La Poesia come chiave della felicità. Ci sono tante definizioni di Poesia, che può essere anche sofferenza, ma anche attraverso la sofferenza si fa un percorso di crescita e di catarsi, come nel caso di Valentina Carleo, con "Sguardo" la sua poesia di intensa spiritualità vissuta che richiama le Confessioni di Sant'Agostino, mentre Vito Bellomo "Amor amar" ha travolto tutti con la sua allegria spassionata di una straordinaria poesia in vernacolo che ci ricorda Il Guarracino, entrambe le poesie frutto di lavoro , non nate a caso, ma tutte erano davvero belle e significanti emozionante anche il premio a Benito Ferraro di Vico Equense , l'artista del Faito, pittore delle nevi, che ha ricevuto ilpremio della critica per la poesia "La montagna", una montagna che ha amato con la pittura, con la poesia e anche con un pregevole libro, a ottanta anni un meritato riconoscimento nella Positano che ama. Questa sera a Positano, perla della Costiera amalfitana, ci è sembrata una chiave della felicità. Quaranta poeti da tutta Italia, dalla Sicilia alla Sardegna fino a Torino, e tutti di grande qualità e inelligenza ci hanno fatto inorgogliere e motivare ancora di più per la scelta fatta otto anni fa di sostenere con Positanonews, come media partnership, l'iniziativa dell'Associazione Posidonia, ideata e curata da Maria Rosaria Manzini, che sta riscuotendo sempre più successo. Bravissima la Giuria guidata dalla professoressa Laura Franco mentre il Comune di Positano ha dimostrato il suo apprezzamento con la presenza del vicesindaco Francesco Fusco, dell'assessore Giuseppe Guida e di Rosario Cuomo responsabile feste. Sulla nostra pagina Face Book POSITANONEWS alcuni video della serata messi in maniera estemporanea con il back stage dei poeti e alcuni momenti della manifestazione . I video per vederli più agevolmente bisogna andare sul canale you tube di Positanonews TV Che stanno caricando presumibilmente in rete entro domenica pomeriggio
FOTO DELLA SERATA POTETE TROVARLE AL SEGUENTE LINK
http://imotidellanima.blogspot.it/2016/10/foto-della-serata-di-premiazione-del-15.html
Ecco uno altri si stanno caricano
Vincitori del premio di poesia "I Moti del'Anima" Città di Positano VIII Edizione 2016
CLASSIFICA
1° Classificato Vito Bellomo (Bari) Amòr amàr …
2° Classificata Carleo Valentina (Pontecagnano Faiano Salerno) Sguardo
3° Classificati ex aequo Rosa Bizzòzzaro (Caserta) Fiori di ghiaccio Giuseppe Guidolin (Vicenza) Crune
4° Classificato Franco Masu (Alghero Sassari) Macchie
1° Classificato
Vito Bellomo di Bari
con la poesia:
AMORE AMARO…..
In un mare di tristezza, vidi un amo,
eri tu la pescatrice e pensai: – Mi ama! " –
Io ti vedevo come una stella marina
e abboccai, come una lutrina.
A me, all’inizio, sembravi una razza,
che puoi cucinartela a tuo piacimento!
Tanto buona, quell’aria così tranquilla…..
Ma, piano piano, sei diventata anguilla:
mi sfuggi dalle mani, mi fai fesso,
mi sbatti come un polpo, mi fai lesso;
quando ti arrabbi, tu, sembri una bavosa
e sei graffiante come un gambero!
Io sono diventato un totano, così innamorato,
e tu pungi sempre, come un pesce spada!
Ti voglio bene, per me sei la migliore,
ma i miei occhi sono tristi, sembro una triglia.
E devo sentire anche mamma che dice:
"Ma non vedi come è magra, cos’è, un’alice? ”
E se le dico che la tua linea è perfetta,
risponde :- Beh, se non è alice, è zanchetta!
Hai detto :- Voglio pensarci, per qualche giornata – .
Ma io vorrei stringerti, almeno per un’orata;
ti vedo passare, a me si alza… la pressione,
io arrossisco e tu mi tratti da goggione.
Eppure, te ne ho fatte, di creanze:
ricci di mare, seppioline, ostriche e paranze;
ed io, che ero sano e forte come il tonno,
ogni giorno che passa me ne vado a fondo.
Una cosa è certa, come una cozza mi hai succhiato
e poi, come un guscio vuoto, mi hai gettato….
Mi sei costata una barca, di soldi: vestiti, cene, balli…
Per questo amore… amaro, io, sono diventato un baccalà!
