Penisola Sorrentina-emergenza migranti, basta xenofobia ma una soluzione va trovata foto

Il sondaggio lanciato su Facebook dall’assessore di Sorrento Massimo Coppola riguardo la comunicazione del Prefetto di Napoli sull’emergenza migranti si è trasformata in una vera e propria bufera mediatica. Come abbiamo ampiamente trattato nella giornata di ieri (clicca qui per leggere l’articolo completo), qualche giorno fa c’è stato un incontro in Prefettura a Napoli, al quale hanno […]

Il sondaggio lanciato su Facebook dall’assessore di Sorrento Massimo Coppola riguardo la comunicazione del Prefetto di Napoli sull’emergenza migranti si è trasformata in una vera e propria bufera mediatica. Come abbiamo ampiamente trattato nella giornata di ieri (clicca qui per leggere l’articolo completo), qualche giorno fa c’è stato un incontro in Prefettura a Napoli, al quale hanno partecipato i delegati di tutti i Comuni della provincia e che ha avuto come principale argomento, appunto, l’emergenza migranti al quale il nostro Paese sta facendo fronte. Un’emergenza che il Governo italiano sta cercando di affrontare nel migliore dei modi possibile e che necessita della collaborazione di tutti i comuni italiani, di conseguenza si è parlato di cifre relativamente precise per quanto riguarda i comuni del napoletano, ovvero, ogni comune dovrà ospitare tre migranti ogni mille abitanti. 

Una ripartizione, che andando ad analizzare nel dettaglio non è neanche una vera imposizione del Prefetto ai comuni del napoletano (compresa tutta la Penisola Sorrentina, quindi), non vista di buon occhio da molte persone che si sono chiamate in causa dal sopracitato sondaggio.

Noi non possiamo credere che la maggior parte degli abitanti della Penisola Sorrentina, da sempre rinomati per la loro accoglienza e disponibilità, la possa pensare in quel modo. Non possiamo credere che tutte le riflessioni a riguardo possano essere ricondotte ad un retrogrado slogan come “La soluzione si chiama ruspa”, oppure “Basta con tutti questi stranieri, qui già ce ne sono troppi, ora basta si sta esagerando mandateli altrove”, o ancora “Noi italiani abbiamo bisogno e di certo non di questi sfaticati che vengono a vivere alle nostre spalle con i soldi che ogni giorno paghiamo allo Stato con tasse di ogni genere“.

Non ci possiamo credere perché non è così. C’è anche e soprattutto chi ricorda che ci siano oltre 20 milioni di italiani nel mondo, in particolar modo partiti dal Meridione d’Italia e chi ricorda le parole di Papa Francesco in merito. Ridurre Sorrento ad una nuova Capalbio (cittadina salita agli onori, negativi, della cronaca quest’estate per le parole del suo primo cittadino riguardo la possibilità di ospitare 50 migranti) non è giusto e non rende i meriti che i cittadini sorrentini meritano. Un concetto, quello di accoglienza, che è stato rimarcato dallo stesso sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, il quale ha ribadito come la città sia tradizionalmente una città ospitale e che se dovessero arrivare i nuovi ospiti sarebbero trattati in modo degno.

Ma lo stesso sindaco Cuomo fa riferimento anche ad una problematica non da sottovalutare. Ovvero: una volta ufficializzato l’arrivo dei migranti, come garantire loro una struttura accogliente dove risiedere e comunque un’organizzazione oculata della loro permanenza? Un fatto non da poco, visto che attualmente pare non essere stato ancora individuato un vero e proprio piano d’azione. Delle strutture d’accoglienza, dei controlli che garantiscano diritti dei neo arrivati e quelli della popolazione sorrentina, devono essere assolutamente previsti in largo anticipo.

Ma quale potrebbe essere la soluzione più logica ad una più semplice integrazione? Un’idea ce la dà l’imprenditore alberghiero Mario Acampora, un’idea semplice quanto efficace: durante la stagione turistica, in particolar modo, molti imprenditori della Penisola Sorrentina e non solo, ricorrono all’aiuto di extracomunitari in impianti balneari, alberghieri e ristoranti, etc. Una soluzione, logica e semplice, potrebbe proprio essere quella di impiegare ed integrare questi migranti, per un aiuto reciproco e che potrebbe essere molto fruttuoso.

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