatti avviare i processi per inoculare e metter in equilibrio la flora batterica necessaria a garantire il processo di depurazione E’ un po’ come la trasformazione del mosto: ci vorrà un certo tempo per ottenere il vino.

L’ultima sezione dell’impianto è la linea di trattamento dei fanghi di supero, ovvero l’eccesso che si produrrà nell’impianto. I fanghi prodotti dall’impianto saranno centrifugati per ridurre il contenuto d’acqua e la parte che resta verrà smaltita a rifiuto. Si prevede che verranno prodotte 20 – 30 tonnellate al giorno di fanghi disidratati. E’ un quantitativo che corrisponde a meno della metà dei rifiuti solidi che produce una Città come Sorrento: poca roba insomma che potrà essere prelevata con comodità in orario di basso traffico e che non turberà certo né gli equilibri economici né il traffico lungo le strade. Certo si può migliorare sia cercando di ridurre la produzione di fanghi che recuperandoli in uno dei tanti modi possibili: vedremo in futuro cosa si potrà fare.

E poi dovrà trascorrere un altro anno durante il quale l’impianto resterà sotto la gestione del Commissariato di Governo per avere il tempo di verificarne il funzionamento ed effettuare le necessarie operazioni messa a punto. Speriamo che queste siano poco costose: per quanto mi riguarda spero che rimangano un po’ di soldi per realizzare una seconda condotta sottomarina; non serve a migliorare le prestazioni dell’impianto, ma una misura di sicurezza che consentirebbe di gestire meglio eventuali emergenze.
Ma c’è un’altra cosa importante che bisognerà fare durante quest’anno: riqualificare il contesto ambientale. Bisogna evitare quello che è successo con l’ecomostro e cioè che dopo averlo abbattuto siano state lasciate sul posto le macerie, o quello che sta accadendo con la galleria di Seiano che speso crea più problemi all’ambiente e alla viabilità di quelli che risolve. Bisogna perciò che siano pianificate le azioni per garantire il migliore inserimento possibile dell’impianto nel contesto, in particolare intervenendo sulla viabilità e recuperando le bellezze ambientali della zona. Tutto deve essere lasciato in condizioni migliori di quelle precedenti. Bisogna avere la consapevolezza che il padrone di casa, ovvero la Città di Vico Equense ed i suoi abitanti, vanno rispettati: solo curando questi aspetti si può far nascere nelle persone la consapevolezza che le opere ambientali non creano più problemi di quelli che risolvono.
Alla fine l’impianto passerà in consegna all’ATO e poi molto probabilmente alla GORI e diventerà una opportunità occupazionale stabile per persone qualificate. Saranno circa 30 posti di lavoro in più.
Ma ritorniamo alla conclusione dei lavori: manca poco all’avvio e dobbiamo prepararci alla cerimonia d’inaugurazione, decidere con chi congratularci per la realizzazione dell’opera e preparaci al brindisi. E’ difficile stabilire chi ha più meriti. Hanno contribuito quelli che hanno avuto l’idea di costruire il collettore fognario e l’impianto, chi ha garantito i finanziamenti, la Regione e per essa l’Arch Bovier, i tecnici e le maestranze che i hanno effettuato i lavori, la Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, la Guardia di Finanza e tutti gli altri organi di controllo che hanno vigilato sul mare, la Magistratura di Torre Annunziata che ha monitorato costantemente lo svolgersi dei procedimenti garantendo trasparenza e legalità, il WWF, le tante Associazioni Ambientaliste: è un elenco lunghissimo e per quanto ci si possa impegnare nella sua stesura si corre il concreto rischio di dimenticare qualcuno. Per toglierci dall’impiccio e non scontentare nessuno, proporrei ringraziare tutti per lo spirito di collaborazione dimostrato e passare direttamente al brindisi affidandolo ad team di madrine. Nessuno immagino possa offendersi di fronte ad un atto di galanteria. E per quanto ci riguarda non abbiamo dubbi: bisogna inserire nel team i Consiglieri Regionali Enza Amato, Flora Beneduce e Laura Cuomo. E fatto il brindisi bisogna ricordarsi che c’è ancora tanto da fare, per garantire la corretta gestione dell’impianto. Anche questa è una sfida: ci vorrà del tempo ma non c’è nessun motivo per cui non debba essere vinta. Immaginiamo perciò che tutto vada bene e proviamo a guardare il futuro con occhi nuovi.
Punta Gradelle si appresta a diventare il punto meno inquinato della penisola sorrentina.
Vico Equense, una volta recuperato tutto il contesto, potrà disporre da Punta Gradelle al Bikini, di uno dei litorali più belli della penisola sorrentina, ricco di spiagge, anfratti, scogli monumentali, scogliere e persino di numerose sorgenti termali. Questo recupero deve avvenire attraverso tanti piccoli interventi concordati le Associazioni Ambientaliste e favorendo il coinvolgimento di tutti i Cittadini, fra cui le diecimila gocce della Grande Onda.

E lo stesso deve accadere per tutto il resto del litorale della penisola sorrentina. Ci sono sfide importanti da affrontare e fra queste il recupero e acque meteoriche: ma dietro questo grande problema si nascondono tante altre opportunità: una migliore difesa del suolo, il recupero dei valloni, l’utilizzo delle sorgenti.

Translate »