2° Classificata
Valentina Carleo di Pontecagnano Faiano (Salerno)
con la poesia:
Sguardo
Con ansia cammino ubriaca di vuoto,
su strade consumate da pensieri appassiti;
sfinita trascino misera la vita,
inciampando nelle viscere delle mie iniquità.
E con anima nuda resto,
dinanzi la croce,
mentre sento l’aria pungente tagliare il mio volto stanco
e i pensieri scivolare colpevoli sui sentieri delle tue ferite.
Legata,
come i tuoi polsi al legno della passione,
ho invocato il tuo nome;
curva,
come i rami di un albero spoglio
nel cielo grigio di un giorno di pioggia,
ho gridato, piangendo,
la tenerezza delle tue mani.
E come spina che si insinua bevendo il sangue del tuo capo,
così il bianco soave della rugiada
avvolge la mia pelle nei suoi atri sicuri,
posandosi soffice sull’intimo.
In Te la mia anima è nelle anime del mondo,
nelle lacrime impaurite dalla guerra,
nei corpi straziati dalla fame,
nei respiri divini stroncati dalle acque.
Arresa al tuo tormento, sogno,
quei passi assordanti scendere dalla croce
e i miei piedi danzare come libellule
su cristalli trasparenti dell’aria.
Mi ritrovo distesa su un prato di petali verdi,
a respirare lo Spirito che mi consacra.
Ed ecco,
i tuoi occhi incontrare il mio essere.
3° Classificata ex aequo
Rosa Bizzòzzaro di Caserta
con la poesia:
Fiori di ghiaccio
Briciole di tempo, lucciole vaganti
costellano il buio della mente;
percorrono sentieri ormai reconditi
di fiori vivi nel sole di un sorriso
o foglie vizze nel mondo di una lacrima.
Sono i ricordi che bussano alla porta,
si posano su immagini dipinte
e parlano su al silenzio di quest'anima
che aspetta l'attimo infinito di uno sprazzo
che dissipar l'angoscia della notte.
E torna nuova vita a sussultarmi dentro
fatta di ombre fragili, di sogni ormai passati
che ridiventan vivi su ali di farfalle
libere e sovrane in spazio imponderabili
ove tutto rimane per sempre incorruttibile.
E' troppo caldo l'amore del vissuto,
è troppo fredda questa solitudine;
fiori di ghiaccio spuntano dovunque;
formano un bosco, nel buio che mi circonda,
meravigliosa e fragile, mondo senza palpiti.
Magnificenza eterea, inganno dello spirito
all'avanzar del giorno s'arrenderà impotente,
si sfalderà alla luce dell'astro lucente,
e lascerà il rimpianto del correre del tempo
sul crepitio del ghiaccio che si dissolve lento.
3° Classificato ex aequo
Giuseppe Guidolin di Vicenza
con la poesia:
Crune
Recidendo i ricordi
lungo nodi sfalsati
sui contorni del tempo
si sanguina sul filo
tra fossili incuranti
di piante d’affetti
insensibili alle radici
e non esiste respiro
natura di parola
che possa riecheggiare
dal fondo dei pensieri
dove scuce un velcro
nell’anima
la malinconia
4° Classificato
Franco Masu di Alghero
con la poesia:
Macchie
Tra vecchie foto dell'anima
ne ho trovato una
trascurata per anni
colori stinti insidiano tratti morbidi
ma il sorriso dolce resiste e
ne rivela la silenziosa presenza
e ti sembra di sentire
le carezze del suo profumo
come quando respiravi
la sua complicità
un tempo scontata
un ricordo che scatena
vibrazioni capaci
di cancellare solo ora
bucce di egoismo
dalla memoria del cuore
Premio della critica in italiano
La mia montagna
di Benito Ferraro Vico Equense(NA)
Ti ammiro tutti i giorni,
ogni momento, ogni istante,
come la mia donna preferita.
Sei sempre la stessa da sempre
ma ogni volta scopro qualcosa.
Ti conosco come migliore amica
che non mente mai;
conosco ogni anfratto, ogni collina, ogni insenatura.
Vorrei volare sulle tue rupi,
volteggiare come un uccello,
sfiorarti, accarezzarti.
Vorrei toccare tutte le tue pietre,
rotolarmi nei tuoi spiazzi erbosi,
sedermi sul costone più alto
e spalancare gli occhi sull'infinito,
per guardare il mare lontano.
