Salerno. Avvocato le raggira e la loro casa va all’asta. Chiesto il processo

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Salerno. È bastato un debito di poco più di 15mila euro perché la loro casa finisse all’asta; una somma di 15.793 euro che madre e due figlie avevano consegnato a un avvocato affinché la versasse alla banca creditrice e perfezionasse la transazione che avrebbe evitato la procedura esecutiva. Secondo l’accusa, l’avvocato P.Z. se ne sarebbe invece appropriato depositando gli assegni circolari sul suo conto corrente, con la conseguenza che l’istituto di credito è andato avanti fino a ottenere la messa all’asta dell’appartamento. Ora il legale rischia un processo con le accuse di appropriazione indebita, infedele patrocinio e anche truffa, perché un anno prima del mancato versamento avrebbe proposto alla stessa famiglia un contratto di finanziamento rivelatosi un raggiro. Tutto nasce da una procedura fallimentare avviata al Tribunale di Salerno nel 2008, a carico di un’azienda di Cava de’ Tirreni. Gestore di fatto della ditta era un uomo intanto deceduto e l’onere di sbrogliare la matassa era passato alla figlia (intestataria dell’azienda) e alla madre che ne era il fideiussore. Per questo nel marzo del 2011 si erano lasciate convincere ad avviare una pratica di finanziamento, anticipando 1.700 euro in contanti che secondo gli inquirenti sarebbero finiti nelle tasche dell’avvocato. Poi si era giunti all’accordo transattivo con la Banca popolare dell’Emilia Romagna (l’istituto che aveva promosso la procedura di fallimento) e quindi alla consegna a Z. dei tre assegni circolari che dovevano servire a definire l’accordo. Solo dopo, secondo quanto ha ricostruito la Procura, madre e due figlie hanno scoperto che questi soldi non erano mai stati versati alla banca e che per questo la loro casa stava andando all’asta, nonostante le rassicurazioni del legale secondo il quale tutto si sarebbe risolto. Quindi hanno presentato denuncia, e a metà giugno si costituiranno parte civile (rappresentati dall’avvocato Stefania Forlani) davanti al giudice dell’udienza preliminare Elisabetta Boccassini, che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. «L’imputato – accusano gli inquirenti – ha approfittato di una situazione di minorata difesa» legata alle difficoltà economiche della famiglia che si era rivolta a lui. (Clemy De Maio – La Città di Salerno) 

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