Voglio vedere ogni istante le tue vette,
le tue grotte, gli alberi, i promontori.
Vorrei cibarmi delle tue erbe,
dei tuoi semi, delle tue radici.
Vorrei cullarmi nella tua dolce aria
della nostra stagione più bella.
Vorrei dormire sotto la tua grotta preferita
e stare lontano dal frastuono quotidiano.
Vorrei vagare senza meta
nelle tue selve oscure,
nei tuoi boschi ombrosi.
Dolce montagna amica,
sei la mia montagna,
nessuno mi può togliere
il mio amore per te.
Motivazione:
Entro e non oltre le molteplici apparenze della montagna/amata si staglia la capacità di conoscere se stessi, l'altro e la natura: dote rara che merita di essere presa a modello.
Crune
di Giuseppe Guidolin (Vicenza)
Recidendo i ricordi
lungo nodi sfalsati
sui contorni del tempo
si sanguina sul filo
tra fossili incuranti
di piante d’affetti
insensibili alle radici
e non esiste respiro
natura di parola
che possa riecheggiare
dal fondo dei pensieri
dove scuce un velcro
nell’anima
la malinconia
Motivazione:
Attraverso le Crune passa una altalena scorticante e sanguinante di sensibilità soavi. Pregevole tentativo di tessere l'impervio rapporto tra il fondo dei pensieri e l'assente natura di parola.
A sera, se sara'
di Francesco Palmisano (Torino)
Ai garruli scricchi del rondò dei rosignuoli
la bianca magnolia
si schiude e sorride
tra i verdi platani cui immemore dà vita
il placido Po
si scaglia e sorride
in provvidi voli ai sacri tetti tornando
la libera rondine
soddisfatta sorride.
Solo tu
su uno sfondo di secco muro assorta
nel lungo mattino inerte
tra bianchi letti di morte
non sorridi:
« Tutta la mia vita,
mio Dio,
si deve perdere
come si perde il dolce suono delle fronde?> >
Alla antica domanda
che prima della risacca
per l'ignoto dopo
l'onda ferma
straniera in patria non odi
nel soddisfatto fruscio
il coro dei trilli dei rondinini in nido
nel placido mormorio
il lieve fremito di ringraziamento delle assetate fronde
nel sereno biancheggio
la millenaria melodia della misurata collina:
« La vita si vive vivendo dal! 'alba al tramonto.
A sera, se sarà,
penseremo alla sera ».
Nel garrulo rondò fluente di corolle in volo
–come la bianca magnolia
il placido Po
la soddisfatta rondine–
sorrido alla vita e nulla chiedo.
Motivazione:
Consolante commosso intreccio di serenità e dolorosa attesa: A sera, se sarà, penseremo alla sera … ci abbiamo pensato con chi abbiamo amato, ci penseremo quando la nostra vita si perderà come si perde il dolce suono delle fronde.
Premio della Critica in vernacolo
Erani juarni
di Angelo Canino Acri(CS)
Erani juarni tristi e ccupi,
i festi, nemmeni i ccanuscìamu
cammisi arripezzèati, quazuni chjin’e grupi,
ccu lla notti, a ffatighèari, jìamu.
Chi ccu nna mantra a ppàsciari,
chi ccu nna zappa, a botèari stantu,
i pìcciudi aiutèati a ccriscìari,
e tèata, ccu d’amuru, propiu tantu.
A guerra e du quaranta,
avìa pportèatu morti e ppezzentìa,
a fèama tanni era ttanta,
alla cheasicella duv’e mmia.
Nu pèanu e nnu stùazzu e dardu ammuccèati,
intr’u paglièaru, sutta sutta a paglia,
ppecchì passàvani i surdèati
e mmèravani ugne gaglia.
A sira, ni ricoglìamu tutti,
a cchilla pittirilla cheasicella,
assiboglia ca ci stàvamu ‘ncutti,
era rrijunta chilla famiglia bella.
Nu tròccanu e ditiarnu allu fuacu,
e nnua, tutti lla arrotèati
ppe nnua era llu stessi e nu jùacu,
a ssèntari chilli fatti cuntèati.
E tèata e dde tèatu,
nu jùarnu cupu, si sentìani i botti,
quanni è jjutu surdèatu
e d’è ppartutu ppe lla guerra e du diciotti.
Erani jùarni dannèati,
e ssu ‘mpressi ppe ssempri intra ssa menti,
tant’anni mo, suni passèati,
su ccangèati d’usanzi e lli genti.
E mmo, a famiglia u nn’è cchiù cumi na vota,
i valori e da vita, un ci su cchiù
u munnu, ha ffattu na sbota,
e d’è ccangèata tutta a gioventù.
Mo c’e llu divertimenti, ccu llu buanustèari,
u sordu intr’a sacca, e ttuttu chilli chi unu vò,
poca è lla fatiga e poca, a voglia e fatighèari,
jùarni cupi èrani chilli, juarni cupi chiss’e mò.
Motivazione:
Scorre fluido il racconto di un secolo tra guerre, miseria, amore, famiglia e animali, fino a culminare in un illuminante/cupo endecasillabo tronco finale.
Amòr amàr …
di Vito Bellomo (Bari)
Jìnd a nu mar d’tristèzz, vdìbb nu’am,
jìv tu, la pizzcatrìscj, e pnzàbb:- Mi’àm! –
Jì t’vdèv com a na stella marìn
e abboccàbb, accòm a na lutrìn.
A'mmè, all’inìzj, m’parìv na ràscj,
ca tu accòm la uè….T’la fàscj!
Bona bon, chedd’àrj’ acksì tranquìll…….
Ma, chiàn chiàn, sì dvndàt n’anguìll:
m’sfùscj dall man, m’pìgghj p’fèss,
m’sbatt accòm o’pulp, m’fàscj a’llèss;
acquànn t’ngàzz, tu, pàr na vavòs
e ammìn a’ràscjk, accòm a na plòs!
Jì sò dvndàt nu tòdr, ca m’sò 'nnamràt,
e tu ste semb a pòngj, a iùs d’pèscj spàd!
T’vògghj bbèn e p’mmè sì la chiù mègghj,
ma l’ècchj mì sò trist, pàrgh’a vdè na trègghj….
E ià sndì pur a mamm, ca semb dìscj:
"Ma non vid c’iè ‘mazz, e ci’iè, n’alìscj? ”
E ci jì gj digh ca la linea tò iè perfètt,
rspònn:- Meh, ci nonn’è alìscj, iè zanghètt! –
Si ‘dìtt: – Gj’vògghj pnzà, p’qualche scjrnàt – .
Ma jì t’vless strèngj, almèn p’n’oràt…..
T’vèggh d’passà, a me s’iàlz…la pressiòn,
m’fazz russ russ e tu m’pìgghj a ckggiòn.
Eppùr, t’n’sò fatt, d’criànz:
rizz, allìv, iòstrck e parànz;
e jì, ca ièv san e fort accòm o’ttùnn,
ogne dì ca pass, m’n’vògh a’ffùnn.
Na còs iè cert, com a na cozz, m’sì srchiàt
eppò, com a na scorza vacànd, m’sì scjttàt……..
M’sì ghstàt na varck, d’trrìs : vstìt, cen, a ballà…….
P’cuss’amòr a…mar, jì, sò dvntàt nu baccalà
Motivazione:
Un dialogo ironico e giocoso ci fa sorridere tra scaramucce d'amore,rime e frasi idiomatiche: il tutto dominato da padronanza della lingua e del ritmo.
Luna mariòlä
di Annunziata Terracciano Marigliano (NA)
Oi luna luna, luna mariòlä
t' è arrubbàtä 'a lucë d' 'o solë
e c' 'a scusä ca si' d'argientö
vai dicènnë ca nun e' fattö nientë.
Luna lunellä
dammë 'nu piattö 'e maccarunciellë
~io të dicevö quann'erö nennellä~
Luna lunellä
dammë 'nu fazzulèttö 'e lucë
p' arravuglià 'o corë ca nun trovä pacë,
ma tu lucènnë vajë, ianca e sulàgnä
a pittà 'o marë, a pittà 'a muntagnä,
e' fattö 'argientö pur' 'e rose sanguegnë
'e stu ciardinö mio c' 'a perz' 'a vocë.
Sti lacrëmë 'ca tremmänö ppe ll'aria
tu 'e sientë, t' 'e port' 'o vientö
ma tu iancä e sulàgnä vaje
e nun truovö abbientö.
Òi luna luna, luna mariòlä
Motivazione:
Monologo affettuoso di una nennella che continua a parlare alla luna con maturità e ironia. Su un tema non certo insolito si srotolano immagini cariche di tenerezza.
Sul blog di Massimo Capodanno Positano My Life alcune foto dei premiati . Sul blog imotidellanima.blogspot.com tante informazioni anche sulle precedenti edizioni che Positanonews ha sempre seguito .